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IL SINDACO: "NON POSSIAMO
PIÙ GARANTIRE I SERVIZI AI CERNUSCHESI"

Anche il nostro consiglio comunale, con la seduta “aperta” dello scorso 15 settembre, ha protestato contro i tagli alla spesa degli enti locali decisi dal governo e approvati dal parlamento.

Lo scorso 15 settembre si è tenuto un consiglio comunale "aperto" per "parlare dei tagli agli enti locali" generati dall'ultima finanziaria e dal recente decreto legge varato, dopo varie peripezie, dal Governo e approvato dal parlamento. Pubblico delle "grandi occasioni", a testimoniare l'interesse e le preoccupazioni che questo argomento suscita anche tra i Cernuschesi. La seduta è stata aperta dal Sindaco, Eugenio Comincini, che ha fatto un'introduzione utile a inquadrare il tema della serata, così da offrire lo spunto agli interventi dei cittadini presenti, chiamati ad essere parte attiva nella discussione.

“Sarà impossibile garantire i servizi”
Nel suo intervento il Primo Cittadino ha definito quest’ultima manovra economica  come "poderosa nella dimensione ma certamente scarsa dal punto di vista della strutturalità degli effetti, alquanto iniqua rispetto al peso caricato sulle diverse articolazioni dello Stato, incapace di coniugare bene il necessario rigore con l'esigenza di sviluppo". Comincini ha poi proseguito andando a spiegare i motivi di queste sue considerazioni, le quali si riferiscono in modo particolare agli impatti derivanti dai "tagli ai trasferimenti" e dai vincoli generati dal “patto di stabilità”. Per quanto riguarda i "tagli" imposti a Regioni, Province, Comuni con il Decreto 78 dello scorso anno, il decreto 98 di luglio e il decreto 138 di agosto, i numeri parlano da soli: riduzione dei trasferimenti, per i soli Comuni, in 4 anni, di ben 23,86 miliardi di euro (50.000 miliardi delle vecchie lire). "A queste cifre folli a carico dei Comuni" ha insistito il Sindaco "si sommano i tagli di pari importo per le Regioni e le Province: va da sé che con questi numeri sarà impossibile garantire i servizi sino ad ora offerti con fatica dagli enti territoriali ai propri cittadini".  E'stata poi evidenziata l'ingiustizia di fondo nel suddividere gli "oneri" di questa manovra, in quanto i dati dimostrano che lo "Stato" pesa per il 75% nella spesa pubblica mentre gli enti territoriali solo il restante 25%: purtroppo alle autonomie locali è stato imposto il carico del 75% delle manovre degli ultimi 2 anni. Questo significa che si sta verificando concretamente uno spostamento di spesa dagli enti locali verso il Centro ovvero si sta percorrendo la strada contraria a quella del federalismo fiscale che dovrebbe spostare le leve di spesa verso i Comuni che sono la realtà più vicina al cittadino. Ecco perché i sindaci (l'86% secondo i dati ANCI),  di ogni colore politico, stanno promuovendo azioni di lotta contro questi tagli.  Comincini però ci tiene a sottolineare che "i Primi Cittadini non protestano e basta, ma fanno un'assunzione di responsabilità, consapevoli del momento difficile che viviamo. Siamo disponibili a fare la nostra parte; che presuppone però che anche le altre articolazioni dello Stato facciano la loro, in particolare l'apparato centrale e ministeriale, che fino ad ora non ha subito particolari decurtazioni di spesa! "  Il secondo punto "caldo" attiene alla richiesta, sempre avanzata dai sindaci, di modificare radicalmente il “patto di stabilità.” Questo strumento creato dalla Comunità Europea per tenere sotto controllo la spesa pubblica dei singoli Paesi, declinato in modi diversi dagli stessi, si è tramutato negli ultimi anni  in uno "strumento perverso che di fatto non consente di spendere tutti i soldi che i Comuni hanno a disposizione, al netto dei tagli. Il nostro Comune, ad esempio, ha congelato in Banca d'Italia (a tasso zero!) quasi 22 milioni di euro, che non possiamo utilizzare per effettuare pagamenti di opere già decise e regolarmente finanziate".  Questo, ribadisce Comincini, ha un impatto devastante anche sulla nostra economia nazionale perché «spesso sono proprio gli enti locali, che non possono pagare per via del “patto di stabilità”, gli "agenti di morte" delle aziende italiane (quelle che operano con la pubblica amministrazione), trovatesi in gravissime difficoltà finanziarie perché non sono state pagate per le loro commesse pubbliche. In un momento di crisi come questo, consentire di pagare le commesse pubbliche equivale a far circolare ricchezza, stipendi, consumi, produzione, ecc., cioè far ripartire l'economia. Ecco perché chiediamo insistentemente un cambio delle regole del patto, che consenta di sbloccare le risorse per effettuare pagamenti utili non solo alle opere pubbliche delle nostre città, ma anche all'economia italiana per la ricchezza che verrebbe inserita nel sistema. È chiaro a tutti (come è stato ampiamente argomentato da sindaci, presidenti e governatori sia di centrodestra che di centrosinistra, anche nelle recenti manifestazioni) che nelle condizioni sopra descritte non si possono più garantire i servizi ai cittadini: asili nido, assistenza scolastica, servizi sociali, ecc. Tutto diventa più drammatico. L'unica chance che ci è data è quella della leva fiscale, dell'aumento delle addizionali IRPEF, delle tariffe dei servizi, ecc. Il che significa che comunque è il cittadino e la famiglia a rimetterci: o avendo meno servizi di quanto ne avesse prima, o pagando di più per avere gli stessi servizi di prima.» E concludendo dichiara: "Auspichiamo che la nostra gente, i nostri concittadini, comprendano le ragioni della nostra protesta e le sostengano con noi".

Difficile programmare
A seguire è intervenuto l'assessore al Bilancio. Maurizio Rosci, il quale ha ripreso e approfondito i concetti esposti dal Sindaco, ribadendo che da parte dell'amministrazione comunale si è tenuto un comportamento "virtuoso" e attento, a proposito di conti e pianificazione. Ha ricordato che lo Stato chiede ai Comuni una pianificazione triennale e "noi l'abbiamo fatta secondo le regole vigenti, pianificando gli interventi dal 2011 al 2013. Ma poi il Governo ha cambiato le carte in tavola a gioco già avviato, intervenendo, solo dal 2010 ad oggi, con 4 variazioni di indirizzo e tagliandoci, solo per le spese correnti, circa 2 milioni di euro. Ci troviamo così ad avere sempre meno risorse da utilizzare per la nostra città perché sono meno i soldi che arrivano da Roma e, di quelli che vengono impegnati per realizzare i nostri progetti, una parte va accantonata presso la Tesoreria dello Stato. E va  ricordato che tutte queste cifre non tengono ancora conto dell'ultima manovra correttiva del Governo: riceveremo quindi ancora meno soldi dallo Stato e, a cascata, da Provincia e Regione".

Le opinioni dei cittadini
A questo punto il presidente del consiglio comunale, Giorgio Perego, ha dato la parola ai cittadini presenti. Gli interventi sono stati numerosi e vari. E' stata manifestata "amarezza" per quello che sembra un "andare alla deriva" in un Paese in cui la "classe politica" si è dimenticata che "il popolo è sovrano"; è stato chiesto alla Giunta, tenuto conto che non può sfuggire ai tagli indiscriminati di queste manovre del Governo, se a sua volta anche a Cernusco si taglierà senza guardare in faccia nessuno o si cercherà di fare delle scelte mirate. Su questo sono state espresse preoccupazioni per particolari situazioni quale quelle degli asili, delle scuole, dei servizi alla persona. Ci sono anche state proposte lanciate all'amministrazione comunale, indicando aree e situazioni che si ritiene necessario monitorare per recuperare risorse ed altre, più provocatorie, verso lo Stato quali il non rispettare il “patto di stabilità” (non praticabile) o sostenere con più forza le iniziative dei sindaci.

Gli interventi dei consiglieri comunali
Anche i consiglieri comunali, oltre all'analisi della situazione contingente e alle doverose dichiarazioni politiche, hanno avanzato una serie di proposte. Maggioranza e gli unici due membri delle opposizioni presenti (Angrisano e Cassamagnaghi), sono stati concordi nella lettura di quest’ultima manovra,  che risulta, citando il presidente di Confindustria, "un'operazione depressiva ... fatta per due terzi da tasse ... un balletto intorno alla riduzione dei costi della politica risoltosi nel nulla”.  Più volte si è levato il plauso e il sostegno a tutti i sindaci, di tutte le parti politiche, che stanno portando avanti questa protesta contro i tagli ormai divenuti veramente insostenibili; tutti hanno anche però sottolineato come il problema non sia faccenda dei primi cittadini ma di ogni consigliere comunale, a prescindere dal suo colore politico. Vi sono state anche proposte quali la rapida attivazione del Consiglio tributario comunale per il recupero dell'evasione a Cernusco, il proseguimento della ricerca di risparmi ed efficienze nella gestione della cosa pubblica fino a dove sia possibile, la richiesta di pagamento di ICI e tributi agli enti religiosi e no profit (con esclusione dei soli luoghi di culto e delle attività a favore dei poveri). Soprattutto da parte di alcuni Cernuschesi presenti è stato manifestato il disappunto per non essere stati ascoltati dai propri rappresentanti e  per  non aver potuto chiedere chiarimenti, sentire anche i loro pareri su un tema così delicato e attuale che li tocca così  da  vicino.

Assenti PDL e Lega
Sia da parte della giunta che del consiglio comunale e del pubblico è stato manifestato più volte dissenso per l'assenza "pesante" dei consiglieri di Lega Nord e PDL, motivata con la convocazione d’urgenza della seduta, senza rispettare i termini e le consultazioni di rito, e per il carattere propagandistico che poteva assumere.

“Tagli mirati”
L'assessore Rosci ha poi fornito una serie di dati sulla riduzione degli sprechi, il recupero di risorse effettuato in questi anni ma anche ribadito che i margini di manovra sono ormai praticamente inesistenti e ha concluso ricordando che i Comuni chiedono che almeno venga rivisto il “patto di stabilità”, sbloccando la metà delle risorse accantonate, così da fornire linfa vitale a chi governa il territorio e alle realtà economiche che con esso interagiscono.
Comincini ha poi risposto alle numerose domande del pubblico, spiegando i meccanismi del “patto di stabilità”, illustrando la situazione relativa alla mancata apertura di una nuova sezione di scuola materna, rassicurando i presenti che gli inevitabili tagli ai servizi, come già nel 2010, non saranno indiscriminati ma mirati , per  tutelare le fasce più deboli della popolazione. Ha poi elogiato il lavoro dei funzionari e dipendenti comunali, ribadito il significato del "movimento dei sindaci" e si è chiesto "quando anche i cittadini si muoveranno, mettendosi al nostro fianco per difendere i loro sacrosanti diritti ?" Chiudendo la serata, il Sindaco ha chiesto al consiglio comunale di far proprio e approvare un documento dell'ANCI di "protesta e proposta sulla manovra finanziaria del Governo", che è stato approvato all'unanimità.

Guido Brovelli
 

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