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SCUOLA: ANNO ZERO ?

 

All’avvio un tormentato, nuovo anno scolastico.
Problemi vecchi e nuovi si affacciano sul mondo della scuola italiana.
Obbiettivi e limiti della nuova riforma.
La situazione delle scuole di Cernusco.
Un imperativo su tutti: mettere al centro i nostri ragazzi e continuare la grande sfida educativa.

 

Ogni settembre, è quasi un rito, l'anno scolastico parte tra polemiche, contestazioni, presentando, il più delle volte, novità in netta discontinuità con l'anno precedente. Questo purtroppo non pare essere indice di vivacità, sviluppo e miglioramento della proposta formativa della Scuola Italiana, bensì sintomo di poca chiarezza e scarsa lungimiranza. Spesso ci si trova di fronte ad un vero e proprio azzeramento di tutto quanto fatto precedentemente, con la presunzione del neo-ministro di turno, di dare il via ad una nuova era che (in teoria) dovrebbe cambiare tutto in meglio. I problemi "veri" alla fine restano sempre gli stessi, a volte incancreniti dal tempo, e pare proprio che nessuna soluzione riesca a risolverli. Si sono avvicendati diversi ministri, con differenti "visioni" sulla scuola ma i problemi più significativi sono rimasti irrisolti. Percorsi didattici, criteri di valutazione degli alunni, formazione e meritocrazia per i docenti, la piaga del precariato hanno via via occupato i pensieri dei vari politici di turno,  con risultati a volte discutibili. E' mancata un'idea forte, condivisa, chiara, chiarezza, su cui perfezionare , strada facendo, l'offerta formativa della Scuola Italiana. Oggi ci troviamo quindi a sperimentare quelli che sono gli effetti concreti della nuova "riforma" varata dal ministro Gelmini. L'input di partenza, come spesso accade, non era male: "mettere al centro della scuola gli studenti e non gli interessi corporativi". Quindi, ottimizzazione dei percorsi didattici, razionalizzazione delle risorse, sviluppo della meritocrazia. Sicuramente in questo senso va (ad esempio) la riduzione delle 356 sperimentazioni esistenti nei licei, un rafforzamento delle materie scientifiche e della lingua straniera, un maggior rigore nelle valutazioni, il badge degli studenti, minor tolleranza sulle assenze scolastiche di lungo termine, l'inserimento di percorsi formativi e meritocratici per gli addetti al "mondo scuola". La traduzione in concreto però oggi pare ridursi ad un taglio generalizzato delle risorse sul capitolo scuola e a una pesante stretta economica che ricade su lavoratori della scuola e sulle famiglie. I maestri e professori sono di meno, hanno classi sempre più affollate (il limite massimo dovrebbe essere 25 ma le deroghe fanno sì che si abbiano, come è capitato in un istituto tecnico di Genova, classi con anche 38 studenti), meno risorse e strutture sempre più fatiscenti (su 40.000 edifici scolastici 15.000 non sono a norma e in 2.400 di questi è ancora presente l'amianto). I precari restano oltre 200.000, il blocco delle assunzioni ha reso ancora più complicata la nomina dei supplenti (troppe classi rischiano di partire scoperte) e per incentivare gli insegnanti, in attesa dei criteri "meritocratici", si sono bloccati gli scatti di anzianità per tre anni. Un buon insegnante (e per fortuna ce ne sono davvero tanti) oggi si chiede, preoccupato per i suoi alunni: come faccio a garantire un Piano di Diritto allo Studio, per quanto ben pensato ed elaborato, se non ho sufficiente tempo e risorse ? Come posso garantire un'offerta formativa, qualitativamente migliore, più attenta alle reali esigenze degli alunni se per tappare i buchi creati dall'assenza di un insegnante (lo Stato ha tagliato pesantemente i fondi per le supplenze quindi se ne richiede una solo se i tempi previsti di assenza sono molto lunghi) devo saltellare da una classe all'altra, rinunciando a compresenze, laboratori, attività di recupero dei ragazzi maggiormente in difficoltà ? A questo punto c'è da chiedersi, viste le premesse, che posto occupino in questo disegno i ragazzi, le famiglie e i lavoratori della scuola?
 

Ma veniamo alla nostra realtà locale. A Cernusco, come in ogni altro punto della penisola, si stanno lentamente definendo quelli che sono gli impatti di questa "ristrutturazione". Lentamente perché, sempre ad esempio, fino al 1° settembre, nemmeno si sapeva, in due scuole su quattro nella nostra città, chi le avrebbe guidate. Un caso sfortunato si potrebbe pensare mentre si tratta invece di una situazione generalizzata. Infatti le sedi vacanti sono ben 1600, riempite con le reggenze. Un dirigente scolastico su cinque si troverà quindi a gestire due istituti, con un aggravio di compiti e responsabilità.
Tra di noi, a coprire i posti vacanti di Itsos e 2° Circolo, sono stati designati il prof. Ernesto Madeo, attuale preside dell'IPSIA "Ettore Majorana" di Cernusco, e la prof.essa Angela Chiarella, Dirigente Scolastica dell'Istituto Comprensivo di Vignate; a completare il gruppo dei dirigenti delle scuole pubbliche, la prof.essa Francesca Bellettini per il 1° Circolo e la nuova arrivata prof.essa Loredana Leoni alla Scuola Media Aldo Moro. A loro va ovviamente l'augurio di tutti, per quello che non sarà un anno facile (se mai c'è ne è uno nella scuola)e perchè possano proficuamente operare per il bene dei nostri ragazzi.
Situazione non facile, soprattutto nelle "elementari" che, per prime, stanno incassando il primo impatto con la "riforma". E' di dominio pubblico, sin da prima dell'estate, che i famosi "tagli" si sono tradotti per noi nella mancanza di cinque insegnanti nell'organico delle scuole primarie cittadine: nel 1° Circolo di via Manzoni ne mancano due mentre nel 2° Circolo (M.Bianchi) tre. Di questa decurtazione che impatta in modo pesante sull'offerta formativa ha avuto modo di occuparsi anche il nostro Consiglio Comunale che, in data 15 giugno, l'ha denunciata con la seguente mozione: "...comporterà la riduzione complessiva dell'orario delle classi prime e disagi delle classi già in corso e imporrà a molte famiglie una scelta didattica e organizzativa diversa da quella sottoscritta al momento dell'iscrizione". Inoltre "anche nelle classi che sulla carta avrebbero 40 ore , l'utilizzo di tutti gli insegnanti del plesso, per permettere di completare l'organico e di sostituire i colleghi assenti, provocherà la rotazione di molti insegnanti sulla stessa classe, sino a sette...l'abbandono di attività di piccoli gruppi e di laboratorio oltre che delle uscite didattiche". Sempre la mozione ricorda ed evidenzia che "i tagli previsti dalla riforma Gelmini interesseranno anche il 92% delle scuole di Milano e provincia, perchè la Direzione Scolastica Regionale ha voluto concentrare gran parte dei tagli previsti per la Lombardia nella realtà del tempo pieno di Milano e provincia" e sottolinea che "la continua sottrazione di risorse al sistema scolastico comporta per le famiglie un ingente danno economico e un inaccettabile abbassamento del livello di qualità del sistema scolastico".

Concretamente quindi  il nuovo anno scolastico, a Cernusco, inizia con due "reggenti" e un rivoluzione per le classi prime che di sicuro non ha reso felici le famiglie cernuschesi: per via Manzoni 1 classe a tempo normale (27 ore) e 5 a tempo pieno, via M.Bianchi senza tempo pieno ma 3 classi con orario ad hoc (lunedì-giovedì 8.30-16.30; venerdì 8.30-13.30) e don Milani con 3 sezioni a tempo pieno e 1 a tempo normale (27 ore). Il tempo pieno, va ricordato, non è una questione di "moda" ma la risposta concreta ad una esigenza precisa che nasce dalle nostre famiglie; è la richiesta della maggior parte dei genitori, costretti a lavorare entrambi, di usufruire di un tempo prolungato dell'orario scolastico che però non sia un semplice parcheggio ma l'offerta di una proposta formativa diversamente articolata. Questi tagli purtroppo non vanno in tal senso ed è giusto dichiararlo con coraggio e chiarezza. 

Nel nostro "piccolo" il Sindaco ha già evidenziato come "non è possibile per il Comune intervenire a coprire i tagli dello Stato perchè se venissero confermati quelli annunciati saremo già costretti a eliminare altri servizi". Significa che, avviato l'anno scolastico, in base ai tagli della Finanziaria, l'Amministrazione dovrà ridisegnare un Piano di Diritto allo Studio che difficilmente riuscirà a mantenere il livello di quello degli altri anni, ponendo se stessa di fronte ad una scelta: taglio dei servizi o aumento delle tasse. Per questo motivo l'Amministrazione (come richiesto dai consiglieri comunali nella suddetta seduta) promuoverà un Consiglio Comunale aperto proprio su questi temi e qui potremo avere un quadro generale meglio definito, magari già comprensivo del Piano di Diritto allo Studio.


Diventa ora molto importante non fermarsi agli annunci, ai proclami, alle denunce o farci trascinare in logiche faziose. Nella scuola ci sono interessi corporativi, molti problemi irrisolti, iniziative frammentate che rendono difficile un vero disegno riformatore; la politica stessa usa questo campo per fronteggiarsi e cercare consensi. Per noi deve essere invece importante, fondamentale riportare il vero oggetto della questione al centro della nostra attenzione. I bambini, i nostri ragazzi. Questo va chiesto agli uomini politici, dai nostri Consiglieri Comunali fino a chi ci governa a Roma: dobbiamo misurarci con i nostri giovani, valutare questa scuola, guardando loro, per capire cosa c'è da tenere e cosa da gettare o correggere. Sono loro il senso stesso della scuola che è poi venire incontro, accogliere, sostenere, far crescere e nutrire le loro giovani vite. La scuola non può essere altro che attenzione e servizio a loro. "Non c'è reato più grave oggi in Italia che trattare male la scuola. ...Lo chiamo reato ... ma si dovrebbe chiamare offesa, ingiustizia, peccato, ignominia tanta è la gravità. Guai  chi per vanagloria o per protesta o per aquiescenza usasse e trattasse senza il dovuto onore questi piccoli nostri figli. ... Vale per il Ministro e per ogni adulto che ha una funzione nella scuola" (Avvenire).


Va citato, quale auspicio, un passo del saluto inviato dall'Assessore Magistrelli alla comunità scolastica: "La Scuola ha un ruolo insostituibile nel percorso di crescita dei ragazzi,perché è il luogo della socializzazione, della conoscenza, della sperimentazione e nello stesso tempo il luogo in cui i bambini e i ragazzi devono trovare e assimilare quel patrimonio di valori che consentano loro di rivalutare il senso della memoria storica, delle identità culturali, della solidarietà, del bene comune, dei diritti e dei doveri, della partecipazione democratica, della cittadinanza attiva. I bambini e i ragazzi rimangano sempre al centro di ogni azione, degli educatori e dell'Amministrazione Comunale, ciascuno per le proprie competenze".
L'anno scolastico è ora avviato, con i suoi problemi, la sua ennesima riforma ma anche con le sue molteplici realtà positive. Teniamo lo sguardo puntato sui nostri ragazzi, seguiamo attentamente l'evoluzione di questa nuova stagione della scuola e continuiamo a raccogliere quella sfida sempre nuova e mai definitivamente risolta che è la grande avventura dell'educare.   

Guido Brovelli

 

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