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HOME > di Mese in Mese > 11 Marzo 2013

EROGATI I PRIMI AIUTI DELLA “FASE DUE”
DEL “FONDO FAMIGLIA LAVORO”

 

Il Fondo Famiglia Lavoro, istituito dalla nostra diocesi, ha iniziato a erogare i primi contributi. Il Consiglio del Fondo ha autorizzato l'erogazione di 82.202 euro a favore di 51 nuclei familiari colpiti dalla crisi. Un sostegno per affrontare le necessità quotidiane di fa­miglie ormai con l'acqua alla gola.

 

Contributi erogati anche per intraprendere un cammino di forma­zione e reinserimento professionale, se­condo la filosofia della “fase  due” del Fondo, rilanciato il 29 novembre scorso dall'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola.

“Con l’aiuto in denaro ricevuto dal Fondo, le persone potranno affrontare le necessità quotidiane e intraprendere percorsi di formazione professionale”, spiega un comunicato diffuso dalla Diocesi. “Le risorse”  anzitutto “serviranno ai beneficiari per pagare le rate del mutuo, le bollette arretrate, e in alcuni casi a evitare lo sfratto. L’intervento economico immediato si è reso necessario per abbattere il carico di debiti che si e accumulato anche in un periodo di tempo breve, di soli pochi mesi, dalla perdita del lavoro, a causa in genere di redditi bassi che non permettevano di accumulare risparmi”. Ma aiutare chi è in grave difficoltà a causa della crisi, non basta. La “fase due” ha l’ambizione di aprire prospettive oltre l’emergenza, puntando sul lavoro e indirizzando le risorse in tre direzioni: i percorsi di formazione, riqualificazione e reinserimento produttivo; gli interventi di microcredito orientati avvio di piccole attività economiche; le attività di accompagnamento e formazione per le imprese. Un quarto strumento, il contributo a fondo perduto, è previsto nei casi in cui le altre soluzioni non siano percorribili. 

Con questa prima erogazione della “fase due” sono state aiutate cinque persone, per le quali, spiega il comunicato della Diocesi “è già stato messo a punto un progetto: da subito inizieranno un corso di formazione professionale che si concluderà con un tirocinio in azienda nell’ambito alberghiero e della ristorazione. I corsi dureranno dai tre ai sei mesi e saranno realizzati dalla Fondazione San Carlo, l’ente legato a Caritas Ambrosiana, con dieci anni di esperienza nel settore.” Le 51 domande accolte “fanno parte delle 299 richieste di aiuto che la segreteria del Fondo deve ancora esaminare. Le richieste sono state presentate soprattutto da stranieri (70%), uomini in larga maggioranza, quasi tutti operai, non solo generici: la metà possiede una specializzazione tecnica. I principali settori produttivi di provenienza sono: l’edilizia, il metalmeccanico, la logistica”.

La “fase due” del Fondo dispone al momento di 3.401.043,66 euro, comprensivo del milione donato dalla Fondazione Cariplo.

Come sostenere il Fondo della diocesi?  Per sostenere il Fondo Famiglia Lavoro della Chiesa ambrosiana, è possibile versare il proprio contributo secondo una delle modalità riportate sul sito della Diocesi Ambrosiana (www.chiesadimilano.it).

Il Fondo è uno strumento integrativo, come ha osservato il sociologo Aldo Bonomi, e non sostitutivo dell’impegno delle istituzioni: “Non è mai stato un meccanismo sostitutivo, è aggiuntivo, di presenza in primo luogo culturale, perché ovviamente è una goccia nel mare.” L’importante è che però le istituzioni - ai diversi livelli, quindi anche ogni singolo Comune - facciano per intero la loro parte.

Per accedere al Fondo, a livello cittadino, ci si può rivolgere al Centro di ascolto della Caritas cittadina, presso il Centro cardinal Colombo di piazza Matteotti 20.

Nella giornata della solidarietà, dello scorso 10 febbraio, dedicata al Fondo Famiglia Lavoro, nella nostra Comunità pastorale sono stati raccolti 5.000 euro. Segnaliamo inoltre che nelle tre chiese parrocchiali cittadine è presente, a rotazione, una cassetta per raccogliere offerte da destinare a “affitti e utenze” o al “pane per i poveri” o al “Fondo Famiglia Lavoro”. Da giugno a dicembre scorsi, grazie a queste tre cassette, sono state raccolte 2.706 euro.

L’invito della Caritas cittadina è a “tenere desta l’attenzione e il cuore aperto, per non abbandonare chi può contare solo sulla nostra concreta solidarietà”.

C.G.

 

 

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