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HOME > La Comunità > 3 Febbraio 2014

“DENTRO LA NOSTRA SOFFERENZA C’È QUELLA DI GESÙ”

 

Martedì 11 febbraio la Chiesa celebra la XXII Giornata mondiale del malato. Il tema di quest’anno - “Educati dal Vangelo alla cultura del dono” - è un invito per tutti a far propria la cultura evangelica del dono, capace di guarire dalla cultura dell’avere, in una società complessa che talvolta mercifica la stessa esistenza umana.

 

 

La XXII Giornata mondiale del malato sarà celebrata, martedì 11 febbraio, per tutta la nostra Comunità pastorale, nella chiesa parrocchiale della Madonna del Divin Pianto. Alle ore 16,30 ci sarà la recita del santo rosario e alle ore 17,00 la celebrazione della Messa, che terminerà con la benedizione eucaristica.

 

Lasciarsi educare dal Vangelo alla cultura del dono permette di aprire varchi di luce nell’esistenza umana per dare senso alla vita e soprattutto alle sofferenze. “La vita dell’uomo è un dono ricevuto che trova la sua pienezza e il suo completamento solo quando viene ridonata con generosità ai fratelli. Ma perché questo sia possibile, occorre che ci lasciamo formare dallo Spirito del Vangelo alla carità e alla misericordia, vera profezia in una società che conosce forti accenni di egocentrismo, e che talvolta è segnata fortemente dalla cultura dell’avere, del consumare e dello sprecare.” (Ufficio Nazionale per la pastorale della salute)

Nel disegno d’amore di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale - “La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente. È così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso”. Sono le parole di Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della XXII Giornata mondiale del malato. “Quando il Figlio di Dio è salito sulla croce - scrive il Papa - ha distrutto la solitudine della sofferenza e ne ha illuminato l’oscurità. Siamo posti in tal modo dinanzi al mistero dell’amore di Dio per noi, che ci infonde speranza e coraggio: speranza, perché nel disegno d’amore di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale; e coraggio, per affrontare ogni avversità in sua compagnia, uniti a Lui”. “Il Figlio di Dio fatto uomo - prosegue - non ha tolto dall’esperienza umana la malattia e la sofferenza, ma, assumendole in sé, le ha trasformate e ridimensionate. Ridimensionate, perché non hanno più l’ultima parola, che invece è la vita nuova in pienezza; trasformate, perché in unione a Cristo da negative possono diventare positive. Gesù è la via, e con il suo Spirito possiamo seguirlo. Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stesso amore, anche noi possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando la vita per i fratelli”.

 

 

Cernusco sul Naviglio, 3 febbraio 2014

 

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