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RIFIUTI: I DATI DELLA “DIFFERENZIATA”
NELLA NOSTRA CITTÀ

Cernusco tra i "comuni ricicloni". La Lombardia non e' più la "prima della classe". Nord sempre avanti, centro assente, sud in crescita. Deludenti le grandi città.

Mentre il periodo delle vacanze estive volge al termine, gradita giunge la notizia, pubblicata sulla newsletter del Comune, che Cernusco eccelle nella raccolta differenziata, tanto da venire premiato da Legambiente con l'attestato riservato ai Comuni che gestiscono i rifiuti in maniera sostenibile. In questa speciale graduatoria, chiamata simpaticamente "Comuni Ricicloni 2011", Cernusco infatti si è posizionata quest'anno al 115° posto tra i Comuni superiori a 10.000 abitanti ricadenti nell'area nord del Paese. I dati raccolti in questa iniziativa, dicono che la percentuale della frazione raccolta in modo differenziato nella nostra città, si attesta al 63% e ciò significa una minor emissione nell'atmosfera di anidride carbonica pari a 108,1 Kg pro capite. Meglio di noi, in zona, solo Gorgonzola, Inzago e Cassina con percentuali pari o superiori al 70%. Per essere "ricicloni", l'obiettivo è quello di raggiungere quota 60% di raccolta differenziata dei rifiuti raccolti nel corso dell'anno, finalizzata al recupero dei materiali stessi.

Gli obiettivi “di legge”. Legambiente voleva quindi premiare solo quei Comuni che, nell'anno 2010, avessero saputo superare gli obiettivi indicati dalla legge (Finanziaria del 2007) che imponeva già l'obiettivo del 50% per il 2009 e del 60% per il 2011. Il popolo dei ricicloni è numeroso: 1290 Comuni italiani (per un totale di 8.136.837 abitanti pari al 13,4% della popolazione italiana) hanno infatti superato l'asticella stabilita. Se a questi aggiungessimo i 448 che hanno superato il 50% di raccolta differenziata, arriveremmo alla quota di 1738 Comuni che sono a posto con la legge dello Stato. Dai dati emerge inoltre che il Veneto si conferma la regione con il più alto numero di ricicloni in termini assoluti (381), seguito dal Friuli; a guadagnare posizioni è il Trentino Alto Adige che piazza 30 Comuni in più, mentre a perdere presenze nelle classifiche è proprio la Lombardia, per la quale abbiamo 116 Comuni in meno. Quasi il 50% dei Comuni penalizzati dall'innalzamento delle soglie di accesso, risiede quindi nel cuore dell'Italia industrializzata, a conferma di quanto segnala Legambiente da alcuni anni, ovvero di un sostanziale congelamento degli investimenti da parte di questa regione. Va poi sottolineato che la classifica stilata dall'associazione non considera solo il limite minimo di raccolta differenziata finalizzato al riciclo ma la valutazione avviene attraverso l'Indice di buona gestione che rappresenta bene l'azione a tutto campo del governo della produzione di rifiuti materiali della comunità locale: viene considerata la produzione totale di rifiuti pro-capite (e quindi le azioni di riduzione), la separazione di rifiuti pericolosi, i metodi di raccolta e l'efficienza del sistema, la qualità del servizio. Insomma la sostenibilità, a tutto tondo, ambientale, sociale ed economica del servizio. E' quindi evidente che il principio che viene premiato non è solo la quantità di differenziazione che punta al risultato immediato, magari a discapito della possibilità di riciclare effettivamente o di smaltire correttamente in seguito alla raccolta. Ed è qui che la Lombardia, prima regione riciclona della storia d'Italia, ha da qualche anno ceduto il passo: prima al Veneto, poi a quasi tutte le regioni del settentrione: segno evidente che la regione, le province hanno smesso di tirare, di promuovere i comuni virtuosi, di convincere le "sacche di resistenza" ad ogni riciclaggio (Milano è ferma ai livelli di 15 anni fa, la provincia di Pavia praticamente mai partita). Assenti per il terzo anno consecutivo i capoluoghi del centro Italia, dove nessuno supera il 60% di raccolta differenziata. Aumentano invece quelli del Sud che, arrivando a contarne cinque, eguagliano in quantità quelli del Nord, con la riconferma della Campania che, a dispetto di quanto avviene nel capoluogo e di quanto vediamo in televisione, colloca nelle differenti graduatorie demografiche ben 48 Comuni.

Assenti ancora le grandi città. Torino si difende giungendo ad un buon 42%, Milano ferma al 35% circa, Roma e Napoli un disastro! La raccolta di Torino e le sperimentazioni di Milano sono invece di grande interesse. Torino, nei quartieri dove ha attivato il servizio "porta a porta" ha superato nel 2010 il 60%, mentre negli altri la media si ferma al 31%. Milano ha avviato, su 200mila abitanti, la raccolta dell'umido da cucina per verificare la qualità della raccolta: oltre il 98% di purezza del materiale. Milano ha persino progettato un impianto di digestione anaerobica di questa "frazione umida" ma poi ha chiuso il progetto e puntato tutto su un nuovo inceneritore. E così entrambe le grandi città del nord si sono fermate. Il segno però è evidente: si può fare! Colpevole è l'essersi fermati. Si spera che il vento di novità che ha soffiato forte con le recenti elezioni porti qualcosa di innovativo e positivo anche per i nostri capoluoghi, a cominciare da Napoli.

Passiamo ora ai dati di casa nostra. Grazie alla disponibilità dell'assessore Vendramini, abbiamo dato uno sguardo anche ai dati che riguardano più nello specifico Cernusco, utilizzando le tabelle fornite da Cernusco Verde. Il prospetto riassuntivo mostra una raccolta complessiva dei rifiuti pari a 16.552 tonnellate, di cui 10.699 raccolte con la differenziata (che quindi si traduce in un significativo 64,64% secondo questi ultimi dati), che significa che ogni cernuschese produce circa 533 chili di spazzatura all'anno ma riesce a differenziarne 345. Un bel risultato, anche se sarebbe ancor meglio riuscire ad abbassare proprio la quota pro-capite di rifiuti.
Nella frazione differenziata le voci più incidenti sono l'umido e gli scarti vegetali (4.734 tonnellate), carta e cartone (2.153), vetro (1.188), legno (717), e così via.
La prima sottolineatura che l'Assessore pone è sul fatto che "differenziare è importante ma ancora più importante è differenziare bene, nel senso che se nel vetro ci finisce (per sbaglio o per pigrizia) anche la plastica la qualità della differenziata peggiora e i costi di smaltimento crescono. Poiché Cernusco Verde, di fatto, funziona con soldi pubblici, nel caso di raccolta differenziata scadente, ci troviamo di fronte ad un doppio danno: all'ambiente e alle nostre tasche".
Con il nuovo Regolamento per la Raccolta Rifiuti, approvato quest'anno dal Consiglio Comunale, coloro che non rispettano le "Regole del buon differenziatore" (che sono state pubblicate e distribuite sia con il giornale del Comune sia con apposito opuscolo predisposto dalla Cernusco Verde) verranno sanzionati con una multa. All'articolo 22 si spiega infatti che "qualora i rifiuti esposti non vengano debitamente differenziati (ad esempio bottiglie di plastica nei contenitori della carta), gli addetti della Cernusco Verde non ritireranno il contenitore/sacco e gli ispettori ambientali provvederanno ad apporre al contenitore un talloncino indicante <rifiuto non conforme> e a erogare una sanzione di 200 euro (art.60). Nei casi in cui non si possa stabilire chi non ha differenziato correttamente, come nel caso dei condomini, la suddetta multa verrà suddivisa tra tutti i residenti.
Vendramini si dice quindi soddisfatto di questi risultati, indice che si sta lavorando bene e nella direzione giusta ma "dobbiamo ancora migliorare. Questo è possibile sia in termini di percentuale di differenziata che di qualità della raccolta stessa. Il mio sogno sarebbe quello di potenziare ulteriormente la raccolta porta a porta e migliorare la qualità della differenziazione magari, come avviene nelle nazioni confinanti, arrivando a separare le diverse tipologie di vetro (bianco, verde, marrone). Nel frattempo il Comune, in accordo con Cernusco Verde, ha avviato una serie di programmi di sensibilizzazione nelle scuole, con momenti didattico formativi mirati e concorsi legati al tema dell'ambiente e alla corretta differenziazione dei rifiuti. E' anche questo un modo per stimolare un superamento dei buoni risultati fin qui acquisiti".

 

IL NUOVO ANNO SCOLASTICO,
TRA INCERTEZZE E PREOCCUPAZIONI

Fermento in attesa dell'apertura del nuovo anno scolastico: certezze e domande  in attesa di risposta

Un altro argomento, che ormai è divenuto un appuntamento fisso in settembre, è quello relativo all'apertura dell'anno scolastico. E' questo certamente un momento importante e delicato per la nostra comunità e negli ultimi anni, a causa dei drastici tagli di risorse e delle riforme avviate, tale partenza si rivela sempre incerta e faticosa, sia per chi lavora nel mondo della scuola che per alunni e famiglie che vi si avvicinano con qualche preoccupazione in più alla fatidica data. Abbiamo contattato l'assessore Maurizio Magistrelli, il quale ci ha fornito qualche dato di aggiornamento ma ci ha anche ricordato che molte cose sono ancora in divenire e che pertanto è prematuro parlare di Piano di Diritto allo Studio, allocazione di risorse, politiche scolastiche di ampio respiro. Ci auguriamo di poter fornire, nei prossimi mesi, un quadro completo ed esaustivo sul "mondo scuola" cernuschese.
A grandi linee, aggreghiamo le informazioni disponibili. Non siamo riusciti a recuperare i numeri generali ma sappiamo che nella scuola primaria sono state formate le seguenti nuove classi prime: 6 in Manzoni (5 tempo pieno + 1 tempo normale), 4 in via Mosè Bianchi (3 + 1) e 3 in via Don Milani (3 a tempo pieno). Per predisporre gli spazi per le nuove quattro prime di via Mosè Bianchi, sono stati avviati dei lavori di ristrutturazione recuperando quella che era, fino ad oggi, la presidenza e una delle aule della “Bachelet”. Sulla richiesta di attivazione di una nuova sezione della scuola dell'Infanzia in via Mosè Bianchi, rimandiamo ai comunicati stampa emessi dal Comune e riportati alla fine di questo articolo. Per i nidi comunali, ci risultano essere vari richiedenti in lista di attesa. Per quanto riguarda il comitato di gestione degli asili nido di Cernusco, è stato approvato il regolamento istitutivo nell'ultimo consiglio comunale di Luglio; Magistrelli ritiene che indicativamente si potrebbe procedere all'attivazione di questo nuovo organismo di partecipazione, che coinvolgerà amministrazione, operatori e genitori, con il prossimo mese di novembre.  Sul fronte dell'edilizia scolastica, il 15 settembre è scaduto il bando di concorso per la progettazione del nuovo polo scolastico di via Goldoni mentre sono iniziati, nel mese di luglio, i lavori per la costruzione della nuova sede dell'Aurora-Bachelet in via Masaccio; se non vi saranno contrattempi, la struttura sarà disponibile con l'avvio dell'anno scolastico 2012-2013.
Sempre nell'ultimo consiglio comunale, è stata deliberata la convenzione urbanistica relativa al bando, che sarà pubblicato a breve, per l'assegnazione di un'area finalizzata alla realizzazione di una scuola materna paritaria; il terreno compreso tra le vie Borsellino e Calvino, di proprietà comunale, vedrà sorgere una struttura con tre sezioni. La concessione in diritto di superficie avrà la durata di 40 anni, per un corrispettivo di 265.000 euro, e un costo previsto per la realizzazione della struttura, in classe energetica B e con la massima facilità ed economicità nella manutenzione, di 1.275.000 euro. Allo scadere della convenzione il tutto diventerà di proprietà comunale.
Restano invece aperti alcuni punti fondamentali per delineare il profilo di questo nuovo anno scolastico ma ad oggi, come già ricordato, non possiamo confermare ancora nulla. Sappiamo per certo che la Finanziaria del mese di luglio impone la riorganizzazione delle scuole del territorio in una logica di "verticalizzazione obbligatoria" ovvero accorpamento, il più omogeneo possibile, tenendo conto della vicinanza degli istituti e della loro "tipologia". Questa riorganizzazione comprende solo la scuola dell'obbligo e quindi scuola dell'infanzia, primaria, secondaria (non quella superiore). Ognuno di questi accorpamenti, denominati "istituti comprensivi", avrà al suo interno la scuola materna, elementare e media sotto un'unica dirigenza (il cosiddetto dirigente scolastico), offrendo percorsi formativi omogenei dai 3 ai 14 anni. L'obiettivo dichiarato è quello di utilizzare al meglio le risorse e offrire un  percorso educativo più omogeneo e lineare. Entro il 15 ottobre dovrà quindi essere predisposto il "nuovo piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche cernuschesi", evitando l'accorpamento di istituti cernuschesi a quelli di altri comuni limitrofi. Incidente sarà anche la "portata" dei nuovi tagli alla scuola che condizioneranno le scelte dell'amministrazione comunale e le assegnazioni delle risorse all'organico da parte dell'Ufficio Scolastico Provinciale (tradotto: quanti soldi e quanti insegnanti avremo a disposizione quest'anno?).
A chiudere e riassumere il quadro arriverà , si presume verso la fine di settembre, il Piano di Diritto allo Studio 2011-2012.
Guido Brovelli

CERNUSCO SUL NAVIGLIO, 8 settembre 2011 (Comunicato stampa n. 123/2011) - La Direzione Scolastica Provinciale ha comunicato ieri in via definitiva al Sindaco di Cernusco sul Naviglio che il Ministero dell’Istruzione non ha messo a disposizione risorse per le nuove sezioni di scuola dell’infanzia richieste dai Dirigenti Scolastici milanesi. In altre parole il dicastero di Mariastella Gelmini non autorizza l’assunzione delle due docenti di scuola dell’infanzia necessarie per aprire in via Buonarroti una nuova sezione, così come richiesto dalla Dirigente Scolastica del II circolo. “Sono profondamente amareggiato”, è stato il primo commento del Sindaco – “durante i mesi estivi abbiamo tenuto contatti costanti con le Direzioni Regionale e Provinciale che non si erano pronunciate in modo definitivo perché esse stesse speranzose in un accoglimento da parte del Ministero delle richieste del nostro come di altri Comuni del milanese”. “Purtroppo questa è l’ennesima prova di come, per il Ministero, la scuola dell’infanzia non abbia alcun valore nel percorso di crescita e di educazione dei bambini” – continua Comincini, che giusto 2 anni fa aveva inaugurato, proprio in via Buonarroti, i nuovi locali pronti ad accogliere il possibile ampliamento della scuola. “Ampliamento che puntualmente si è verificato”, aggiunge l’Assessore all’Educazione e Politiche Giovanili, Maurizio Magistrelli – “ma del quale evidentemente importa solo al Comune e non al Ministero”. “Purtroppo non è in capo all’Amministrazione Comunale l’assunzione dei docenti per la scuola dell’infanzia”, dice Magistrelli – “ma convocheremo al più presto i genitori interessati, d’intesa con la Dirigente Scolastica del II Circolo: cercheremo di condividere osservazioni e di valutare le esigenze, per concordare le possibili azioni.”

CERNUSCO SUL NAVIGLIO, 16 settembre 2011 (Comunicato stampa n. 131/2011) - Nella giornata di ieri, 15 settembre, il Sindaco Eugenio Comincini e l’Assessore all’Educazione, Maurizio Magistrelli hanno incontrato, insieme alla Dirigente Scolastica del II Circolo, prof.ssa Angela Chiarella, i genitori dei bambini iscritti alla sezione della scuola dell’infanzia di via Buonarroti che non potrà essere aperta a causa della mancata assunzione dei docenti da parte del Ministero dell’Istruzione. Delle 28 famiglie che avevano fatto inizialmente richiesta di iscrizione alla sezione di via Buonarroti, sono ancora 19 quelle che non hanno trovato una collocazione per i loro bambini. “Abbiamo spiegato loro le ragioni per le quali il Comune non può intervenire sulle assunzioni del personale docente nelle scuole”, ha riferito il Sindaco durante la successiva seduta aperta del Consiglio Comunale, in programma poche ore dopo l’incontro – “Oltre a non essere l’ente competente per i personale docente delle scuole statali, i tagli operati dalla manovra finanziaria non consentono alcuna assunzione di nuovo personale”. “Abbiamo fatto due proposte”, continua l’Assessore Magistrelli – “da una parte abbiamo comunicato la disponibilità all’accoglienza da parte di un asilo privato di una città vicina alla nostra, dall'altra c’è la possibilità di mettere a disposizione – in accordo con la scuola – l’aula destinata alla classe non attivata per un servizio di ludoteca, che permetta di accogliere i bambini per 40 ore la settimana, con la presenza di educatrici. Il costo del servizio dovrà essere sostenuto dai genitori ma crediamo con un onere economico nettamente inferiore rispetto a quello necessario per assumere una baby sitter”. “Sappiamo che le proposte non liberano le famiglie dal problema in modo totale”, aggiunge il Sindaco - “ho apprezzato la comprensione dei genitori per le nostre ragioni e il fatto che abbiano accolto in modo positivo la nostra volontà di collaborare con proposte alternative.”
La parola passa ora alla Dirigente Scolastica del II Circolo, che prenderà contatto con le famiglie e vaglierà le loro preferenze in merito alle proposte, con l’obiettivo di tirare le fila di questa vicenda intorno alla fine del mese di settembre.
 

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