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“LA SCUOLA
È UN’OCCASIONE BELLISSIMA DI EDUCAZIONE”

Oltre trentamila partecipanti, fra studenti, insegnanti e genitori, hanno animato la marcia delle scuole cattoliche “Andemm al domm”, conclusasi sabato scorso, 15 marzo, in piazza del Duomo a Milano. La marcia aveva come tema “Famiglia e scuola” ed era promossa da numerose associazioni e dalla diocesi di Milano.

 

Chiudendo la colorata manifestazione, il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha affermato: “Il modo migliore per aiutare la nostra società a superare questa fase difficile in cui si trova, è andare a scuola contenti. E uscire da scuola ancora più contenti. Perché la scuola è un’occasione bellissima di educazione”. Scola ha subito aggiunto: “Attraverso l’amicizia tra voi, attraverso il rapporto che costruite con i professori, attraverso ciò che raccontate della scuola una volta tornati a casa, vi educate. Cioè crescete. Per crescere bisogna incontrare ogni giorno qualcosa di bello che dà gioia”. “Vi chiedo di comunicare questa gioia a tutti - ha proseguito il cardinale -, anche fuori dalla scuola, nelle città, negli oratori. Perché le cose belle non si possono tenere dentro”. “So bene che la scuola implica anche un po’ di sacrificio: non si può mai avere esperienza della gioia senza un po’ di sacrificio. Pensate ai sacrifici che compiono i vostri genitori per farvi felici ed essere felici”.

“Non chiediamo la luna, ma di educare alla libertà restituendo alle famiglie la responsabilità dell’educazione dei figli - “È evidente a tutti che la famiglia e la scuola sono grandi risorse per ogni epoca della storia e in particolare adesso, nel travagliato inizio del Millennio. La libertà è però la condizione affinché famiglia e scuola possano incidere nella società attraverso l’educazione”, ha detto ancora l’arcivescovo di Milano rivolgendosi ai partecipanti della marcia. “Cosa chiediamo tutti gli anni con questa bellissima marcia? Non chiediamo la luna, ma di educare alla libertà restituendo alle famiglie, ai genitori, la responsabilità dell’educazione dei figli almeno fino alla loro maggiore età. Abbiamo impiegato anni perché fosse riconosciuto il concetto di scuola pubblica paritaria. Ci abbiamo messo tanto a spiegare che le scuole paritarie sono pubbliche, semplicemente perché il sociale è pubblico”. E ancora: “Testimoniamo, con la bellezza delle vostre esperienze, che non vogliamo togliere nulla alla scuola di Stato. Anzi abbiamo bisogno che queste funzionino bene, meglio, arrivino a livelli elevati di educazione. Ciò che chiediamo è solo una libertà vera. Per offrire, a chi vuole un criterio per educare, un’ipotesi di vita educativa che le famiglie sentano in continuità con la propria”. L’Arcivescovo ha poi così concluso: “I tempi stanno maturando perché la libertà di educazione diventi effettiva”. http://piwik1.glauco.it/piwik.php?idsite=9

Cernusco sul Naviglio, 17 marzo 2014

 

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