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HOME > Cernusco7 > 25 Novembre 2013

VISITA NATALIZIA: “STIAMO VIVENDO L’ACCOGLIENZA MERAVIGLIOSA DELLE MOLTE PORTE CHE CI APRONO”

È in pieno svolgimento la visita natalizia alle famiglie, che quest’anno vede protagonisti anche i laici. Marito e moglie ci raccontano le loro prime impressioni: “dietro ogni porta c’è un volto, una situazione sociale diversa, un desiderio di vita differente, una personalità con la sua specifica bellezza, e come non riconoscere in questa molteplicità la grandezza del Padre ed il delicato soffio vitale che ognuno porta dentro di sé”.

 

“Il  centro della Chiesa è la periferia”: questa frase  di un celebre teologo svizzero, del secolo scorso, appare a noi, pur nella sua forma contraddittoria, ancora una profezia attuale. Tra il centro  e la periferia c’è uno spazio che  indica il cammino da cuore a cuore; un sentiero, quello della missione,  che ogni cristiano ha dentro di sé per la potenza dell’amore. Se ognuno di noi fosse il centro finirebbe per essere autoreferenziale; invece lo sguardo rivolto all’altro, confinato alla periferia dei nostri interessi, è l’unità di misura dell’amore. Le periferie che stanno al nostro orizzonte attendono una nostra risposta perché la loro esigenza si risolverà in un impegno che ci trasformerà a misura d’uomo. La molteplicità delle periferie ci interrogano e tanto meno ci lasciano indifferenti e così anche la nostra parrocchia ha dato fiducia ai laici di poter incontrare, per l’occasione del Natale, altri fratelli, portando loro il messaggio dell’incontro.

Stiamo andando due a due portando la memoria di quel Bambino nato alla periferia della città del pane, e Lui ci sta sfamando di una gioia piena che ogni uomo attende, ed ancor oggi è desiderio di pienezza,  per poter saziare ragioni e sentimenti della propria esistenza. Come i pastori assopiti nella notte e guardiani solo dei propri interessi, che hanno visto una grande luce,  anche noi stiamo vivendo l’accoglienza meravigliosa delle molte porte che ci aprono. 

Tanti sorrisi, tanta gioia per questo incontro tra sconosciuti, ma che subito dopo il saluto ci lega ad  una percezione divina, nella quale ci sentiamo tutti fratelli, non legati da diversi gradi istituzionali, ma da quella delicata presenza che scaturisce dai nostri cuori, senza aver posto in essere nessun gesto, per ottenere quell’afflato santo, misteriosamente immeritato. Allo stesso modo che quei pescatori delusi, tirando le reti a riva Lo riconobbero … “è Lui”.

Dietro ogni porta c’è un volto, una situazione sociale diversa, un desiderio di vita differente, una personalità con la sua specifica bellezza, e come non riconoscere in questa molteplicità la grandezza del Padre ed il delicato soffio vitale che ognuno porta dentro di sé con il marchio della vita elaborata sull’unico “palmo della tua mano”: abbiamo amato tutti senza nessun distinguo, compresi quei pochi che ci hanno detto: “scusate non desidero la visita, scusateci ancora”.
Abbiamo incontrato un ultra novantenne, e la moglie, con un sorriso che non si trova tanto spesso sulle labbra dei giovani,  tanto arzillo da fare invidia a quelli che non trovano  alcuna ragione di vivere fino a sera, perché tanto … tutto non ha senso.
Abbiamo trovato un ragazzino della scuola media, tutto solo in casa, che ha seguito bene la preghiera come uno che vive un’esperienza religiosa e con modi accurati ci ha salutato.
Abbiamo visto una signora che insisteva perché prendessimo il caffè, ma abbiamo dovuto declinare perché se lo avessimo fatto per trenta  famiglie, non sappiamo come sarebbe finita la serata.
Ci ha aperto la porta quella signora che stava ristrutturando l’appartamento perché doveva accogliere la madre e la zia  che sarebbero arrivate a  giorni per stabilirsi definitivamente qui con la figlia. Il suo sorriso e l’ansia della nuova sistemazione erano molto vive anche perché aveva capito che le “anziane” avrebbero trovato facilmente accoglienza nella nostra parrocchia, proprio perché la parrocchia aveva mandato qualcuno suscitando intenti di familiarità.
In un altro appartamento, i coniugi pensionati  denunciavano la piaga della disoccupazione vissuta dal loro figlio, non più tanto giovane,  in cerca di lavoro.
Si è aperta anche timidamente una porta e dietro si nascondeva un bimbo di forse sei anni, tutto solo, un poco frastornato dalla nostra presenza e forse deluso perché chi aveva suonato il campanello non era nessuno dei suoi genitori, non aveva il coraggio di rispondere alle nostre domande e muto ha richiuso.
Ieri, per la strada abbiamo incontrato la signora “del caffè ” che ci ha riconosciuti e si è fermata a parlare un pochino con noi.

Tornati a casa, alla luce della preghiera serale,  abbiamo messo ogni istanza, ogni desiderio, ogni preghiera, ogni lacrima, ogni periferia esistenziale … nei braccini innocenti del Bambino Gesù, allargati per accogliere tutti e tutti insieme cantare serenamente, come figli dello stesso Padre: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli”.

Paolo e  Ornella

 

Cernusco sul Naviglio, 25 novembre 2013

 

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