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SCOLA: “AMORE E PASSIONE DESCRIVONO IL RAPPORTO CON IL CIBO”

Potrebbe sorprendere il nostro arcivescovo, in vista di Expo 2015, scriva un articolo sulla cucina, come cultura e condivisione, ma “Gesù fa Pasqua mettendosi a tavola con i suoi”.

 

«Ci sono attività a cui tutti, chi più chi meno, ci dedichiamo lungo la nostra esistenza. Azioni assolutamente quotidiane e “normali”, ordinarie, che tuttavia portano con sé tutta una serie di nessi e significati capaci di meglio illuminare chi siamo e che cosa desideriamo». È quanto ha scritto il nostro arcivescovo, cardinale Angelo Scola, nel suo articolo mensile pubblicato su Il Sole 24 Ore di sabato 4 aprile.

Scola poi aggiunge che una delle azioni quotidiane «è, senz'altro, cucinare. Expo 2015 non può non metterla a tema, se intende parlare di alimentazione. Perché creare (e il verbo non è casuale) un'alimentazione caratteristica degli uomini è proprio lo scopo specifico della cucina.»

L’arcivescovo, dopo aver solo accennato ad “alcune ipotesi interpretative circa il peso che la cucina ha avuto nella storia della civiltà”, ha richiamato “taluni (suoi) significati di immediata e universale evidenza”.

«Innanzitutto cucinare ha a che fare col bisogno di alimentarsi, eppure tutti siamo ben consapevoli che dice ben di più di questo. Per soddisfare il puro bisogno di alimentarsi uno potrebbe addirittura non cucinare! Purtroppo il crescente successo dei fast-food o dei piatti precucinati è lì a documentarcelo. La cucina mette invece in evidenza il nesso tra bisogno e desiderio e, quindi, quello tra soddisfazione e godimento.»

«Un secondo significato che l'arte culinaria porta con sé emerge dall'idea stessa di tradizione: a cucinare, infatti, si impara.» Poi spiega: «Conoscere una “ricetta” ed impararla è un processo specificamente umano e di socializzazione. Inoltre cucinare implica un complesso processo di trasformazione» e di «sfida».

«Si cucina per se stessi ma anche, e nella maggior parte dei casi, per altri e, soprattutto, per quelli che amiamo.» Scola scrive che «amore e passione non sembrano termini inadeguati per descrivere il rapporto con il cibo». Quindi conclude che «amore e passione» «raggiungono anche l'esperienza religiosa. Gesù fa Pasqua mettendosi a tavola con i suoi. I cristiani, dopo duemila anni, celebrano il sacrificio glorioso di Cristo sulla croce nell'Eucarestia che, facendo memoria dell'Ultima Cena, li apre a condividere con i fratelli uomini tutti gli ambiti dell'esistenza.»

Per leggere il testo integrale dell’articolo, clicca qui

Cernusco sul Naviglio, 13 aprile 2015

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