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Pillole o “supposte”: rusumada Colombiana. 

 

La rusumada colombiana che ogni tanto ci tocca sorbire, nulla centra con l'antica bevanda tonica e dissetante che la mia mamma preparava negli assolati meriggi d’un tempo. Piaceva moltissimo a noi bambini: l’ovetto fresco di pollaio montato a forchetta, misto a latte e zucchero, poi sgarganellata direttamente dalla scodellona.

La rusumada del (buon) Colombo, invece, ha dentro di tutto e di più. Un mixer a tutto campo allargato a un’infinità di temi e questioni, con valutazioni personalissime talune delle quali del tutto fuori posto o che non dovrebbero. Uno sfogo parossistico più che altro. Come per esempio la questione (che più m’interessa) sui “Falsi poveri Cernuschesi in Festa solenne”. D’altra parte, (caro) Giuseppe, come pretendere dagli altri, risposte spiritose e intelligenti, alla “Colombo” per intenderci, quando, anziché pillole miracolose (in specie quelle azzurre …) si utilizzano “supposte” per altre vie? E che “supposte”!

Spero e confido che di là dei gigli più o meno verdi, manifesti più meno monocromatici o in quadricromia e relativi sacrifici notturni per attaccarli, chissà mai che il dibattito si sposti un pochino e diventi più sensato. A proposito, come fate a lavorare di notte e forse anche di giorno? Io alle undici di sera sono out. O avete un fisico bestiale?  

Spero e confido che arrivino risposte, alle tue “supposte”, da parte del Collegio degli Addetti alla distribuzione del Fondo Diocesano, ammesso che questi abbiano tempo e voglia di rispondere in modo spiritoso. Forse è difficile anche per loro poiché la questione è seria, maledettamente seria. O magari una rispostina - chiarimento anche dell’Autorevole soggetto da cui hai attinto la pruriginosa notizia sui beneficiari trovati solo fra gli extra-com. Che ci sia una talpa dissenziente dentro la Caritas o le Acli?

Sembra la riproposizione della vicenda dell’Assessorato alla Missionarietà, clone inutile e strumentale. La “Missionarietà” era ed è una cosa seria. Un classico degli ambienti “oratoriani” da cui derivi ai quali ogni tanto ci aggrappiamo tutti noi memori della nostra (di allora) verginità intellettuale. Uno scippo interno (!) da te avvallato e in te personificato, fortunatamente per poco. La “Povertà” era ed è una cosa seria. Un classico degli ambienti “parrocchiali”, ma non solo. Vuoi vedere che siamo in attesa di un altro scippo per un futuro (tuo) Assessorato sostitutivo per una più seria e attenta gestione dei Fondi Diocesani? I requisiti li possiedi visto come ti esprimi e con le tue assolute certezze e conoscenze. 

Caro Arcivescovo tu sei “intelligente, forte e sensibile” ma i tuoi ti stanno buggerando. Caro Tettamanzi, fai attenzione, la Caritas e le Acli locali usano del tuo Fondo per i “falsi poveri che festeggiano”. Caro Vescovo sono disponibile a dimostrartelo “non sono razzista”. Caro Dionigi spiega bene ai tuoi ingenui (e ignoranti) collaboratori di non elargire soldi a coloro che “vengono a cercare e chiedere” perché i “veri poveri hanno grande dignità e umiltà”. Manca poco per dire “caro Arcivescovo perdona loro …”. Purtroppo, fra fanti e santi, questo è il succo della tua rancida “rusumada”. Non se ne salva uno che è uno. Possibile?

Mi chiedo, per esempio, se un Padre o una Madre disperati, non posseggano anche la dignità di chiedere per i propri figli …. Forse questa è tutt’altra considerazione.

Sul Foglio di domenica 6 giugno distribuito in Chiesa, c’è scritto: “Il Fondo Famiglia-Lavoro ad oggi ha raccolto la somma di € 8.027.054= e sta aiutando 3.832 famiglie bisognose nel territorio della Diocesi di Milano. Nonostante questi risultati positivi oltre 800 domande di aiuto di altrettante famiglie chiedono ancora risposta: ma i soldi del “Fondo” stanno per terminare. Per questo la Diocesi di Milano rinnova l’invito alla raccolta dei fondi. Nello scenario di una crisi che ha causato per molte persone la perdita del lavoro e la conseguente situazione di emergenza per le rispettive famiglie, la comunità Diocesana Ambrosiana sotto l’impulso del proprio Arcivescovo vuole attuare una forma di “federalismo della solidarietà” attraverso l’attivazione di un circuito virtuoso di aiuto concreto e trasparente: il Fondo Famiglia-Lavoro. Da qui il nuovo slogan della campagna per sostenere il Fondo”. Federalismo sociale, visibile nei maxi-poster affissi a Milano e Provincia, spiegato nei pieghevoli e nei poster in distribuzione in questi giorni nelle Parrocchie, nei Centri di Ascolto della Caritas e delle Acli”.

Più chiaro di così. Fatti avanti, c’è posto per gli attacchini notturni.

Caro Giuseppe. Sbagliare è umano. Scambiare pillole generiche per “supposte” mirate un po’ meno. Non credo che un organo collegiale finalizzato alla “Povertà” possa prendere un abbaglio collettivo e se anche fosse intervenuto in buona fede, mi pare di ricordare sempre per le comuni origini “oratoriane”, che la solidarietà e carità cristiana ha un intrinseco suo valore indipendentemente dal soggetto richiedente, ricevente, defilato, da scoprire o furbo che sia e che festeggia. Te lo sei dimenticato?

SERGIO POZZI


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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