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LA SFIDA DELL’EVANGELIZZAZIONE
DI UNA GRANDE METROPOLI

 Nell’ambito degli incontri sul tema dell’anno pastorale “il campo è il mondo”, il Card. Scola ha invitato a Milano, dopo l’Arcivescovo di Vienna, il Card. Tagle, Arcivescovo di Manila, nelle Filippine. Il cardinale è intervenuto in Duomo mercoledì scorso, incontrando prima il clero e successivamente i laici, illustrando loro le sfide pastorali di una diocesi vasta e varia come quella di Manila.

 

In una Chiesa come quella filippina, molto variegata e piena di contrasti sociali anche stridenti, tra grande ricchezza ed estrema povertà, tipica delle grandi metropoli del terzo mondo, la Chiesa affronta una sfida di testimonianza difficile e stimolante. Il Card. Tagle lo ha illustrato nei due incontri col clero e coi laici della diocesi ambrosiana, offrendoci alcuni importanti spunti di riflessione per la nostra azione pastorale e la nostra testimonianza cristiana. Sintetizzabili in cinque punti.

Fornire spazio per incontrare Gesù – Evangelizzare oggi nelle grandi metropoli presenta una difficoltà nel trovare spazi geografici, perché questi sono tutti occupati dalle persone. Ma poiché la fede “non è un’epica o una semplice ideologia, ma tratta di una persona, il Figlio del Dio vivente venuto dal Padre in mezzo a noi. E come risorto continua a vivere tra noi”, evangelizzare significa quindi sforzarsi di “fornire alle persone lo spazio di incontrare Gesù nella forza dello Spirito Santo”. Gli spazi umani infatti “sono il luogo privilegiato per l’incontro con Cristo: i sogni e i desideri profondi delle persone, la loro cultura e la loro condizione spezzata.”

Il dono della presenza – Nella grandi metropoli “dove le persone sono anonime in una massa di umanità” spesso è difficile anche solo cogliere la presenza della Chiesa. Ecco perché i segni di presenza sono molto apprezzati, anche nei contesti più inusuali per l’evangelizzazione, come le università, i centri commerciali, gli uffici e anche i luoghi di comunicazione virtuale.

Raccontare la storia di Gesù – Evangelizzare significa annunciare il Vangelo di Gesù, raccontare la sua storia. Le persone nelle grandi metropoli sperimentano difficoltà, hanno dilemmi, per cui spesso non ci sono soluzioni o sono molto difficili da trovare. “Al loro appello rispondiamo con le storie di persone che hanno navigato in acque difficili e sono sopravvissute. E con la storia di Gesù, che più delle teorie, consola e dà speranza”. Un modo potente di raccontarla è attraverso la devozione popolare. Il card. Tagle ha riportato gli esempi di devozioni molto diffuse e partecipate nella sua diocesi: “dieci milioni di persone hanno partecipato alla processione di Gesù Nazareno, durata quasi 18 ore”. La sfida è “incanalare questo misticismo verso una partecipazione attiva nella parrocchia per la trasformazione della società”.

Fratellanza in un mondo di persone senza volto – “Dobbiamo creare ponti” ha raccomandato l'Arcivescovo di Manila “affinché le persone che abitano la metropoli non siano isole e si evitino l’alienazione, la solitudine create dalla guerra tra bande, dalla droga, dalla prostituzione. La parrocchia è chiamata a essere fratellanza in un mondo di persone senza volto e senza voce”. Per far questo è necessario creare “luoghi di riconoscimento dei doni personali, i carismi.”

Umiltà e autenticità – Per raggiungere questi scopi, per poter evangelizzare gli altri, è però necessario convertire prima se stessi, avere l’umiltà e il coraggio “di ammettere che alcune delle nostre politiche, strutture, mentalità e costumi non sempre corrispondono al modo di Gesù e al suo Vangelo”. E le lezioni in questo senso possono giungere dalle persone più inattese. Il cardinale ha portato l’esempio di una adolescente in conflitto con il padre perché, fumatore, le impediva di fumare e con la madre, che ogni fine settimana faceva shopping, ma le raccomandava di essere risparmiatrice. “Siete tutti falsi, mi disse. Questa è una voce amica che grida per la mancanza di autenticità e integrità nelle nostre famiglie, nella nostra città e anche nella Chiesa. Questa ragazza mi ha fornito uno spazio umano dove incontrare Gesù che mi diceva: convertitevi e credete nel Vangelo. Dobbiamo ascoltare la sua domanda”.

D.O.

 

Cernusco sul Naviglio, 3 marzo 2014

 

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