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SCOLA: “COMUNITÀ CRISTIANE,
CASE DALLE PORTE APERTE”

I vescovi lombardi, lo scorso 3 giugno, si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale di Sotto il Monte (BG) per una celebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di Giovanni XXIII. 

 

Nel paese della bergamasca che ha dato i natali a Papa Roncalli, la celebrazione eucaristica è stata presieduta dal cardinale Scola, che nll’omelia si è soffermato sull’immagine di Gesù buon pastore e sulla missione della Chiesa.  

Dalla convenzione alla convinzione: un delicato ma affascinate cammino - «I pastori – ha detto il cardinale Scola - sono chiamati a dare la vita per il gregge a loro affidato perché tutti arrivino “all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Efesini 4,13). In questa tradizione epocale il primo e fondamentale scopo dei ministeri ordinati è la rigenerazione del Popolo di Dio, in tutte le vocazioni e gli stati di vita che lo Spirito suscita, affinché la Chiesa possa adempiere nell’oggi la sua missione. In questa rigenerazione sta però anche il contributo più prezioso che la comunità cristiana è chiamata ad offrire a tutti i nostri fratelli uomini percorrendo il delicato ma affascinante cammino che ci conduce dalla convenzione alla convinzione. Infatti, quando i cristiani vivono consapevoli della loro fede confessando “un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti”, non faticano a riconoscere che Egli “agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Efesini 4,6). Vivono così quella passione per l’unità con tutti che si esprime in “umiltà, mansuetudine e pazienza” (Efesini 4,2). Queste virtù trasparivano dal volto di San Giovanni XXIII a beneficio dei cristiani come degli uomini di buona volontà.»

Le comunità cristiane sono chiamate ad essere case dalle porte aperte - «Il nostro mondo – è stata la riflessione finale del cardinale Scola - attraversato da fatiche e violenze, la cui portata spesso spaventa, ha oggi più che mai bisogno di questo stile di vita buona (fatto di umiltà, mansuetudine e pazienza) che San Giovanni XXIII alimentava immergendosi nella Parola di Dio e nei Padri della Chiesa. Essa non è certo bonomia, ma discreta e costante volontà di farsi carico degli altri, per camminare insieme verso la casa del Padre. Le nostre comunità cristiane sono chiamate ad essere, sempre più, case dalle porte aperte, capaci, nella verità che la carità legittima, di ricevere tutti e tutti consolare, perché tutti possano conoscere il volto del Padre e vivere da figli di Dio. Questo domanda a noi tutti conversione continua.»

Cernusco sul Naviglio, 9 giugno 2014

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