STRESS DA TRAFFICO, APPENA USCITI DI CASA
Alla
mattina, dal lunedì al venerdì, tra le 7,30 e le 8,30,
percorrere via Monza, via Vespucci, via Buonarroti e via Falcone
/ Borsellino molto spesso è diventato quasi un incubo. Chi lo fa
deve armarsi di santa pazienza, sperando che la fila di
automobili in uscita dalla città - verso Cologno e la
tangenziale est oppure diretta in via Masaccio, dove hanno sede
l’Itsos e la scuola paritaria Aurora-Bachelet - scorra
velocemente.
Un
traffico rallentato non certo per la presenza di qualche
incrocio regolato da semaforo, infatti nei tratti interessati
non ce ne sono: ci sono solo rotatorie. Che dovrebbero, come ci
dicono gli esperti, fluidificare il transito delle auto, E
invece, in questo caso, non è così!
Se in
un incrocio – sostengono gli esperti del traffico - si
sostituisce la rotonda al semaforo, gli incidenti gravi crollano
del 90% e mentre al semaforo il traffico si ferma nelle
rotatorie il flusso delle auto non si interrompe, così
l’automobilista impiega il 70% del tempo in meno per superare
l’intersezione. Ne derivano anche vantaggi concreti sul piano
ecologico. Ma gli esperti di traffico aggiungono anche che ogni
rotatoria va decisa e progettata rispettando un criterio di
fondo: ogni incrocio o intersezione è un caso da analizzare a se
stante, bisogna tenere conti di molti fattori, per esempio vanno
studiate le caratteristiche dell’incrocio, quelle attuali e
quelle prevedibili per il futuro. Sarà stato fatto questo studio
per le diverse rotatorie poste nelle vie citate? Il dubbio però
è un altro: che non sia tanto un problema di rotatorie, ma di
infrastrutture inadeguate.
È
indubbio che la difficoltà di transito nella zona Vespucci-Monza
sia coincisa con l’apertura, nel settembre 2012, della nuova
sede della scuola paritaria e che abbia ulteriormente influito
il fatto, per esempio, che alunni delle scuole elementari che
abitano in alcune vie della zona a nord della città anziché
frequentare la più vicina scuola di via Manzoni devono
raggiungere quella di via Mosè Bianchi.
Ben
venga il progetto “Andare a scuola per conto nostro” lanciato la
scorsa settimana dall’Aurora-Bachelet con l’obiettivo di
promuovere forme di trasporto alternative all’auto, come il
piedibus, per raggiungere la scuola. Temiamo però che da
solo non sarà sufficiente per risolvere il problema del traffico
nella zona.
Punto
di vista – Non siamo esperti del traffico e non
abbiamo quindi soluzioni da proporre, confidiamo però che chi, a
livello comunale, ha la competenza di questo settore si faccia
carico di studiare e risolvere il problema. Aggiungiamo solo che
il problema della mobilità, degli spostamenti, della lotta alla
congestione, del contenimento delle emissioni da traffico e via
dicendo riguarda e richiede l'impegno di tutti: dei cittadini e
dei loro stili di vita, degli amministratori locali, ai diversi
livelli, così che ognuno faccia la sua parte. Ma anche di chi
gestisce i trasporti pubblici e perfino le reti autostradali
(tangenziali comprese) deve fare un esame di coscienza
domandandosi fino a che punto l'impazzimento odierno del
traffico è frutto di omissioni, ritardi, scelte sbagliate,
programmazione inadeguata. Sperando che poi abbia a rimediarvi.
C.G.
Cernusco sul Naviglio, 21 ottobre
2013
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