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HOME > di Mese in Mese > 14 Aprile 2013

50 ANNI DOPO,
LA “PACEM IN TERRIS” È ANCORA ATTUALE

 

La “Pace in terris”, ottava e ultima enciclica di Giovanni XXIII, fu pubblicata l’11 aprile 1963. “Un testo dalla forza profetica che ha inciso sul dialogo ecumenico e interreligioso ed è entrato nelle agende delle istituzioni nazionali e mondiali”

 

Quattro sono le linee guida indicate nell’enciclica per procedere sulla via della pace: la centralità della persona, inviolabile nei suoi diritti; l’universalismo del bene comune; il fondamento morale della politica; la forza della ragione e il faro della fede.

“Un testo dalla forza profetica che ha inciso sul dialogo ecumenico e interreligioso ed è entrato nelle agende delle istituzioni nazionali e mondiali”, in cui Giovanni XXIII presentava – ha affermato Giuliana Martirani, docente di geografia politica ed economica a Napoli e Palermo - una “visone su tre punti: il primato del bene comune nella politica; il ruolo dello sviluppo sociale ed economico nell’assicurare le condizioni per una pace giusta e duratura; l’imperativo morale della solidarietà tra le nazioni.”

La Pacem in terris è ancora attuale – a parere monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace - «a cominciare dalla sua prospettiva fondamentalmente ottimista sull’umanità, nonostante i segni negativi, come la minaccia di una nuova guerra atomica, gli squilibri sociali tra ceti e Stati, le contrapposizioni ideologiche. La pace è infatti possibile, perché le persone, nonostante i limiti che le attanagliano, sono esseri capaci di bene e di dialogo. Altro elemento di attualità è senza dubbio l’affermazione, in un contesto “liquido” come il nostro, propiziato dal relativismo, che la convivenza sociale è comunione di persone, unite moralmente e spiritualmente, impegnate nel raggiungimento del bene comune. Non può poi essere dimenticato l’elemento di attualità che è il fattore societario dell’autorità, formulato come facoltà di comandare secondo ragione e non mediante una forza prevalentemente coercitiva. Ma ciò che rende maggiormente attuale la Pacem in terris è, senza dubbio, la segnalazione delle nuove condizioni che richiedono la costituzione di una vera autorità mondiale. L’insegnamento di Giovanni XXIII su questo punto è stato richiamato da Benedetto XVI nella Caritas in veritate

Il cinquantesimo anniversario della Pacem in terris – ha detto Papa Francesco – “sia di stimolo ad impegnarsi sempre nel promuovere la riconciliazione e la pace ad ogni livello.”

C.G.

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