Nell’enfasi della vittoria elettorale ma coerentemente ai precedenti, il PD milanese si è dato sei mesi per adottare una “variante” al PGT a distanza di poco tempo dall’adozione del 4 febbraio scorso. Un PGT voluto così dai (futuri) perdenti.

Caso più unico che raro, quello di volere una “variante” ancor prima che il PGT di Milano diventi “efficace” senza contare che potrebbe incappare nelle cialtronate degli “shapefiles”. Comunque molto prima della sua (futura) approvazione di “merito” che, in quanto strumento urbanistico, è la vera battaglia, compreso il nostro PGT.

Cambiare un Piano dopo qualche mese è provocazione o lucida disamina di situazione irregolare? Poca magnanimità del vincitore sullo sconfitto? Rivincita per osservazioni non accolte? Impegno da campagna elettorale dopo anni di polemiche accuse e contro-accuse?

Il leader milanese Boeri, torna su questione calda con vendetta che si gusta solo a freddo, affondando la lama nella piaga. Uno dei motivi del contrasto è quello del mancato dimostrativo-calcolo del rapporto tra edifici esistenti e numero degli abitanti. Dite poco? Un dato mica da ridere…

Non sono Boeri e non amo vendette a freddo. Se ho affondato la lama è perché credo in quel che penso e che vale la pena lottare se si ritiene giusta la causa. Il fatto milanese conferma la validità della mia fondamentale osservazione sulla mancanza di dati cogniti nel nostro PGT.

Sbaglia il PD di Milano (e il sottoscritto) o sbaglia il PD cernuschese che ha condiviso e ha accettato il nostro PGT senza le “basi” dei dati indispensabili?

Da noi chi avrà altrettanto coraggio di affrontare la questione e proporre una “variante” per dare credibilità al progetto del PGT? O per farlo ci si deve scambiare il ruolo a seconda se si è in maggioranza od opposizione?

 Offrirò una scatola con “boeri” a sorpresa se …

Sergio Pozzi

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