L’AVIS CERNUSCO FESTEGGIA IL 60° DI FONDAZIONE
I soci dell’Avis di Cernusco si riuniranno, domenica 15
febbraio, in assemblea per i consueti adempimenti statutari. Ma
quest’anno c’è anche un motivo in più per farlo: il 60° di
fondazione
Non ci saranno solo l’approvazione del bilancio, delle
relazioni, il conferimento delle benemerenze, le nomine dei
delegati alle assemblee provinciali, regionali e nazionali nella
prossima assemblea dei soci: sarà anche l’occasione per
prepararsi all’importante appuntamento del 60° di fondazione
della locale sezione, avvenuta il 22 ottobre 1955. Un
anniversario che sarà ricordato con numerose iniziative nel
corso dei prossimi mesi.
Ripercorriamo gli inizi della vita di questa associazione, che
nella nostra città conta oltre
1500
soci «E’ dal 1° Gennaio 1877 – ha
scritto in occasione del 25° di fondazione un avisino - che a
Cernusco esiste l’Ospedale Uboldo, cioè da quando il cavaliere
Ambrogio Uboldo donò per scopi sociali la sua stupenda villa. Ma
è con l’evoluzione della medicina e della tecnica chirurgica che
si è via via sempre più sentita la necessità anche a Cernusco di
avere sangue a disposizione per gli interventi particolarmente
difficili. Perciò nel 1955 l'allora Presidente dell’Ospedale
pensò che invece di ricorrere sempre, in caso di necessità,
alla sezione AVIS di Sesto San Giovanni, fosse più utile e
pratico avere a Cernusco una sezione AVIS che potesse soddisfare
i bisogni dell’Ospedale. Messisi in contatto con il Centro
Trasfusionale di Milano e con il fondatore dell’Associazione,
con un gruppo di amici, l’allora Presidente appunto fondò la
sezione di Cernusco che ebbe
sede appropriata presso l’Ospedale Uboldo. L’idea fu accettata
con entusiasmo dalla popolazione del paese ed i soci furono
subito numerosi. Ogni due mesi, da Milano veniva a Cernusco
un’autoemoteca AVIS che prelevava in appositi flaconi le
donazioni dei nostri associati, che ben presto risultarono
eccedenti i fabbisogni dell’Ospedale. In quelle occasioni,
l’amministrazione dell’Ospedale si preoccupava di procurare
’’generi di conforto” per il dopo donazione, quali panini,
caffè, marsala.»
Troppe
parole –
Perché donare sangue? “Siamo chiamati a farci vicini, a
condividere la condizione delle persone che incontriamo. Bisogna
che le nostre parole, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti
esprimano la solidarietà, la volontà di non rimanere estranei al
dolore degli altri, e questo con calore fraterno e senza cadere
in alcuna forma di paternalismo. (…) Abbiamo a disposizione
tante informazioni e statistiche sulle povertà e sulle
tribolazioni umane: c’è il rischio di essere spettatori
informatissimi e disincarnati di queste realtà, oppure di fare
dei bei discorsi che si concludono con soluzioni verbali e un
disimpegno rispetto ai problemi reali. (…) Tante persone che
sentono statistiche mi dicono padre, ‘che barbarie’ e io dico e
tu cosa fai?, ‘niente, parlo!’. Troppe parole, troppe, e questo
è un rischio. (…) Siamo tutti chiamati a lasciarci coinvolgere
dai travagli umani che ogni giorno ci interpellano.” (Papa
Francesco, 14 giugno 2014).
La
donazione del sangue è certamente un modo di coinvolgerci, è una
forma di solidarietà, indispensabile per la vita di tanti
malati. Ecco perché è importante donare sangue!
Cernusco sul Naviglio, 9 febbraio
2015 |