CernuscoInsieme

Condividi il contenuto di questa pagina con i tuoi amici:

Torna alla pagina precedente

comunità pastorale

voce amica agorà oasi cVillage

piazzetta

dalla città

CernuscoInsieme.it - Il Portale della tua Città

Stai navigando in
HOME > In Diocesi > 24 Novembre 2014

SCOLA: IL SINODO SULLA FAMIGLIA
CI CHIEDE UN SALTO DI QUALITÀ

L’Arcivescovo ha partecipato, venerdì 21 novembre, a Milano, all’incontro di approfondimento e di dialogo sulla famiglia e sui temi emersi dall’ultimo Sinodo straordinario.

 

Dal concreto svolgimento del Sinodo ha preso il via la riflessione dell’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola: «la famiglia deve essere soggetto e non più oggetto di cura da parte della Comunità cristiana. Insisto su questa importantissima affermazione sinodale – che rappresenta un rivolgimento del suo ruolo, del compito e del suo posto – per sottolineare quello che è il compito della famiglia in quanto tale nella sua unità». E, d’altra parte, a testimoniare a pieno la centralità per la vita della Chiesa dell’Istituzione familiare, sono il lungo e articolato lavoro preparatorio che «culmina normalmente in un’Assemblea come momento finale di un processo che, di solito, dura tre anni» e la specificità, decisa dal Papa, «di legare un Sinodo straordinario, quale è quello conclusosi il mese scorso, con uno ordinario che si svolgerà l’anno prossimo». Partendo dalle sfide odierne affrontate nell’Assise straordinaria, «cosa che spiega perché si sia parlato più che altro di divorziati, separati, di unioni di fatto e di omosessuali, sarà compito dell’Ordinario inserire tali questioni nel tema più generale».

Il Sinodo – ha sottolineato poi il Cardinale – «ci chiede un salto di qualità che vorrei facesse anche la nostra Chiesa nella prassi quotidiana con l’assunzione in prima persona di questo impegno chiesto dalla situazione di grande cambiamento in atto oggi nelle nostre società europee», basti pensare a questioni scottanti come il mutamento del concetto stesso della filiazione con le madri surrogate.

Ma in che modo la famiglia è soggetto di evangelizzazione? «Certo non significa coinvolgere l’uno o l’altro dei membri nelle attività delle parrocchie o delle aggregazioni, ma vuole dire chiedere alla famiglia in quanto tale di testimoniare la modalità nella quale essa vive il quotidiano, negli affetti, nel lavoro, nel riposo e nella festa, nella modalità di concepire la nascita, la malattia, la morte, la prova, l’educazione, l’edificazione di una società giusta in vista del bene comune. Se ciò fosse lasciato solo al singolo – cosa che facciamo troppo spesso per un’involuzione narcisistica del soggetto – non riusciremo ad avere la fioritura libera dell’io nelle sue dimensioni costitutive: la differenza sessuale e tra le generazioni». E se «siamo cristiani perché vogliamo essere uomini e donne compiuti», occorre offrire con una chiarezza maggiore di quanto avvenga oggi per una sorta di strana timidezza, il nostro essere alla sequela di Cristo e nella Chiesa.

Per approfondire: clicca qui 

Cernusco sul Naviglio, 24 novembre 2014

 

Sito continuativamente attivo dal 1 gennaio '01    Best View:  800x600  IE 6