PERCHE’ MUORE UNA COOPERATIVA ?
Il giorno 7 aprile 2006 alle ore 19.35 i soci di Intermedia, riuniti in
Assemblea Straordinaria, hanno preso la difficile e dolorosa decisione di
sciogliere e mettere in liquidazione la Cooperativa.
Dopo quasi 23 anni al servizio della collettività, Intermedia scompare per
sempre dalla scena cernuschese.
Perché è successo questo ?
Come si è arrivati ad una decisione così grave ?
Ci sarebbero da scrivere pagine e pagine su quanto ha fatto Intermedia per la
città e su quante difficoltà ha incontrato nel vivere la sua esperienza di
solidarietà.
Racconteremo brevemente la sua storia, esporremo le motivazioni di questa
decisione e concluderemo con alcune considerazioni personali.
LA STORIA
Intermedia nasce a Cernusco il 25 Gennaio1984 e si pone quale obiettivo sociale
quello di creare le condizioni per annullare una delle più pesanti forme di
emarginazione presenti, allora come oggi, ovvero l’esclusione dal mondo del
lavoro.
La cooperativa, lo dice il nome, si pone quale “intermediario” tra chi vive una
qualsiasi condizione di difficoltà e il mondo del lavoro; essa cerca di formare,
riqualificare persone con disabilità fisiche o psichiche, persone straniere,
disoccupati e si prefigge l’obbiettivo di accompagnarli verso una nuova
esperienza professionale.
In definitiva, i veri protagonisti di questo percorso di reinserimento sono
proprio i nostri soci, con il loro lavoro.
In questi 23 anni, Intermedia ha aiutato oltre 350 soci-lavoratori ad effettuare
questo cammino di reinserimento; a queste vanno aggiunte centinaia di persone in
borsa lavoro inviate dagli enti locali.
Purtroppo alla fine degli anni novanta la Cooperativa viene colpita da una crisi
gravissima che la porta sull’orlo del fallimento.
Don Luigi si fa allora promotore di un disperato tentativo di salvataggio e,
oltre a trovare nuovi finanziatori, sponsorizza la nascita di un nuovo Consiglio
di Amministrazione in cui anche lui entra a far parte.
Il primo mandato triennale è un successo e Intermedia, oltre a superare la
crisi, riesce a rilanciarsi ma quando cerca partners per la nascita di un nuovo
progetto che le consenta di avere un futuro solido e duraturo, rimane sola.
A questo punto, dopo ripetuti tentativi (in varie direzioni), di fronte
all’indifferenza generale, soprattutto da parte del Comune di Cernusco, i soci
devono arrendersi all’evidenza: da soli non ce la si può fare.
LE MOTIVAZIONI
Sembra un controsenso ma negli ultimi 5 anni i risultati sono stati più che
lusinghieri
* BILANCI POSITIVI
* FATTURATO IN LIEVE MA COSTANTE CRESCITA
* COSTI IN LIEVE RIDUZIONE O CONTENIMENTO
* CONSISTENTI INVESTIMENTI STRUTTURALI
* INFORMATIZZAZIONE DELL’UFFICIO
* 37 PERSONE COLLOCATE IN ALTRE AZIENDE
* 30 PERSONE SEGUITE IN BORSA LAVORO
* 6 FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’ OSPITATE NEI NOSTRI LOCALI
* 7 LAVORATORI EXTRACOMUNITARI REGOLARIZZATI
* VARI PROGETTI DI SOLIDARIETA’ RIVOLTI ALLA CITTA’
L’unica nota dolente è la voce “donazioni e contributi da enti pubblici e
privati” che crolla drasticamente negli ultimi anni.
Oltre a ciò IL MERCATO DEL LAVORO si è fatto sempre più ferocemente
concorrenziale, richiedendo continui e cospicui investimenti e tempi di
lavorazione sempre più stringenti, condizioni spietate per chi, come Intermedia,
ha sempre avuto un gruppo dipendenti composto, dal 40 al 70% (a seconda dei
diversi periodi), da soggetti svantaggiati.
Si aggiungano poi i COSTI FISSI pesanti, l’applicazione e il rispetto delle
giuste ma onerose NORMATIVE ed una soffocante BUROCRAZIA, un insieme di elementi
che hanno ulteriormente aggravato il non facile cammino della Cooperativa che,
per scelta etica, ha sempre onorato tutti gli adempimenti di legge previsti.
Anche il lento ma inesorabile CALO FISIOLOGICO del numero dei VOLONTARI, che
tanto hanno fatto in questi anni per Intermedia, è da annoverare tra le cause di
una crescente difficoltà nel gestire soprattutto le emergenze produttive;
significativa negli ultimi due anni, tra le altre, la totale assenza dei giovani
dei nostri oratori che tante ore di volontariato ci avevano regalato in
precedenza.
Ma determinante in negativo è stato il RUOLO DELL’ENTE PUBBLICO.
Nei primi due anni del nostro mandato (2001 e 2002) vi era stato un forte
sostegno da parte del Comune di Cernusco; poi più nulla.
Più volte ci è stato chiesto di preparare con i tecnici comunali un progetto di
riqualificazione delle attività della Cooperativa con ambiziosi obiettivi
legati alla formazione professionale e alla creazione di nuovi percorsi di
inserimento lavorativo ma, nonostante i nostri sforzi e le nostre proposte, per
oltre due anni non si è fatto niente di concreto.
Intanto il Comune ha continuato ad inviarci persone in borsa lavoro da seguire o
addirittura da assumere (e solo per questo, dopo faticose trattative, siamo
riusciti ad ottenere due piccoli contributi economici a copertura di questo
servizio), ci ha chiesto di cedergli in affitto due appartamenti per affrontare
casi di emergenza abitativa ma non si è fatto mai parte attiva nella stesura di
quel nuovo progetto di reinserimento sociale, più volte promesso, e nemmeno ha
favorito l’approvazione di progetti concreti ed immediati come la gestione dei
due locali lungo il Naviglio (presentato con altre tre cooperative cernuschesi
ma affidato ad una società esterna) o la gestione di attività di altro genere.
Nel novembre 2004, vedendo affievolirsi le prospettive future e iniziando ad
aumentare le difficoltà, abbiamo invitato ad un tavolo di lavoro il sindaco e
l’assessore ai servizi sociali ; in quell’occasione abbiamo dichiarato, come
anticipato anche su Voce Amica di Aprile 2004 , che se non fosse partito a breve
il famoso progetto, l’esistenza di Intermedia sarebbe stata compromessa
definitivamente.
Sulla scorta delle assicurazioni dell’Amministrazione abbiamo steso (da soli e a
costo zero per il Comune) un progetto che conteneva tutti gli ingredienti
necessari al rilancio della Cooperativa e tutte le proposte e le richieste
avanzate dall’Amministrazione.
Lo stesso è stato presentato anche alla Fondazione Cariplo e poteva vantare,
quali potenziali partners, Fondazione Adecco, Fondazione S.Carlo, Istituto Pia
Marta, Centro per l’Impiego di Melzo, Confcooperative, Ufficio Piano di Zona 4
ed un’azienda locale (per il tirocinio dei lavoratori da inserire in
Intermedia).
Mancava solo l’assenso e la partecipazione (promessa) dall’Amministrazione.
Di fronte ad un nuovo silenzio, dopo i doverosi solleciti verbali, abbiamo
protocollato in Comune, lettera e progetto il giorno 1° Giugno 2005.
Nè il sindaco né l’assessore, perfettamente al corrente dell’evolvere negativo
della situazione, a questa lettera e a questo progetto hanno mai dato risposta.
Allora Intermedia ha capito chiaramente di essere stata definitivamente
abbandonata al suo destino.
ALCUNE CONSIDERAZIONI.
E’ nostra ferma convinzione che l’idea ispiratrice, alla base della nascita di
Intermedia, rimanga valida, oggi più di allora, proprio perché il problema del
lavoro è più drammatico che mai, soprattutto tra le fasce più deboli della
popolazione.
E’ questa una zona di chiaro-scuro, dove vivono persone reali di cui nessuno si
vuol far carico ma le cui complesse ed impellenti esigenze (e diritti) non
possono essere risolte da pochi e volenterosi cittadini.
E’ pertanto necessario interrogarsi sullo stato attuale di salute del nostro
mondo cooperativo, lasciato solo da una buona fetta della città e da
un’Amministrazione che non lo considera una risorsa con cui dialogare e
progettare la città di domani.
L’Amministrazione Comunale ha di fatto usato Intermedia in questi anni,
usufruendo di spazi e servizi concessi dalla Cooperativa, ma si è mostrata
disinteressata ed assente di fronte a questa emergenza sociale.
Prova ne è anche la mancanza di collaborazione nella realizzazione dello studio
della Caritas sul volontariato e l’indifferenza di fronte alla moria di
cooperative sociali cernuschesi.
Ci vien detto che ora con lo spettro della crisi stanno lottando anche gli
amici della Cooperativa Il Fiore: qualcuno correrà in loro aiuto ?
Pensare che fino agli anni novanta (ne siamo certi e abbiamo ancora qualche
delibera di allora) l’Amministrazione sosteneva Intermedia (e altre realtà
analoghe) stanziando fino a 500-600 € tutti i mesi, per ogni persona
svantaggiata !!!
Questa situazione di disinteresse va poi letta unitamente alla scoperta di un
tessuto sociale cittadino sempre meno attento a questo tipo di tematiche e anche
a un preoccupante raffreddamento dei nostri ambienti.
Non da ultimo vi è anche da fare un’esame di coscienza interno al mondo
cooperativo che, pare mostri evidenti segni di stanchezza, chiusura ed
incapacità ad adeguarsi alle nuove sfide che il mondo gli pone dinanzi.
Soprattutto certe chiusure, una sorta di autoreferenzialità, l’incapacità di
ragionare sia ampliando gli orizzonti, sia attrezzandosi al nuovo che avanza,
rischiano di essere l’avvisaglia di una crisi che potrebbe avere risvolti
drammatici.
Occorre, a nostro avviso, aprire un urgente e serio spazio di riflessione su
questi temi e cercare di far incontrare quelle preziose risorse ancora esistenti
sul territorio, per studiare progetti sul sociale, che siano basati su principi
quali nuove sinergie, utilizzo di nuove figure professionali e nuove modalità di
gestione.
E’ evidente che per rispondere a certe problematiche, non è più possibile
basarsi sulla sola generosità personale.
Inoltre una nuova stagione del volontariato e della cooperazione potrebbero
portare ad un diverso confronto con l’ente locale, nella speranza di un
cambiamento di priorità da parte di quest’ultimo (oggi sbilanciato paurosamente
a sfavore dei servizi alla persona).
Quindi, infine, perché muore una cooperativa a Cernusco ?
Per indifferenza, soprattutto.
Purtroppo la dolorosa conclusione è che , il giorno 7 Aprile, non è stata
l’assemblea dei soci di Intermedia a cancellarla bensì questa potente,
strisciante, devastante indifferenza.
Anche la politica è ormai incapace di rispondere “saggiamente” a questa
emergenza sociale , diffusa nella nostra città (a volte non sa nemmeno
riconoscerla).
Ci si preoccupa per lo più di grandi progetti, lontani dalle esigenze dei
“piccoli”, degli “ultimi”, dei “senza voce”; ci si danna più per la gestione del
consenso che della valorizzazione di ciò che già esiste ed ha radici profonde
nel nostro territorio e nella nostra storia.
Questo malessere è ancora più profondo perchè è forte la consapevolezza che, da
ora, molte persone non troveranno più questa Cooperativa pronta ad accoglierli
ed aiutarli.
Oggi queste persone, con storie personali davvero difficili, a volte disperate,
ci chiedono con forza di non abbandonarle.
Ci auguriamo che la fine di Intermedia possa divenire una provocazione, uno
“scandalo”, che porti, quanto prima possibile, a dare una risposta concreta a
questo grido di aiuto che viene da molti nostri concittadini e fratelli.
Alberto Rotondi
Matteo Fossati
Ex – Consiglieri d’ Amministrazione Cooperativa Intermedia
9 Aprile 2006