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HOME > di Mese in Mese > 4 Marzo 2013

GIOCO D’AZZARDO: L’ASL LANCIA L’ALLARME

 

L’ Asl Milano 2 ha organizzato, lo scorso 19 febbraio, un convegno - “A che gioco giochiamo?… Siamo tutti coinvolti” - alla “Casa delle Arti” di via De Gasperi, per fare il punto della situazione del gioco d’azzardo nei Comuni di sua competenza, nei quali le vittime del gioco d’azzardo sono in aumento.

 

Secondo i dati forniti dall’Asl Milano 2 (con competenza da Trezzo sul’Adda a Binasco, passando per Cernusco e Melegnano), al momento sono in carico alle sue strutture 100 malati di scommesse e videopoker che entro luglio diventeranno 130. Nel 2012 i pazienti erano 79, contro 44 del 2011. Un fenomeno in allarmante crescita. Il direttore del dipartimento delle dipendenze di Asl Milano 2, Alfio Lucchini, ha parlato di circa mille studenti e tra i seimila e i settemila adulti a rischio gioco d’azzardo patologico. Il maggior numero di casi si registra tra i giovani sotto i 25 anni e gli over 45, mentre le donne rappresentano il 30% dei giocatori compulsivi.

Sempre secondo i dati dell’Asl Milano 2, nella popolazione studentesca il 58% dei ragazzi e il 39% delle ragazze ha puntato denaro negli ultimi dodici mesi. Intanto c’è da registrare che, nei mesi scorsi, la medesima Asl ha promosso una campagna informativa per la prevenzione presso i 1.500 bar che possiedono complessivamente oltre 4.000 videopoker.

 

Per i bar obbligo di informare -  Una legge del 2012 impone, a partire dal 1 gennaio 2013, ai “gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, ovvero di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi”, di esporre “il materiale informativo predisposto dalle aziende sanitarie locali, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate al G.A.P.” (Gioco d’azzardo patologico).

Un’informativa che evidenzia, innanzitutto, che “Il gioco d’azzardo può diventare un problema. Se si intrattiene una regolare attività di gioco, le probabilità di sviluppare un problema sono più alte di quelle di ottenere una grande vincita. Più una persona gioca, più alto è il rischio che sviluppi un problema di gioco. Se giochi occasionalmente … hai 1 probabilità su 50 e se giochi una o più volte la settimana a un gioco che non sia una lotteria…1 probabilità su 7. Segnali importanti per capire che il tuo gioco sta diventando un problema: aumento dell’indebitamento, difficoltà a pagare i conti in tempo, mentire agli amici e ai familiari, sentirsi di cattivo umore, irritabile o arrabbiato, perdere il lavoro a causa del gioco o avere difficoltà nel concentrarsi sul lavoro, spendere tempo e denaro al gioco piuttosto che passare il tempo con gli amici, pensare che continuare a giocare risolverà i problemi finanziari, sentire che il gioco è diventato padrone di te.”

 

Invito rimasto sinora inascoltato - Anche da questo sito abbiamo lanciato più volte l’allarme sul gioco d’azzardo e sulle sue conseguenze. L’ultima volta lo scorso 21 gennaio quando abbiamo ripreso l’indagine svolta fra i Centri di ascolto della Caritas Ambrosiana. Dai dati presentati emergeva la conferma che il gioco d’azzardo diventa sempre più spesso una vera e propria malattia, impoverisce le persone e le loro famiglie, spinge ai margini della società e, non di rado, rende schiavi dell’usura e della criminalità organizzata. Inoltre, riferivamo anche della presentazione, da parte di Legautonomie Lombardia, del manifesto per la legalità che aveva già raccolto una cinquantina di adesioni tra i comuni italiani, tra cui anche quella del Comune di Milano, e accennavamo ad alcuni iniziative di sensibilizzazioni intrapresi da alcune amministrazione comunali e ci chiedevamo: a quando l’adesione del nostro Comune a questo manifesto? Ricordiamo che i primi cittadini che sottoscrivono il manifesto si impegnano, tra l’altro, a organizzarsi “in rete consapevoli che insieme si è più forti e si può contrastare la diffusione del gioco d’azzardo”, a costruire “reti nei territori con associazioni, volontari, polizia locale e forze dell’ordine per attivare iniziative culturali, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto”. Ma la nostra domanda è rimasta sinora senza risposta. Non per questo smetteremo di porre all’attenzione dei cernuschesi questo problema. 

C.G.

 

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