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SCOLA: “OCCORRE CREARE COMUNITÀ EDUCANTI”

Nella nota pastorale “La comunità educante”, dedicata ai giovanissimi, diffusa lo scorso 26 giugno, l’Arcivescovo presenta una proposta unitaria di catechesi, gioco, sport, festa.

 

Realizzare nella diocesi di Milano “comunità educanti” in grado di accompagnare, attraverso un messaggio unitario, in particolare i ragazzi più piccoli, durante i primi anni della formazione cristiana, quelli scanditi da sacramenti della Riconciliazione, Prima Comunione e Cresima. Lo scrive il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, nella nota pastorale “La comunità educante” dedicata ai giovanissimi, una proposta unitaria di catechesi, gioco, sport, festa, contro l‘emorragia dei ragazzi dagli oratori e l’individualismo. Il testo, diffuso lo scorso giovedì 26 giugno, anticipa la lettera pastorale dell’Arcivescovo, tradizionalmente diffusa l’8 settembre, per dare modo ai sacerdoti e a chi opera in parrocchia di leggerla durante l’estate e di essere operativi alla ripresa della vita delle comunità. È lo stesso cardinale Scola a spiegarlo in questa prima nota pastorale (una seconda uscirà nei prossimi mesi): “Non una nuova lettera pastorale - scrive - ma il tentativo di sviluppare aspetti della proposta pastorale degli anni scorsi. Mi soffermerò su due temi che mi sembrano particolarmente significativi: la comunità educante, in riferimento all’Iniziazione Cristiana dei ragazzi e Milano a partire da Expo 2015. Su Milano ed Expo 2015 tornerò più avanti con una seconda nota pastorale”.  http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9

Il cardinale Scola spiega che “la proposta educativa consiste nell’offrire un incontro effettivo con Gesù, per imparare a seguirLo. Nel mondo odierno, in cui la società non offre un orizzonte unitario, è la Chiesa stessa che si deve far carico di proporre questo vitale principio sintetico”. A questo fine occorre creare “comunità educanti”. Per l’Arcivescovo, la “comunità educante vuol essere un’espressione specifica della Chiesa-comunione, così come essa vive nella nostra diocesi attraverso le diverse comunità cristiane». Concretamente, suggerisce l’Arcivescovo, “non si tratta di aggiungere all’organigramma parrocchiale un’ulteriore struttura o gruppo. La ‘comunità educante’ emerge, starei per dire ‘naturalmente’, dal vissuto reale dei ragazzi/e, cioè da quelle figure educative che di fatto già sono in rapporto con loro e che vogliamo aiutare a riconoscere più consapevolmente questo loro compito educativo dentro la vita di comunità”. Ogni ragazzo “è già, di fatto, in rapporto con tutte queste figure, ma assai di rado esse si presentano come portatrici di una proposta unitaria e non vengono quindi percepite come parte di una stessa comunità. Invece una comunità viva e consapevole è la condizione imprescindibile perché i ragazzi incontrino personalmente Gesù come ‘centro affettivo’, cioè punto di riferimento stabile per la loro vita”.

Per approfondimenti: chiesadimilano

Cernusco sul Naviglio, 30 giugno 2014 http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9

 

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