CernuscoInsieme

Condividi il contenuto di questa pagina con i tuoi amici:

Torna alla pagina precedente

comunità pastorale

voce amica agorà oasi cVillage

piazzetta

dalla città

CernuscoInsieme.it - Il Portale della tua Città

Stai navigando in
HOME > di Mese in Mese > 29 Ottobre 2012

CINQUANT’ANNI FA
L’INGRESSO DEL PREVOSTO ROSSIGNOLI

 

Fece il suo solenne ingresso domenica 11 novembre 1962 e guidò la nostra parrocchia dal 1962 al 1989. Arrivò in una “comunità cernuschese che si (stava) evolvendo in modo impressionante nella sua struttura, negli uomini e nelle cose: l'antiquato ed il brutto (cedeva) il posto, visibilmente, al nuovo, al bello, al moderno; un ingente gruppo di fratelli immigrati (approdava) qui, infondendo nuova linfa alla comunità civica e parrocchiale, pieni di fiducia nell'avvenire, desiderosi di ricevere un conforto umano e spirituale.”

Ricorderemo don Arcangelo Rossignoli il prossimo 10 novembre, con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Giuseppe Merisi vescovo di Lodi e presidente della Caritas Italiana.

 

Sfogliando l’album dei ricordi, mi appaiono ben nitide le immagini di quella domenica pomeriggio dell’autunno del 1962 – una bella giornata riscaldata dal sole dell’estate di san Martino, era infatti l’11 novembre. Allora ero un chierichetto alle prime armi e ricordo che tutta  Cernusco era in festa perché stava per accogliere il nuovo prevosto, chiamato a succedere a monsignor Claudio Guidali, che per oltre trent’anni, dal 1930 al 1962, aveva retto la nostra parrocchia, stimato e amato da tutti. L’attesa era vivissima, la gente aveva fretta di incontrare il nuovo pastore: chi stava per arrivare raccoglieva certamente un’eredità non facile.


L'arrivo al Santuario di S.Maria

Il primo saluto

Don Arcangelo si era già presentato ai suoi nuovi parrocchiani con un primo saluto, pubblicato su Voce Amica di novembre di quell’anno. Da quelle sue parole iniziali traspare subito lo stile che caratterizzerà il suo ministero pastorale in mezzo a noi.

«Vi giunga, dilettissimi parrocchiani di Cernusco, sincero e cordiale il mio primo saluto. Serbo per voi grande affetto, sebbene ancora non vi conosca personalmente. Dal momento in cui la Provvidenza ha benignamente disposto che io fossi designato parroco di codesta importante parrocchia, ho pregato per voi, per ciascuno di voi. So di entrare in una parrocchia che ha tradizioni antichissime di storia religiosa e civile, di succedere a prevosti di altissimo prestigio spirituale e morale, di venire tra un popolo tanto buono. Vengo a voi nel nome del Signore, Ministro di Dio, Sacerdote di Cristo. Vengo a voi per continuare la missione di Gesù, così come hanno fatto i miei venerati predecessori. Il mio compito non è facile. Voi dovete aiutarmi con la vostra preghiera. Aiutatemi, pregate tanto per me! E' quello che solo aspetto in questa trepida attesa. Mi è di conforto e di gioia arrivare in una parrocchia posta sotto la protezione della Madonna Assunta. Alla Celeste Patrona affido, fin da questo momento, il mio apostolato in mezzo a voi; alla Celeste Patrona affido tutta la parrocchia; La prego vivamente che faccia da parroco; io Le starò in sottordine, raccoglierò le Sue direttive, i suoi consigli. Guidati da una Mamma così buona e saggia, facilmente troveremo la soluzione ai problemi più assillanti, più speditamente cammineremo sulla via del bene, a salvezza di Cernusco cristiana. La Madonna vi benedica tutti!

 
In cammino verso la prepositurale

 

L’ingresso

Il nuovo prevosto, come da antica tradizione, fu accolto al Santuario di Santa Maria dalle autorità civili e religiose. Indossata la cappamagna e ricevuta la ferula, in processione, tra due fitte ali di folla sfilò per le vie del paese, addobbate a festa, e raggiunse la chiesa prepositurale, che non riuscì a contenere tutti i presenti. Una chiesa sontuosamente addobbata, all’interno e all’esterno, come si era soliti fare in quegli anni, per le grandi occasioni. Un artistico cartello, posto sopra il portone principale, recava la scritta Cernusco credente accoglie Don Arcangelo Rossi­gnoli suo nuovo Prevosto dicendogli di cuore: Benedictus qui venit in nomine Domini”. Sul sagrato, fu salutato dal Sindaco, Carlo Trabattoni. Seguì il rito della presa di possesso, la solenne celebrazione eucaristica e la benedizione.

Don Arcangelo, in dicembre, su Voce Amica, ricordando il suo ingresso scrisse di aver «sentito palpitare attorno alla mia povera persona tutto l'affetto dei miei figli spirituali che amano il sacerdote, riconoscendolo padre delle loro anime. Ho compreso tutta la loro giustificata attesa, perché, con il mio lavoro e la mia dedizione continui la gloriosa serie dei prevosti cernuschesi nel modo più degno. Grazie a tutti e ... a tutte indistintamente le persone di Cernusco, che mi si sono strette attorno con spontaneità e cordialità. In tal modo hanno reso meno difficile il mio distacco dalle persone e dai luoghi che lasciavo, per assumere la nuova responsabilità della parrocchia facilitandone l'inizio. Tutto ciò mi impegna a prodigarmi completamente per il mio nuovo campo di lavoro, corrispondendo con totale dedizione di cuore, di intelligenza, di forze alla spontanea offerta di bontà, fattami prima ancora di conoscermi. Ricambio poi tutti pregando dal Signore ogni benedizione. E a tutti ripeto: mettiamoci a lavorare insieme per il bene spirituale della nostra Cernusco, per essere degni delle tradizioni dei nostri Padri.»

 

Il benvenuto dell’allora sindaco Carlo Trabattoni

Per capire com’era la Cernusco di allora, ci è utile rileggere il benvenuto che il Sindaco, Carlo Trabattoni, sempre dalle pagine di Voce Amica, diede al nuovo prevosto. «Ogni istituzione, e quindi anche la parrocchia, si rinverdisce ad ogni cambio di guardia, imposto dalla natura e dal volere di Dio, ma soprattutto perché, nel caso nostro particolare, il nuovo Pastore arriva a noi circondato di chiara fama per le virtù sue, umane e sacerdotali, e per l'esperienza di cinque lustri di intensa vita pastorale. Due doti queste che pascono la speranza, anzi consolidano la certezza di un adeguamento collettivo, del Pastore e del gregge, alle necessità imposte dal dinamismo che caratterizza il momento attuale. La comunità cernuschese infatti si sta evolvendo in modo impressionante nella sua struttura, negli uomini e nelle cose: l'antiquato ed il brutto cede il posto, visibilmente, al nuovo, al bello, al moderno; un ingente gruppo di fratelli immigrati approda qui, infondendo nuova linfa alla comunità civica e parrocchiale, pieni di fiducia nell'avvenire, desiderosi di ricevere un conforto umano e spirituale.

Signor Prevosto, so che Ella, fin dai primi anni del suo ministero, s'è fatta una concezione positiva della comunità cernuschese, che ora Iddio Le affida: mantenga quella prima impressione, perché corrisponde in gran parte al vero; la sua sensibilità pastorale, basandosi su tale piattaforma, saprà trovare gli elementi atti ad una sublime elevazione, morale e sociale, dei singoli e della collettività. Ricordo con commozione gli ultimi giorni di vita del compianto monsignor Guidali: in uno dei brevi intervalli di lucidità, alzando la stanca mano, volle benedire me e in me tutto il popolo di Cernusco: chiedo ora a Lei, novello Pastore, a nome del popolo tutto, la sua benedizione, che è la benedizione di Cristo, perché si mantenga tutto ciò che di buono si è fatto nel passato e si prosegua senza soste verso le più alte mete del benessere morale e sociale. Ciò si otterrà, ne siamo sicuri, perché Iddio ci assisterà, come ci ha assistiti mandando Lei come nostra guida spirituale. Ne sia ringraziato!»

 

Da Gaggiano a Cernusco

Don Arcangelo, nato a Gaggiano il 16 dicembre 1909, entra in seminario a diciassette anni, dopo una prima esperienza lavorativa come sellaio e tappezziere. Ordinato sacerdote, nel Duomo di Milano, con altri trentasette compagni, il 22 maggio 1937, dal cardinal Schuster, è destinato a Fara d’Adda, alla frazione di Badalasco, dove rimane per due anni; poi alla cappellania presso l’ospedale di Treviglio e alla frazione Geromina, per dodici anni; quindi rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime, dal 1950 al 1954, sempre a Treviglio; nel 1954 è incaricato di erigere la parrocchia Madonna Pellegrina in Bareggio, che guida fino al 1962, quando è nominato prevosto di Cer­nusco. Nel 1989 si ritira presso il Soggiorno Monsignor Biraghi delle Suore Marcelline, dove muore il 26 giugno 1997, all’età di 87 anni, a poco più di un mese dal suo 60° anniversario di ordinazione sacerdotale.

 
la Prepositurale stracolma di fedeli

“Sentinella vigile del suo popolo”

Potremmo accennare alle tante opere realizzate negli anni in cui guidò la nostra parrocchia: il Centro sportivo Don Gnocchi, le due nuove chiese parrocchiali, l’acquisto della pensione di Bolbeno, l’avvio del completamento dell’oratorio, con il “Progetto Sacer 2000” (libreria e cinema-teatro), senza dimenticare le polemiche seguite all’abbattimento della vecchia chiesa parrocchiale di piazza Matteotti e la costruzione del Centro Cardinal Colombo. Ma se ci dovessimo limitare a questo non capiremmo l’importanza che questo prevosto ha avuto per la vita della nostra comunità cristiana e gli faremmo un imperdonabile torto. Siamo ormai a oltre vent’anni dalle sue dimissioni e, quindi, è possibile ripensare al camino percorso sotto la sua guida e cercare di coglierne i tratti fondamentali. In questo ci aiuta un suo coadiutore che collaborò con lui sino al 1972.    

Negli anni ruggenti – 1968/75 “e di confusione, soprattutto religiosa e culturale, in cui pareva che tutto dovesse crollare – disse monsignor Giuseppe Locatelli, ritornato a Cernusco per rendergli l’estremo saluto nel 1997, don Arcangelo ci ha sostenuti nel cammino di fede proponendo con una testimonianza grande, con fermezza e determinazione, la sequela fedele a Cristo, la devozione alla Madonna. Sempre in quegli anni, pur condividendo le innovazioni esigite dal post-Concilio, ci ha fatto apprezzare senza esitazione la figura del Papa, del vescovo, come garanti della fede genuina, della sana tradizione e dell’ortodossia. Egli è stato in quegli anni, potremmo dire, la sentinella vigile del suo popolo.” E ancora “di don Arcangelo ricordo la saggezza pastorale nel guidare la comunità parrocchiale: egli aveva le idee chiare in fatto di pastorale per cui mirava all’essenziale, soprattutto aveva sempre a cuore la promozione umana e cristiana delle singole persone, delle famiglie, dei gruppi, delle associazioni, dei movimenti ecclesiali e dell’intera parrocchia.” Don Arcangelo è stato un prevosto dallo stile di vita essenziale: “questo nostro parroco viveva poveramente, non lo faceva capire, non lo ostentava, ma lo si sapeva, senza nessuna ambizione, non si è mai concesso un giorno di riposo, andava solo agli esercizi spirituali o a qualche pellegrinaggio o al massimo a visitare in una giornata il campeggio Sacer o la pensione di Bolbeno.” Solo negli ultimi anni aveva cominciato a frequentare quest’ultima località, con il turno degli anni, a fine agosto. La sintesi della vita di don Arcangelo – tracciata da monsignor Locatelli - è in questa testimonianza: “Lui ci ha insegnato proprio che era capace di diminuire per far crescere gli altri.”

 

Gratitudine e riconoscenza

Ricordare oggi, a distanza di cinquant’anni dall’ingresso, don Arcangelo significa, innanzitutto, non dimenticarci mai che la presenza di un prete nelle nostre parrocchie è non è un diritto ma un dono. Poi è anche l'occasione per ricercare i volti dei tanti presbiteri che abbiamo incontrato e che hanno incarnato - in maniera ogni volta unica e diversa - l'essere prete. Uomini di Dio che ancora oggi ci possono testimoniare la possibilità di vivere la vita come dono senza riserve. Inoltre, ci invita a esprimere tutta la nostra gratitudine al Signore per aver donato alla nostra parrocchia preti capaci di farci innamorare di Lui, a essere riconoscenti verso chi non si è risparmiato nel suo ministero pastorale in mezzo a noi e a mantenere viva la loro memoria.

 

L’anniversario dell’ingresso

La Parrocchia Santa Maria Assunta ha promosso e organizzato, in occasione del 50° anniversario del suo ingresso, una giornata in ricordo di monsignor Arcangelo Rossignoli, raccogliendo la disponibilità della Cooperativa Edificatrice Constantes a collaborare nell’iniziativa.  Rossignoli è stato socio della Cooperativa e ne ha sempre sostenuto e incoraggiato l’attività, consapevole dell’importanza per ogni famiglia, soprattutto se giovane, di poter disporre di una casa, in affitto o in proprietà, e pensare così con maggior serenità al proprio futuro. 

La giornata sarà caratterizzata dalla presenza di monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente della Caritas Italiana. Merisi, nativo di Treviglio, ha conosciuto don Arcangelo sin dalla sua giovinezza, poi lo ha avuto come decano, quando lui era coadiutore a Cologno Monzese e così ha sempre mantenuto con lui un profondo rapporto di amicizia.

È significativo che l’anniversario dell’ingresso coincida con la giornata diocesana della Caritas Ambrosiana, quasi a sottolineare e a ricordarci la preferenza di don Arcangelo per i poveri.

 

Don Arcangelo nei ricordi di monsignor Giuseppe Merisi

L’attuale vescovo di Lodi è già stato a Cernusco nel maggio del 1997 per presiedere una solenne celebrazione eucaristica in occasione del 60° di ordinazione sacerdotale di don Arcangelo Rossignoli. «Ho avuto la fortuna di conoscere don Arcangelo - disse in quell’occasione monsignor Merisi - insieme con i miei genitori e con i miei familiari, nella Parrocchia di Treviglio nei primi anni del dopoguerra e da allora ho sempre seguito il suo cammino sacer­dotale, da lontano, o da vicino come negli anni ’70 quando ero coadiutore a Cologno Monzese. Pertanto penso di poter riflettere ad alta voce assieme con voi per trarre dal suo esempio qualche insegnamento per la nostra vita cristiana. Un primo esempio riguarda il suo rapporto profondo con la testimonianza e la vita con l'Arcivescovo beato, il Cardinal Schuster, che ha segnato la sua formazione, che lo ha ordinato e che lo ha accompagnato per i primi 17 anni del suo ministero sacerdotale.

Quando lo scorso anno (1996) abbiamo risentito parlare di Schuster, della sua vita, della sua spiritualità, della sua pastorale, ciascuno di noi av istintivamente pensato a qualche prete di quelle gene­razione che ha incarnato bene l'insegnamento dell'Arcivescovo beato. E io ho pensato subito a Don Arcangelo, alla sua profonda spiritualità, al suo spirito di preghiera, alla sua dedizione incondi­zionata e senza risparmio al bene della gente, al suo rigore morale, e anche alla sua stima per la collaborazione dei laici, nell’Azione Cattolica e negli altri organismi di partecipazione e di apostolato. I tempi di oggi non sono certamente quelli di Schu­ster e del giovane Rossignoli, ma di quella testimonianza rimane un valore non caduco e certamente valido anche per la nostra vita di oggi. Valore riconducibile al primato di Dio e a quella che anche il nostro attuale Arcivescovo Cardinal Martini ha chiamato comunità alternativa: alternativa perché capace di testimoniare comportamenti diversi da quelli dell'individualismo e dell'edoni­smo oggi prevalenti.

Monsignor Rossignoli in tutta la sua vita, in tutta la sua predicazione, nel suo diuturno lavoro di confessore e direttore spirituale, ha sempre testimoniato e predicato la vita sentita come scelta asso­luta a favore del Signore, nel rigore del comportamento morale, nella preghiera quotidiana, nell'apostolato della Parrocchia. E questi sono valori di tutti e di sempre, che anche con il mutato linguaggio di oggi, e nel dialogo con tutti, possiamo imitare con vantaggio per noi e per le nostre comunità.

Un secondo esempio che possiamo trarre dalla testimonian­za di Don Arcangelo riguarda il suo rapporto con la Beata Vergine Maria. Dal Santuario della Madonna delle Lacrime a Treviglio, alla vicenda drammatica della Madonna Pellegrina di Bareggio, alla Beata Vergine Addolorata di Cernusco con il san­tuario sul Naviglio, e con la devozione alla Madonna del Divin Pianto: tutta la sua vita sacerdotale è stata vissuta in dialogo con Maria, con la Madre di Dio, che ha consentito a monsignor Rossignoli di affinare in tutti gli anni del suo sacerdozio il senso della vita come risposta quotidiana alla chiamata del Signore. Ed anche di vivere l'unione con il Signore nella preghiera con la stessa semplicità e con la stessa familiarità di Maria.

La devozione mariana di Don Arcangelo non ha mai avuto punte di fanatismo, ma ha sempre collocato la pietà mariana dentro il corretto contesto teologico che il Concilio ha precisato facendo della festa mariana, del mese di maggio, del mese di ottobre, occasioni di provvida iniziativa pastorale.

La terza riflessione sull'esempio di Don Arcangelo riguarda, al contempo, la semplicità e la dedizione del suo servizio nella guida pastorale delle comunità che gli sono state affidate. Semplicità, e povertà autentica, che hanno sempre favorito l'immediatezza del contatto della gente, da lui sempre accolta e aiutata. E dedizione per la quale non si è mai risparmiato facendo della vita oltre che una risposta al Signore anche una donazione amorevole e disinteres­sata al bene pastorale e spirituale della gente

 
don Arcangelo all'inizio della solenne Messa d'ingresso

Nel vicolo, un monumento

Il segno tangibile in ricordo di monsignor Rossignoli sarà l’inaugurazione di un monumento a lui dedicato nel vicolo che già porta il suo nome. Ricordiamo che già l’amministrazione comunale guidata da Daniele Cassamagnaghi, raccogliendo il desiderio della nostra parrocchia, aveva deciso di intitolare a don Arcangelo Rossignoli il vicolo che collega via Cardinal Ferrari con piazza Unità d’Italia, al momento non ancora aperto al pubblico transito. La parrocchia grazie al contributo della “Constantes” ha presentato un progetto per la collocazione, all’inizio del vicolo, in prossimità del sagrato della prepositurale, di un monumento che ricorderà alle future generazioni don Arcangelo. L’opera è dello scultore Mario Toffetti di Fornovo San Giovanni, lo stesso artista che ha eseguito le opere collocate nel 2008 nella nostra prepositurale, mentre il progetto del monumento è dell’architetto Paolo Grassi.

Cernusco deve sentire la gioia di essere terra cristiana, questa è la tua vera grandezza, la tua vera gioia!”: ce lo ricordava spesso don Arcangelo. Non dimentichiamocelo.

 

C.G.

 

Sito continuativamente attivo dal 1 gennaio '01  -  Best View:  800x600 - IE 6