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FACCIAMO IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DEI MINORI NELLA NOSTRA CITTÀ

 

Situazione "minori" a Cernusco: qualche dato. Servizi e progetti territoriali. L'affido familiare. L'Associazione La Mongolfiera. Una nuova strategia di prevenzione e formazione: progetti "Essere padri", "Genitori Migranti", "Sportello Mamma"

La famiglia, in tutti i suoi aspetti, è un tema centrale nella storia della Chiesa, in quanto "luogo privilegiato di testimonianza dell'amore cristiano, fatto di altruismo e reciproca cura, oltre che elemento per la crescita dell'intera comunità".
La famiglia nei tempi odierni - Nella, sempre attuale, Esortazione Apostolica "Familiaris Consortio", Giovanni Paolo II così esordiva: "La famiglia nei tempi odierni è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura. Molte famiglie vivono questa situazione nella fedeltà a quei valori che costituiscono il fondamento dell'istituto familiare. Altre sono divenute incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della verità della vita coniugale e familiare. Altre, infine, sono impedite da svariate situazioni di ingiustizia nella realizzazione dei loro fondamentali diritti. Consapevole che il matrimonio e la famiglia costituiscono uno dei beni più preziosi dell'umanità, la Chiesa vuole far giungere la sua voce ed offrire il suo aiuto a chi, già conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, cerca di viverlo fedelmente a chi, incerto ed ansioso, è alla ricerca della verità ed a chi è ingiustamente impedito di vivere liberamente il proprio progetto familiare. Sostenendo i primi, illuminando i secondi ed aiutando gli altri, la Chiesa offre il suo servizio ad ogni uomo pensoso dei destini del matrimonio e della famiglia ("Gaudium et Spes", 52). In modo particolare essa si rivolge ai giovani, che stanno per iniziare il loro cammino verso il matrimonio e la famiglia, al fine di aprire loro nuovi orizzonti, aiutandoli a scoprire la bellezza e la grandezza della vocazione all'amore e al servizio della vita".
Per questo motivo continua il nostro percorso di ricerca, approfondimento, conoscenza delle realtà cittadine che si riferiscono alla famiglia.  Proviamo oggi a fare il punto per quanto riguarda la situazione dei minori a Cernusco. In questa analisi, ci siamo fatti aiutare dall'assessore alle Politiche Sociali, Rita Zecchini, che ci ha presentato, oltre ad una serie di dati, anche quella che è la logica generale perseguita dall'amministrazione comunale e i servizi attivati per attuare la medesima.

I “minori” a Cernusco - Intanto va detto che, per gli "addetti ai lavori", per minori si intende quella fascia di persone che vanno da 0 a 18 anni e ovviamente già questo fa capire quanto sia variegato questo mondo "giovanile".
Nella nostra città vivono oggi 5.562 "minori" (2.795 maschi e 2.767 femmine) su una popolazione totale di 31.058 individui (14.875 maschi e 16.183 femmine), quindi il 17,9% della popolazione.
Subito annotiamo un altro dato: a Cernusco ci sono 5990 persone di età superiore ai 65 anni (più del 20%), di cui 2483 over 75 anni (dati 2008). Tra le curiosità statistiche evidenziamo anche il pareggio dei sessi per i 18enni (129 a 129) e anni in cui i nati maschi hanno surclassato, per numero di nascite, le coetanee (anni 2000 e 2001) e viceversa (1998 e 2006).

 

Attività e servizi rivolti ai minori - Per questo "quinto" della popolazione, molte sono le attività, istituzionali o meno, operanti sul territorio. Fondamentale diviene sempre di più il ruolo della scuola, punto di passaggio obbligatorio per tutti i minori e osservatorio privilegiato delle diverse situazioni personali e famigliari; si può facilmente comprendere quale incidenza possa avere l'istituzione scolastica nel vissuto di ogni minore e come la propria competenza non possa più limitarsi, come di fatto ormai avviene, al ruolo di erogatore di "pubblica istruzione", andando a ricoprire una missione educativa anche dal punto di vista sociale. Oltre ad asili e scuole, anche l'amministrazione comunale offre una variegata offerta di servizi rivolti ai minori, quali i centri ricreativi e soggiorni estivi, 22 parchi cittadini attrezzati, centri diurni (C.A.G. Friends presso gli oratori del Divin Pianto e del Paolo VI, Variopinto sempre al Paolo VI e Paido's in Sacer), Omnibus (educativa di strada). A questi vanno ad aggiungersi gli oratori (con la loro ampia offerta educativa e ricreativa), i gruppi scout, le società sportive, le varie e diverse associazioni (CAV, ABIO, ANFFAS, ...).
Una rete che raggiunge, con tempi e modi diversi, praticamente tutte le famiglie cernuschesi che hanno almeno un minore e che spazia in tutti i vari settori: istruzione, salute, sport, arte e tempo libero.

 

Gli interventi dei Servizi Sociali - Nonostante questo forte presidio territoriale e questa offerta variegata, dei nostri 5.562 minori, 440 sono a carico dei Servizi Sociali del Comune (quasi l'8%). Di questi solo un’esigua minoranza è composta da ragazzi stranieri (15): ma c'è da chiedersi se ciò non sia dovuto anche alla minor facilità con cui le loro famiglie si avvicinano alle istituzioni per chiedere aiuto quando ne hanno bisogno.
Per 120 di questi ragazzi, la presa in carico è conseguente all'emissione di un Decreto del Tribunale dei Minori mentre per gli altri 320, ciò è derivante da segnalazioni pervenute da più parti: dalla famiglia stessa, da uno dei coniugi, dalla scuola, da altri enti o associazioni, da singoli cittadini.
Nel primo caso, quando c'è di mezzo il Tribunale, solitamente si tratta di casi che già presentano situazioni problematiche e che richiedono un percorso preciso, vincolante, su cui il Tribunale stesso vigila rigidamente. Si tratta di un intervento di "recupero" rispetto ad una situazione che, solitamente, è già degenerata.
Nell'altro caso, potremmo dire che ci troviamo ancora nella condizione di poter operare con interventi di prevenzione, di affiancamento, di sostegno, che evitino appunto il ricorso al Tribunale e che oggi impegnano due assistenti sociali a tempo pieno, più vari operatori.
Le situazioni sono molto differenziate ma di fatto sono raggruppabili in una serie più limitata di casistiche: problemi socio-economici della famiglia, particolare situazione di disadattamento del minore, difficoltà di coppia, inadeguatezza educativa dei genitori, conflitto intergenerazionale.
Così negli anni l'amministrazione comunale, unitamente ad altri enti pubblici, associazioni e parrocchie, ha via via creato una serie di iniziative per rispondere a questo disagio giovanile e familiare puntando, soprattutto negli ultimi anni, sulla prevenzione.
Dal Bilancio di previsione comunale 2011 è possibile estrapolare una serie di interventi aggiuntivi mirati e, in alcuni casi, obbligati, da parte dei Servizi Sociali del Comune.
Abbiamo attualmente 13 minori per cui il Tribunale ha previsto l'inserimento in comunità educative, in accordo con le famiglie interessate (383.000 euro), 4 progetti di assistenza domiciliare che prevedono interventi individuali e supervisione psicologica (19.000 euro) oltre a quella erogata per 17 minori con disabilità, anch'essa impostata su una progettazione individuale degli interventi, una supervisione psicologica da parte degli educatori e la previsione di interventi laboratoriali che consentono una maggiore integrazione tra i minori stessi. Oltre al progetto di affido familiare per l'anno in corso (8000 euro), attualmente gli interventi di affido familiare attivati dai Servizi Sociali sono nove, 5 di tipo extrafamigliare (a famiglie senza parentela con la famiglia di origine) e 4 intrafamigliare (a famiglie legate da vincolo di parentela con la famiglia d'origine).
Le cifre qui elencate, riferite agli stanziamenti del 2011, sono presunte ma molto realistiche, secondo quanto indicato dall'assessore. Inoltre, ha sottolineato sempre Rita Zecchini, tenuto conto che la problematica è identica per tutti i comuni limitrofi, come prospettiva futura, a livello distrettuale, le varie amministrazioni comunali stanno progettando la costituzione di un'unica equipe distrettuale per la tutela dei minori; la realizzazione di questo progetto è destinato a cambiare gli aspetti organizzativi di tutti i servizi di tutela dei minori del distretto e quindi anche di Cernusco.
A queste iniziative va aggiunta l'attivazione di altri 2 progetti denominati Spazio Incontri che sono a carico del Piano di Zona e che consistono nel far incontrare in un luogo "neutro" nuclei familiari divisi per "aree problematiche" (figli affidati in altri nuclei, genitori separati che incontrano i figli ecc), affiancati da psicologi o educatori.
Oltre ai dati, l'assessore ha poi delineato quelle che saranno le prospettive future che, nelle intenzioni della Giunta cernuschese, dovrebbero sempre più spostarsi verso le iniziative di prevenzione, utilizzando interventi di formazione, informazione, sensibilizzazione. Queste azioni non andranno rivolte solo al minore ma anche e prima di tutto alla famiglia e a tutti gli attori del settore educativo.  Prossimamente verrà lanciata una campagna di sensibilizzazione verso l'affido familiare, con l'obiettivo di limitare il ricorso al Tribunale e i trasferimenti di minori in comunità, agendo secondo una logica di affiancamento e sostegno delle famiglie nelle quali si presenta il disagio minorile.
Va ricordato infatti che l'affidamento familiare è un intervento "a termine" di aiuto e sostegno che si attua per sopperire al disagio di un bambino e della sua famiglia che, temporaneamente, non è in grado di occuparsi delle sue necessità affettive, accuditive ed educative. Anche in questo caso andranno valorizzate quelle realtà già esistenti in città o nella zona, come l'Associazione La Mongolfiera, a cui facciamo un breve accenno.

 

Associazione La Mongolfiera - Questa associazione nacque tredici anni fa, come risultato di un corso sull'affido familiare organizzato dalla Cooperativa Comin, proprio nella nostra città. Al termine del corso, l'invito fu quello di restare in relazione perché in effetti l'accoglienza di altre persone all'interno del proprio nucleo familiare è meno complicata se si fa parte di una rete di relazioni che condividono questa disponibilità all'accoglienza. Da allora circa una quindicina di famiglie hanno continuato a dare corpo a questa rete, con un certo ricambio fisiologico delle stesse. Le famiglie coinvolte si incontrano una volta al mese per condividere il proprio vissuto, ma a questi momenti non partecipano solo quelli che stanno facendo un affido: ci sono anche quelli che lo hanno terminato; quelli che per il momento non possono o non se la sentono ancora di aprire la loro casa, però simpatizzano per chi lo fa; ci sono poi anche quelli che sarebbero pronti per un abbinamento che però ancora non arriva e allora questa rete serve anche per sostenerli in questa attesa. Questi incontri servono poi per formare gli aderenti sui temi specifici dell'affido e dell'accoglienza e su ciò che gravita intorno all'argomento educazione in generale. Occorre considerare infatti che l'affido è un fatto sociale complesso, basti pensare al numero di persone che vi sono coinvolte: il minore, la sua famiglia d'origine, il Tribunale dei Minori o il Giudice Tutelare, almeno un servizio sociale, psicologi, neuropsichiatri infantili, educatori, famiglia affidataria e tutte le normali agenzie educative che interagiscono con la famiglia stessa. Infine, e qui si intravede subito una possibile sinergia tra gli obiettivi dell'associazione e quelli del Comune, La Mongolfiera ha il compito di sensibilizzare il territorio ai temi dell'accoglienza e dell'affido in generale. L'anno scorso, ad esempio, l'associazione ha ottenuto un finanziamento dalla Regione grazie al quale sta facendo un'azione di sensibilizzazione nelle scuole e sul territorio, promuove la formazione interna e un nuovo corso sull'affido e continua a sostenere e condurre la normale attività di rete.

 

Due progetti di formazione per adulti - Proseguendo nella nostra analisi dei servizi proposti sul nostro territorio comunale, troviamo due nuovi progetti di formazione rivolti ai soggetti adulti, uno specifico per i "papà" e l'altro per le "famiglie migranti". Entrambi nascono per rispondere ad esigenze intercettate dalla "rete socio-educativa" cittadina. Il Progetto "Crescere Padri", ha lo scopo di rivalutare, sostenere, accompagnare questa figura genitoriale nella sua funzione educativa. Esso istituisce percorsi che hanno quali obiettivi il migliorare la comunicazione padri/figli, aumentare la consapevolezza dei propri strumenti educativi, valorizzare la specificità della figura paterna, favorire lo scambio di esperienze tra padri, sostenere/affiancare il ruolo genitoriale dei padri separati. A questo scopo sono nati i "gruppi papà" (circa una quarantina di persone) che vogliono essere appunto uno spazio di confronto e dialogo tra papà, una sorta di gruppi di auto-aiuto, guidati da conduttori appositamente formati. Oltre a questi gruppi, è stato attivato anche uno Sportello Papà, uno spazio di supporto educativo serale, dove il padre può confrontarsi con un esperto, sia per affrontare i problemi che emergono nella propria esperienza genitoriale, sia per imparare a muoversi in relazione a tutti quei servizi territoriali già esistenti. Infine, sono in  programma dibattiti e conferenze su temi vari (disabilità, aggressività, la separazione della coppia genitoriale, la sessualità degli adolescenti, l'uso e abuso di sostanze,...), visti come luogo di  confronto delle proprie esperienze, spazio per veicolare informazioni, occasione per creare una rete genitoriale.
L'altro progetto, sempre a sostegno della genitorialità, si rivolge ai genitori migranti che si trovano a confrontarsi con modelli educativi e culturali differenti da quelli dei loro paesi di origine, problema che aumenta con il crescere dei figli, i quali tendono naturalmente ad assorbire modelli, usi e costumi locali. L'assessorato ha quindi pensato di attivare un intervento di accompagnamento e mediazione che affianchi alcuni servizi per minori molto frequentati da bambini e ragazzi stranieri: Variopinto (servizio extrascolastico per bambini delle elementari) e CAG Friends (per i ragazzi delle medie). Ovviamente rimane fondamentale la relazione con l'istituzione scolastica, con cui si intende tessere un percorso condiviso. La fascia di riferimento, per i ragazzi, è quella che va dai 6 ai 10/11 anni. Gli obiettivi sono quelli di promuovere momenti di riflessione e confronto per genitori migranti e tra loro e quelli italiani sul tema delle proprie modalità educative, valorizzare le competenze genitoriali e le differenze di stili educativi nelle diverse culture, valorizzare il ruolo educativo della famiglia, offrire una consulenza pedagogica, sostenere le famiglie nel rapporto con la scuola. Le attività predisposte per il raggiungimento di detti scopi sono offerte dal servizio "Spazio Famiglia". In tal senso è già avviato un percorso di gruppo (35 persone, di cui 25 straniere) finalizzato al confronto e al supporto reciproco nella realizzazione del proprio ruolo genitoriale. Anche in questo caso, in base alle problematiche che emergeranno, verranno organizzati incontri formativi con il coinvolgimento e l'intervento di esperti.

"Il motivo conduttore di questi progetti" dice Rita Zecchini "è la prevenzione, la formazione per evitare di arrivare a situazioni che creino disagio per il minore e la sua famiglia. Ma anche quando ciò si rivela inevitabile, far comprendere al genitore che non è solo e che noi possiamo dargli gli strumenti, accompagnarlo, affinché possa affrontare positivamente le difficoltà del suo essere genitore".

 

Sportello mamma - Analogamente, a breve, verrà anche arricchito il già esistente Sportello Donna, con un nuovo servizio specificatamente dedicato alle mamme ("Sportello Mamma"). Inizialmente lo Sportello aprirà un giorno alla settimana e offrirà percorsi e strumenti di sostegno alla genitorialità ma l'intento sarebbe quello di rendere protagoniste le donne che a questo servizio si rivolgono, partendo dalle loro esigenze, concrete e quotidiane, e dalle loro proposte. L'obiettivo, non secondario, è quello di creare, anche qui, una logica di rete che, in questo caso, vada oltre i canali associativi e istituzionali, realizzando anche una forte rete di relazioni interpersonali.

 

Altre iniziative - In questo ampio progetto andrà poi ad inserirsi l'imminente rinascita della Vecchia Filanda, dove queste realtà potranno trovare spazi e ambiti, all'interno di quel servizio denominato Tempo per le famiglie. A questo si aggiungerà in futuro, una struttura per l'accoglienza dei minori che andrà a sorgere dove una volta vi era l'oratorio di via Briantea, area che qualche settimana fa è stata oggetto di demolizione a scopo cautelativo. Su Voce Amica di febbario vi è già stato un breve aggiornamento sui recenti lavori, cui seguirà, nei prossimi mesi, un contributo più ampio ed esaustivo relativo a questa operazione, che risulterà essere sicuramente di forte impatto sociale. 

Al centro sempre la persona - In chiusura non possiamo che rilevare e sottolineare quanto sia importante l'avvio di questi progetti, soprattutto quelli riferiti alla prevenzione/formazione. E' un lavoro di "semina" faticoso, i cui esiti non sono né immediati, né certi. E' una sfida complessa, difficile perché concetti quali "esperienza di rete", "mettersi in gioco", "assumere le proprie responsabilità educative" sono concetti in controtendenza in una società che tende più a muoversi verso l'individualismo, il disimpegno, le scelte facili. E 'uno sforzo sociale, educativo che va perseguito con fiducia e tenacia, tenendo al centro sempre la persona, unica via e unico obiettivo su cui costruire il nostro futuro. 

Guido Brovelli

 

 

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