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BUON COMPLEANNO, “NIBAI”! UN’ESPERIENZA
CHE ANCORA INTERPELLA E PROVOCA

 

Trent’anni fa prendeva avvio l’esperienza della Cooperativa Nibai, che aveva sede nella omonima cascina. La “Nibai” oggi. Tre filoni per un rilancio: la fattoria didattica, l’innovazione e la solidarietà, giovani in difficoltà. Il coraggio della profezia: vivere in base a valori e stile cristiano, anche in questa società così stordita e affannata. Il "modello sociale" è quello della "fraternità", che diventa "profezia" e l'invito rivolto ad ognuno di noi è: "Va e anche tu fa lo stesso".

 

Per chi arriva dalla Tangenzialina Est, dopo aver percorso la stretta via al Cavarot, l'impatto visivo è davvero piacevole. Di fronte a noi troviamo un edificio che è quello della tipica cascina lombarda, della fine dell'800, originariamente chiusa a quadrilatero, costruita con sassi dell'Adda e mattoni e che a quei tempi ospitava le famiglie dei salariati deputati alla coltivazione dei campi. Ampia e accogliente è la sua corte, cui fanno da corona le sedi delle cooperative qui esistenti e la residenza abitata da una comunità famigliare aderente ad ACF (Associazione Comunità e Famiglia). Alle spalle della struttura si accede a un fondo di 5 ettari,  dove trovano collocazione un laboratorio di falegnameria, le stalle, il mulino e i campi.

La costituzione della cooperativa - La Nibai, come la conosciamo oggi, nasce 30 anni fa, esattamente il 3 marzo del 1981. Trentatre soci fondatori davano allora vita ad una delle realtà cooperative più importanti della nostra città: la Cooperativa della Fraternità. Fin dalla sua genesi si trattò di qualcosa di nuovo e particolare poiché, pur operando (almeno inizialmente) sul nostro territorio, questa cooperativa riuniva persone diverse che arrivavano da luoghi ed esperienze differenti ma che erano guidate dal comune desiderio di concretizzare i propri ideali, dalla voglia di mettere a disposizione le proprie forze, le proprie capacità, al servizio di tutti, nel tentativo di realizzare una società più giusta che si ispirasse al comandamento evangelico "Amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi" cioè il bello (e il difficile) dell'essere "fratelli, sorelle in Cristo".Nacque come cooperativa di tipo misto, con attività lavorative diversificate (agricoltura, artigianato e commercializzazione di beni prodotti e non) e con il preciso scopo di dare ai soci la possibilità di mettere in gioco le proprie capacità in un contesto di mutualità, che diventava occasione di solidarietà, di arricchimento umano e professionale. Il progetto non si limitava però a questo poiché il suo sviluppo era orientato all'accoglienza, attenta e mirata, soprattutto verso quelle persone che maggiormente vivevano un disagio. Non però un "posto per persone in difficoltà", una realtà emarginante, ma una casa, una famiglia "con le braccia aperte", dove ritrovare le motivazioni e le condizioni per un riscatto sociale basato sul proprio lavoro, partendo dal presupposto che dovesse essere la persona stessa l'artefice di questo percorso di emancipazione. Il primo passo, per passare dalle idee ai fatti concreti, fu enorme: acquisire la Cascina Nibai ed il terreno annesso. Una scelta tanto coraggiosa quanto rischiosa. I soci si giocarono qui, fino in fondo, caricandosi sulle spalle un fardello non indifferente. Fu quindi, fin dal principio, un'esperienza non facile, affrontata però con entusiasmo, grazie anche al coinvolgimento, al sostegno di tante persone e ad una convinta partecipazione delle istituzioni civili e religiose della città.

Numerose sono state negli anni a seguire le esperienze proposte e vissute dalla Cooperativa che si è fatta conoscere anche fuori Cernusco, nel mondo della cooperazione e del volontariato; oggi infatti essa collabora con i con i servizi sociali di tredici comuni e i distretti ASL 3 e 4.
Le condizioni sociali, il contesto economico e lavorativo, con il passare del tempo, hanno subito grandi cambiamenti ma molti dei bisogni delle persone sono rimasti gli stessi degli inizi; alle problematiche legate alla disabilità di tipo psico-fisico sono andate poi ad aggiungersi le nuove povertà emergenti, quali quelle dovute ai fenomeni dell'immigrazione e del disagio minorile.

Un’esperienza che oggi continua con tre cooperative - L’attività Oggi, in Cascina Nibai, hanno sede tre cooperative: la CO.E.FRA. la CO.A.FRA. e la CO.FRA. 

La Cooperativa Elettronica Fraternità (CO.E.FRA.) opera nel campo dell'elettronica, dell'elettroacustica, dell'informatica, delle energie rinnovabili nonché nei servizi multimediali ed audiovisivi. E' strutturata con un proprio laboratorio di progettazione, un reparto di produzione ed un ufficio amministrativo e produce, commercializza prodotti propri, sviluppa progetti e svolge attività di assemblaggio per conto terzi. L'organico è composto da soci lavoratori e persone accolte.

La Cooperativa Agricola Fraternità /CO.A.FRA.) si occupa invece della coltivazione dei campi (con metodo biologico), della produzione di conserve, dell'allevamento di suini, bovini e avicunicoli e della produzione di salumi. Accanto a questi settori di produzione si sono sviluppati un agriturismo, l'attività della Fattoria didattica (percorsi guidati per le scuole) e uno spaccio agricolo.

Infine vi è la Cooperativa Fraternità (CO.FRA.), che gestisce il Centro Diurno di formazione all'autonomia per l'inserimento di disabili fisici e psichici medio gravi e gravi. Il progetto generale prevede che agli utenti del servizio vengano offerte una serie di attività diversificate e personalizzate, scandite in programma settimanale. Le attività proposte sono molto varie e vanno da quelle più a carattere ergoterapico a quelle di animazione, espressive, motorie e sportive.
Nel 2005, in occasione del riadeguamento statutario delle cooperative per rispondere ai nuovi requisiti di legge, la Cooperativa Fraternità si è trasformata in Consorzio Cascina Nibai, di cui fanno parte le tre entità appena citate. E' stata anche l'occasione per riaffermare come queste tre realtà avessero una stessa matrice, gli stessi valori, quelli della Fraternità "originale".

Riflettendo con due soci: tra passato e presente - In occasione di questo 30° anniversario, abbiamo chiacchierato con Virginio Sangalli e Franco Viganò, cercando di fare insieme una "fotografia" del presente e di ragionare sul prossimo futuro di questa "comunità fraterna".

La prima annotazione è posta sulle grandi difficoltà affrontate in questi anni, fatiche e problematiche che nascono e si sono sviluppate tanto all'interno quanto all'esterno della cooperativa; ma la "buona notizia è che la Nibai c'è ancora". Un'immagine per riassumere questa storia così lunga e ricca: "la Nibai è come un fiume carsico. Nasce da tanti piccoli rivoli diversi che uniti diventano un fiume, gonfio d'acqua che porta beneficio a molti ma che a un certo punto si inabissa, sparisce per poi riapparire più avanti. Ma anche in quella parte del suo percorso in cui è stata poco visibile agli occhi di molti, ha proseguito la sua opera e ha continuato ad accompagnare ed aiutare molte persone". Dopo 30 anni c'è ancora la voglia di "mettersi in gioco, di trovare nuovi fermenti, di accogliere, rispondere ai tanti bisogni che emergono dalla nostra società". C'è il desiderio di "riprendere, rivitalizzare il progetto originale, i suoi valori" che sono rimasti validi e attuali a dispetto del tempo passato. Nibai è oggi, ancora, un osservatorio privilegiato di ciò che avviene sul nostro territorio.

Il mondo del lavoro è cambiato molto in questi anni: c'è la "crisi" ed è ancora più difficile trovare posizioni adatte per chi porta con sé particolari disagi. Efficienza, profitto, competitività diventano per molti, non un'opportunità ma un ostacolo insormontabile che porta alla progressiva e definitiva emarginazione. L'esperienza accumulata "sul campo" racconta di un numero crescente di persone che si trovano in una sorta di "limbo" tra attività da Centro Socio Educativo e il lavoro in azienda: uno è troppo poco e l'altro è troppo. E così il disagio diventa un problema cronico, una via senza uscita. Questo è il campo in cui si impegna maggiormente la Cooperativa. I suoi Soci, ormai da tempo, cercano di promuovere la nascita di progetti nuovi, mirati, adeguati, che permettano a queste persone di operare in "laboratori protetti", luoghi che sappiano unire le esigenze produttive alle capacità professionali di questi individui, "ambiti umani in cui ciascuno possa esprimere la propria personalità, non condizionata dai modelli culturali vigenti, di per sé troppo selettivi",  spazi in cui si provi ad avviare "una rivoluzione interiore radicale che sostituisca, al termine assistenza, il concetto di accoglienza, con tutte le sue implicazioni e le sue traduzioni nel concreto della vita". E' ovviamente una sfida che Nibai non può affrontare da sola: è difficile per tutti, in questo momento.

Ultimamente la Cooperativa si è sentita abbandonata, non sostenuta, anche da parte degli stessi ambienti che l'avevano accompagnata agli albori del suo cammino. Pur operando attivamente con enti ed istituzioni, Nibai non ha potuto promuovere progetti più ambiziosi perché non ha trovato il necessario supporto da parte delle istituzioni cittadine. Eppure ciò che affrontano i soci ogni giorno è un problema che riguarda tutti. Nonostante ciò, sperando sempre che questa situazione possa cambiare, Nibai continua nella sua opera, rispondendo ai bisogni di sempre e rimanendo aperta alle nuove istanze che dal territorio giungono sempre più numerose e drammatiche.

I progetti in corso - Pensando all'oggi ma anche al domani, la Cooperativa ha quindi avviato un piano di rilancio delle proprie attività, rimodulandole su tre filoni: socio-culturale, solidale, ambientale. E' un intreccio che unisce aspetti complementari di un nuovo "stile di vita", più giusto, più a misura d'uomo. Significa vivere, nel quotidiano, in una dimensione solidale (l'occasione dell'Anno europeo del volontariato, andrebbe utilizzata per promuovere un progetto di educazione alla solidarietà per i più giovani), "coltivando il giardino del creato" con particolare riguardo alla sua salvaguardia, grazie al proprio lavoro e a quello di chi vive una "fatica esistenziale" (compiendo attività semplici ma anche sviluppando tecnologia e prodotti di qualità), restando aperti ed accoglienti verso i nuovi bisogni di chi bussa alla porta della cascina.
Tra i vari progetti in essere, ne segnaliamo alcuni che danno un'idea più chiara e concreta di quali sono le "linee operative" con cui vive e cresce questa realtà.
La Fattoria didattica si basa su tre idee fondamentali: una pedagogia attiva dell' "imparare facendo" (laboratori per le attività pratiche o esperienze dirette per saper manipolare, raccogliere, seminare, trasformare, costruire, mangiare cibi biologici), un momento di scoperta guidata della natura che ci circonda (contatto e conoscenza di animali e piante nel loro ambiente naturale), un luogo di vita, di incontro, di formazione, di emozioni quasi sconosciuto alle giovani generazioni (incontro tra agricoltori e ragazzi, che si pone l'obiettivo di arricchire, lasciare un ricordo, un'emozione, una conoscenza, indurre ad un cambiamento reciproco). Molti gli spunti interessanti: visita agli animali, rotazione delle colture, visita alla piattaforma di compostaggio, visita alle arnie delle api, laboratori vari quali quello del pane, delle semine, della degustazione, dei sensi e molti altri. Colpisce anche noi adulti scoprire la differenza tra la filiera cui siamo abituati oggi, che si misura con distanze di centinaia (se non migliaia) di chilometri, da quella creata dalla Cooperativa, tutta raccolta in un fazzoletto di terra, seguita e curata amorevolmente dalle stesse persone, in ogni più piccolo passaggio: una vera certificazione da prodotto DOC!
Ma Nibai significa anche innovazione. Sembra difficile da credere ma questa realtà cittadina si è lanciata anche in questo campo realizzando un veicolo elettrico, completamente ecologico, costruito per il trasporto delle persone disabili o anziane, una motozappa elettrica e un sistema di pannelli solari esportato in Madagascar. L'ultima fatica è la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 70 kw/p, progettato, installato e pagato dalla Cooperativa stessa. Ora la Nibai sta solo aspettando l'ok da ENEL per "attaccare la spina" e incassare il conto energia con la bolletta. Oltre agli aspetti tecnici ed economici, colpisce l'impatto ambientale: questo tipo di intervento, dichiara giustamente orgoglioso Virgino Sangalli, che di CO.E.FRA. è il presidente, "ci permette di risparmiare da subito alla nostra amata, e purtroppo martoriata, terra qualcosa come 44 tonnellate di anidride carbonica l'anno".
Sul fronte della risposta al "problema emergente della devianza minorile che risulta ormai esplosivo", Franco Vigano ci illustra il progetto attivato con l'Istituto Penale per minori Beccaria, dove la Cooperativa ha in gestione il panificio, la pasticceria, la falegnameria, la manutenzione del verde e in esse svolge un'attività di promozione e recupero preziose. Infatti "uno dei problemi maggiori" ricorda ancora Viganò " è il fatto che, mentre un adulto quando esce dal carcere nella maggior parte dei casi ha una professionalità da spendere e quindi qualche possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro, un giovane non ha neppure quello e questo significa, quasi sempre, un rischio altissimo di emarginazione e di ricaduta nel mondo della criminalità". Ecco perché questo progetto supera le mura del Beccaria e arriva all'esterno, fino in Nibai, per completare quel progetto "dentro e fuori" che è l'obiettivo finale di tutto il lavoro della Cooperativa: superare il disagio e costruire un futuro positivo, per l'individuo e la società in cui vive. Da qui vuol ripartire, oggi, dopo 30 anni, la Fraternità.

 


1987_Festa Cooperativa Fraternità-Cascina Nibai... di psergioit
 

Resta chiara e irrinunciabile la "mission" originale - Nibai ha quindi intenzione di utilizzare questo anniversario, non per farne un momento puramente celebrativo, bensì un'occasione concreta di riflessione, partendo dal confronto con i suoi soci fondatori, fino a rivolgersi alla città e alle istituzioni per condividere i suoi progetti per il domani. E' un invito e una provocazione "positiva" perché appunto città e istituzioni non possono lasciare Nibai da sola di fronte ad emergenze tanto gravi, soprattutto in un momento come questo dove risulta sempre più evidente che il  mondo del volontariato viene considerato (a torto!) un "lusso" che il Paese non può più permettersi.
Le risorse diminuiscono ogni anno e  si finge di non sapere

che cooperative e associazioni svolgono, ogni giorno, una irrinunciabile opera di prevenzione oltre che di valorizzazione e sostegno della persona e del tessuto sociale. Senza il contributo quotidiano di questi "attori", i "danni sociali" aumenteranno considerevolmente nei prossimi anni, presentando alle nostre comunità un conto "terribilmente salato". Nonostante ciò, per gli uomini e le donne, per le famiglie della "cascina", resta chiara e irrinunciabile la "mission" originale: vivere in base a valori e stile cristiano, anche in questa società così stordita e affannata. Il "modello sociale" è quello della "fraternità", che diventa "profezia" e l'invito rivolto ad ognuno di noi è: "Va e anche tu fa lo stesso".

 

Guido Brovelli

 

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