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HOME > di Mese in Mese > 11 Marzo 2013

 DAL 18 AL 26 MARZO: IN CITTÀ,
LA MOSTRA “VIDERO E CREDETTERO”

 

La mostra Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani sarà allestita al Centro cardinal Colombo, di piazza Matteotti 20, dal 18 al 26 marzo 2013. Lunedì 18 marzo 2013, alle ore 21,00, Sandro Chierici, curatore della mostra, e don Ettore Colombo, prevosto di Cernusco, presenteranno l’iniziativa promossa dal locale Centro culturale J.H. Newman, in collaborazione con la Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”.   

La mostra è stata ideata e prodotta da Itaca d’intesa col Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione che ha concesso il logo dell’Anno della fede e il patrocinio. La mostra ha altresì il patrocinio del Progetto Culturale promosso dalla Chiesa italiana e dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI.

La mostra intende essere uno strumento in funzione delle finalità richiamate per l’Anno della fede da Benedetto XVI: riscoprire la fede e testimoniarla. «In un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato» occorre «un rinnovato impulso, che punti a ciò che è essenziale della fede e della vita cristiana» (Benedetto XVI, Discorso all’Assemblea generale della CEI, 24 maggio 2012). E ancora: «Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza» (Benedetto XVI, Porta fidei, 9).

 

Sembra scomparire la bellezza che affascina - «La mostra “Videro e cedettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani” – ha scritto monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione - intende innanzitutto ribadire ciò che sta all’origine della fede di ogni uomo: il dono di grazia che scaturisce dall’incontro con il Cristo, morto e risorto, unico salvatore dell’uomo.

Questo incontro è possibile oggi poiché Egli è il vivente, ed è per riscoprirne la “gioia ed il rinnovato entusiasmo” che il Papa, come ha ricordato nella Lettera apostolica Porta fidei (cfr. n.2), ha indetto l’Anno della fede». «La fede in Gesù, verbo incarnato, rende l’arte non un mero elemento ornamentale quanto, piuttosto, la descrizione di un’esperienza di fede che deve essere raccontata, perché nelle immagini il mistero può essere riproposto in quanto creduto, celebrato e contemplato. Ciò consente, nello stesso tempo, di non lasciar cadere la provocazione derivante da uno dei grandi equivoci del nostro tempo: la bellezza, che da sempre affascina come particolare forma di contemplazione che spinge all’amore, sembra scomparire lentamente dal nostro mondo, esponendolo al pericolo dell’insipienza. Dove viene a mancare la bellezza, infatti viene a mancare l’amore e con esso il senso della vita e la capacità di generare futuro. Oggi si parla spesso di bellezza; eppure sembriamo incapaci a pensarla, promuoverla, difenderla e realizzarla. Quando la bellezza, infatti, si esaurisce nella forma narcisistica del culto di sé, diventa incapace di suscitare il genio che produce opere in grado di perdurare negli anni e diventare eterne. Si scivola nell’effimero e si perde il senso della verità e della bontà»

 

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