PADRE EMILIO: “RITORNO IN BANGLADESH,
MA NON DIMENTICHIAMOCI!”
Padre
Emilio Spinelli, missionario del PIME, da quarant’anni in
Bangladesh, ha salutato sabato 21 giugno i fedeli, durante la
messa delle ore 17,30 in prepositurale.
«Parto
per il Bangladesh. Parto contento perché so che mi stanno
aspettando per continuare a camminare insieme. Parto, ma non
dimentichiamoci!” Così padre Emilio Spinelli, missionario del
Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), da quarant’anni in
Bangladesh, ha salutato sabato 21 giugno i fedeli, durante la
messa delle ore 17,30 in prepositurale. Dopo quasi due mesi di
permanenza in Italia, il nostro concittadino sta per riprendere,
la partenza è prevista per martedì 24 giugno, la via del ritorno
nel lontano Paese asiatico, uno dei più poveri del mondo.
A
concelebrare l’Eucaristia, con padre Emilio, c’erano il fratello
missionario, don Sandro Spinelli, che fa la spola tra Italia e
Brasile, padre Adriano, di origine africana, e don Ettore
Bassani: quattro continenti rappresentati, a sottolineare - come
ha detto don Ettore Colombo, responsabile della nostra Comunità
pastorale, nell’indirizzo di saluto - l’universalità della
Chiesa.
Concretezza e semplicità
sono stati i tratti essenziali dell’omelia di padre Emilio che,
come sempre, non ha lasciato indifferente coloro che lo hanno
ascoltato. Una riflessione tutta a braccio, frutto del cammino
quotidiano, impegnativo e faticoso, con la sua gente. Tre le
sollecitazioni che il missionario ha lasciato.
Innanzitutto, ha chiesto di “annunciare il Vangelo non solo in
chiesa, ma con la nostra vita perché la nostra società ne ha
tanto bisogno. Ha necessità di avere un po’ di lievito e di
sale. Il Vangelo è ciò che dà sapore alla vita. Tutti siamo
chiamati a essere sale con la testimonianza della nostra vita,
dove il Signore ci chiama a vivere: nella famiglia, nella
scuola, al lavoro.”
Poi padre Emilio ha ricordato che la sua prima missione in
Bangladesh, dove è rimasto per oltre venticinque anni, è nata in
un contesto di non accettazione da parte del mondo mussulmano.
Questa situazione ha fatto sì che giorno dopo giorno la sua
comunità imparasse a pregare per i suoi nemici, così che quando
poi lui ha lasciato quella prima missione i mussulmani lo hanno
salutato come un amico. Nel Vangelo letto durante la Messa,
Gesù dice: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi
perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei
cieli” (GioMatteo, 5,2.43-48). Padre Spinelli ha quindi
ricordato che “il nostro Dio è un padre di tutti.” Dei
cristiani, certamente, ma anche dei mussulmani, degli omini di
altre religioni e dei non credenti.
“Possano i vostri figli e i figli dei vostri figli crescere con
un cuore aperto verso tutti”:
è stato il terzo invito di padre Emilio ai fedeli presenti.
Soprattutto ai genitori ha rivolto la raccomandazione a
spalancare la porta di casa, così che i figli “possano gustare
la gioia di dare da mangiare sia a quelli che conoscono ma anche
a quelli che non conoscono.”. E strettamente legato a questo
invito è stato l’appello alla generosità per dotare la sua nuova
comunità, fatta di 250 bambini, di una sala da pranzo, di cui
ora è sprovvista. Nella mia missione, ha spiegato padre Emilio,
“si condivide tutto quello che c’è. Ben poco! Non si spreca
nulla. E questo è una cosa molto bella.” Una sala da pranzo che
intende essere “un gesto d’amore per dare speranza a 250
bambini. Così da poter dire, tutti insieme, ogni giorno ‘Padre
nostro dacci oggi il nostro pane quotidiano’. Una preghiera da
recitare non solo in chiesa, ma da tradurre in scelte concrete
di vita.”
Un appello alla generosità dei cernuschesi, anche come segno di
gratitudine e in ricordo del quarantesimo di ordinazione
sacerdotale, che padre Emilio si appresta a celebrare nel
prossimo dicembre.
Spalancare le porte delle case e delle chiese -
Infine, l’ultima esortazione: “Spalancare le porte di casa, ma
anche spalancare le porte delle nostre chiese, per accogliere
tutti, lasciando agire lo Spirito Santo.”
Alla fine della Messa, padre Emilio ha salutato i numerosi
fedeli che si sono fermati per scambiare con lui brevi parole di
affetto e gratitudine. Nella certezza che chi l’ha incontrato e
conosciuto non lo può certo dimenticare, perché testimone
concreto del Vangelo dell’amore e della carità. Ci ha già dato
appuntamento fra due anni.
Chi vuole
aiutare padre Emilio
può farlo aderendo al progetto
“sostegno a distanza”, che rientra tra quelli promossi dal Pime
(Pontificio Istituto Missioni Estere), l’Istituto a cui
appartiene padre Spinelli. Le modalità di versamento (che
consente la detrazione/deduzione fiscale) e di trasparenza che
la Fondazione PIME Onlus ha adottato per meglio gestire
le offerte e le donazioni si possono consultare sul sito
www.pimemilano.org
Con
il programma
"segui
il tuo euro"
- che fa parte della policy di
gestione trasparente della Fondazione PIME Onlus – è poi
possibile a ogni donatore seguire da
casa le modalità di utilizzo
del contributo versato.
Il progetto di “sostegno a distanza” di padre Emilio Spinelli –
consultabile sempre sul sito web del Pime – è
contrassegnato dalla sigla “P 4053” ed è denominato “Una
speranza per i bambini di Buthahara e Chandpukur”
Cernusco sul Naviglio, 23 giugno
2014
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