DOMENICA 9 FEBBRAIO:
GIORNATA DELLA SOLIDARIETÀ
In
occasione della Giornata della solidarietà, che nella diocesi
ambrosiana sarà celebrata domenica 9 febbraio, le Acli e
la Caritas della nostra città promuovono un'iniziativa comune
sui sagrati delle chiese cittadine. La Giornata ci invita a
riflettere sulla “solidarietà”, una parola che “si è un po'
logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto più di
qualche atto sporadico di generosità”
Sui sagrati
delle chiese di Santa Maria Assunta, di San Giuseppe Lavoratore
e della Madonna del Divin Pianto – domenica 9 febbraio - saranno
in distribuzione, a offerta libera, le arance: il ricavato
andrà a sostegno della Caritas cittadina. A San Giuseppe
Lavoratore si potranno trovare anche delle torte. Le arance
arriveranno dalla Cooperativa sociale Giovani in Vita di
Sinopoli (RC) che produce sui terreni confiscati alla
'ndrangheta ed è impegnata nel recupero di soggetti
svantaggiati, per lo più detenuti, ex-detenuti e giovani che
rischierebbero altrimenti di diventare manovali della
criminalità organizzata.
Solidarietà, parola logorata? -
«Lo
spunto principale da cui partire per celebrare domenica 9
febbraio la Giornata della solidarietà – ha scritto Don
Walter Magnoni, responsabile del Servizio per la pastorale
sociale e il lavoro della nostra diocesi - arriva da papa
Francesco. Nella sua esortazione apostolica “Evangelii gaudium”,
infatti, afferma: “La parola ‘solidarietà’ si è un po' logorata
e a volte la si interpreta male, ma indica molto più di qualche
atto sporadico di generosità”. Il Papa poi aggiunge che si
tratta di “creare una nuova mentalità” che pensi in maniera
“comunitaria”: “La solidarietà si deve vivere come la decisione
di restituire al povero quello che gli corrisponde”.»
Don
Walter invita quindi a riflettere su questo parola “logorata” e
evidenzia alcuni rischi presenti nel linguaggio comune a
proposito di solidarietà. “Il rischio reale - che
quotidianamente trova là sua realizzazione in tanti rapporti
umani - è quello di ‘usare’ le persone: è la tentazione del
cercare gli altri in maniera meramente strumentale. Può accadere
che si chiami solidarietà uno stile auto-centrato in cui, più
che servire l'altro, ci si serve dell'altro per i propri
interessi.” Poi, a partire dalla parabola del Buon Samaritano,
individua “un altro rischio legato alla solidarietà: farla
diventare una forma sofisticata di dominio narcisistico. Anziché
lasciarsi toccare dal bisogno che s'incontra mentre si è
affaccendati nella trama del vivere quotidiano, si possono
cercare forme di solidarietà studiate a tavolino tese a creare
rapporti di sopraffazione.” Il terzo rischio è poi un invito a
“fare un elogio delle parole scritte con la minuscola. Anche la
solidarietà è uno di quei termini che hanno una sua forza se
vissuti senza enfasi.” Insomma, c’è di che riflettere.
Convegno -
Sabato 8 febbraio, alle ore 9,30 - al cinema Palestrina a Milano
– ci sarà un convegno – promosso dalla diocesi - dal titolo “La
solidarietà uno stile di costruzione della storia” con il
Silvano Petrosino, professore di Filosofia della comunicazione
all’Università Cattolica di Milano.
Cernusco
sul Naviglio, 3 febbraio 2014
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