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HOME > Cernusco7 > 19 Gennaio 2015

LAVORO: TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA

Diffusi dall’Afol est Milano i dati, anche per Cernusco, relativi all’andamento delle registrazioni DDL  (Dichiarazioni Disponibilità immediata al Lavoro) al 31 dicembre 2014.

 

 

L’Afol est Milano – una delle sei agenzie territoriali promosse dalla Provincia di Milano insieme ai ventotto Comuni (tra cui il nostro) che sono ricompresi nella sua zona di competenza – ha diffuso i dati relativi all’andamento delle registrazioni DDL  (Dichiarazioni Disponibilità immediata al Lavoro) nel corso del 2014 e quelli dal 2008 al 2014.

 

I dati pubblicati da Afol consentono di comprendere l’andamento del mercato del lavoro nella nostra zona. Il rapporto riassume i dati per anno, a partire dal 2008. Dalle 3.169 dichiarazioni di quel primo anno di rilevazione si è passati a 5.996 del 2009, 5.908 del 2010 e 5.381 nel 2011 per poi impennarsi a 7.587 nel 2012 e 8.243 del 2013 e quindi registrare un’inversione di tendenza per il 2014 scendendo a 7.845 (di cui 4.157 femmine e 3.688 donne).

 

Nell'ultimo trimestre 2014 le DDL registrate risultano in diminuzione rispetto al trimestre precedente: - 14,86% quarto trimestre 2014 rispetto al terzo trimestre 2014; 1861 le DDL registrate dal Centro per l'Impiego di Melzo dal 1 ottobre al 31 dicembre 2014: 958 donne e 903 uomini. I dati complessivi del 2014 (7845) segnano un - 4,82% rispetto al 2013.

 

Per il 2014 sono forniti, invece, i dati per singolo trimestre e per ogni comune. I cernuschesi che hanno compilato la Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro sono stati 162 nel primo trimestre, 119 nel secondo, 183 nel terzo e 119 nel quarto: per un totale quindi di 583. 

I dati, nella nostra zona, sembrano registrare, quantomeno, una frenata nella crescita delle dichiarazioni se non ancora una vera e propria inversione di tendenza.  Da questi dati non sono possibili ulteriori considerazioni.

Una diminuzione delle dichiarazioni potrebbe significare anche minore disoccupazione, ma non è detto, perché potrebbe essere collegata alla rinuncia a ricercare un nuovo posto di lavoro.  

Guardando all’Italia e all’Europa, la disoccupazione nel vecchio continente resta sostanzialmente stabile, ed elevata, pur con notevoli differenze tra uno Stato membro e l’altro, mentre avanza il fenomeno della deflazione. Lo conferma Eurostat con due documenti pubblicati lo scorso 7 gennaio, secondo i quali il saggio dei senza lavoro a novembre nella zona euro era all’11,5% (11,9% un anno prima) e nell’Ue28 al 10,0% (10,7 a novembre 2013). La lieve contrazione generale non nasconde però i 24 milioni e 423mila disoccupati totali dell’Unione europea, con il 23,7% dei giovani al di sotto dei 25 anni senza possibilità di accesso al mondo del lavoro. Restano molto differenziate le realtà nazionali: l’Austria è al 4,9%, la Germania al 5,0, la Repubblica ceca al 5,8. Buone le situazioni, con dati inferiori al 7%, per Malta, Lussemburgo, Regno Unito, Danimarca, Olanda, Romania, Irlanda; Ungheria, Svezia, Polonia, Belgio e Finlandia sono sotto la soglia del 9% dei senza impiego. Dati negativi per Italia (13,4%), Portogallo (13,9), Croazia (16,6), Cipro (16,8), Spagna (23,9) e Grecia (25,7). La disoccupazione giovanile colpisce in particolare Spagna, Grecia, Croazia e Italia, con dati oscillanti fra il 53,5% e il 43,9%.

Cernusco sul Naviglio, 19 gennaio 2015

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