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ODISSEE CONDOMINIALI

 

La “spia rossa”, il ladro, la “spia-talpa-bianca”, gl’inquilini “verdi”. Eccetera.

Condominio in Centro Storico. La “spia rossa” è quella del contatore Enel. Accesa è sinonimo di anomalia e intervenuta protezione ad un malfunzionamento interno all’alloggio oppure per semplice sovraccarico. Rimediato al guasto e riarmato il tasto, si ripristina la normalità. Se non c’è guasto e la “spia rossa” resta significa mancata erogazione di corrente. A quel punto però tutti i contatori avrebbero la “spia rossa”. Quel particolare contatore però non è l’unico con la “spia rossa”: un altro da anni è perennemente “rosso” e nessuno più ci fa caso. E’ un mistero di come si possa vivere in certe condizioni e senza corrente. Forse siamo vicini alla sotto-povertà assoluta . Purtroppo, di questi tempi, le “spie rosse” dei contatori si sono moltiplicate: sarà la crisi contingente? Un brutto segno da non sottovalutare e da analizzare. Intanto (da quanto tempo?) il nostro furbastro-Ulisse del primo contatore “rosso” attua uno stratagemma degno del suo mitico antenato: mungere-rubare la corrente dal contatore condominiale sfruttando la presa della sua cantina. Il filo volante che passa per la tromba delle scale riporterà la corrente in casa sua, con tutto quel che ne consegue in fatto di rischi, manomissioni e addebiti. Rubare la corrente è un’aggravante. Ci sarà davvero la sotto-povertà anche in questo caso? Impossibile poi non accorgersi del filo, anche perché, alla sera, ogni tanto ”salta tutto”. Gli altri Inquilini lo sanno. Per norma codicistica l’Amministratore si rivolge al proprietario dell’alloggio. Il proprietario si organizza e si attiva tentando di coglierlo con le dita sulle “valvole” del vasetto erogatore. Gira la voce che una “spia-talpa-bianca” in carne e ossa (non del contatore) anonima ma non troppo, ha avvisato l’Ulisse-ladro dell’imminente controllo. Spariscono le tracce ed i fili volanti: niente dita nella marmellata. Tutti col palmo di naso, cornuti e mazziati. Il novello Ulisse ormai certo di averla fatta franca e rassicurato dalle informative, continua la ruberia. La proprietà – per contraddizione interna - non sa più cosa fare. L’Amministratore ha le mani legate: dovrebbe denunciare la Proprietà. La polizia locale, nominata “giudiziaria” sui due piedi, è fregata. Il Tecnico elettricista resta sempre in allerta della chiamata perché solo lui può accertare il fatto (!). Gli altri inquilini sono “verdi” di rabbia per il danno e la beffa. VERDE il loro colore, BIANCO (dalla tremarella?) quello della spia-talpa, sempre ROSSO il secondo contatore del sotto-povero. Gli stessi colori della nostra bandiera? Viva l’Italia del paraculismo consolidato.

 Il cane, l’Asl, i Carabinieri, il Comune, i Vigili, il Graduato. Eccetera.

Condominio zona Casa delle Arti. Il cane occupa un alloggio condominiale assieme al suo padrone. Un cane di quelli noti per l’indole, non proprio da S. Bernardo, anche se è parimenti grosso. C’è puzza nel palazzo ma il cane è in salute, almeno così dice il veterinario della ASL. Non ha precedenti penali (il padrone del cane) e così può tenerlo, dicono i Carabinieri. Non posso intervenire, dice il proprietario dell’alloggio. Forse il proprietario del cane (non il cane) richiede assistenza sociale. Lo sanno? Tocca all’Igiene pubblica della ASL intervenire? Chi l’ha vista? L’elettricista che sistemava il citofono ha vomitato davanti a tanta merda. Una bambina del palazzo che ha incrociato il cane sulle scale dallo spavento si è fatta addosso la pipì che poi si è mischiata con l’urina del cane. Il povero cane puzza, abbaia (di giorno e di notte) sporca (di giorno e di notte) non fa riposare la gente, gratta la porta continuamente. Ma il cane che colpe ha? D’inverno è sempre in casa: si spera non impazzisca (il cane). La multa per la violazione del regolamento del condominio (disturbo) in Italia è ferma a 100 lire: tramutateli in euri. Non è nostro compito, dicono i Vigili Urbani (lo hanno scritto) perché possiamo agire solo su querela di parte: cioè da chi è stato azzannato. Risposta da incastonare. Si aspetta che qualcuno sia dilaniato per sparare al cane? Gli abitanti non ce la fanno più, isolati da amici e parenti. Sperano che qualcuno si assuma le proprie responsabilità. Uno scaricabarile vergognoso. Non resta che la Protezione animali. Forse riuscirà a proteggere il cane, più che la gente, ma sarebbe già una soluzione. Assurdi e spudorati.

 

 

Questo post è già stato già pubblicato poco più di due anni fa sulla Piazzetta di CernuscoInsieme. Non è cambiato nulla ma proprio nulla da allora salvo un intervento dei Vigili del Fuoco perché l’alloggio-immondezzaio ha preso fuoco oltre ad un recente interessamento dei Vigili Urbani, non si sa bene a che titolo e come e perché comandati. In precedenza, il graduato del Corpo aveva chiesto all’Amministratore il permesso di entrare nell’alloggio, come se questi avesse i poteri di concederlo. Nemmeno si conoscono le basilari regole del diritto privato (e condominiale). Il folder s’ingrossa sempre di più con richieste di copie e ricopie di atti già protocollati. E’ ovvio, si fa meno fatica a richiederli di nuovo che cercarli in archivio e rileggerli. Gira la voce che sarebbe intervenuta un’Associazione animalista per muovere le acque, non per gli umani e i cristiani. Esattamente come avevamo previsto. Viva l’Italia del paraculismo diffuso.

La gronda, il progetto, l’abuso. Eccetera.

Condominio Zona MM. Il Comune rilascia sempre le autorizzazioni edilizie “salvo diritti di terzi”. Formula magica che conosciamo a memoria. Abusata ben più del lecito. In aderenza all’edificio condominiale, il costruttore confinante realizza una nuova palazzina ma ha un problema tecnico: la gronda che sporge. Allora pensa bene di ficcarla in sormonto alla facciata del condominio a fianco. Non gravissimo, ma abuso edilizio pur sempre si tratta. Magari tutto si sarebbe potuto aggiustare e concordare con un minimo di buona volontà e convenzionamento. Le questioni di confine sono sempre delicate e rientrano tra i doveri di verifica-controllo della Pubblica Amministrazione, soprattutto se sono palesi. Sembra che il progetto edilizio riporti il particolare. Se chiedi di vedere i disegni non hai idea di che razza di prassi devi sottostare. Per vedere l’abuso che ci colpisce devi ottenere il permesso di accedere agli atti di chi l’ha commesso: pazzesco. E l’oggettività del fatto? La vedrebbe un ipovedente. Impossibile non accorgersi anche al momento dell’abitabilità. La risposta ai dubbi dei Condomini è quella già citata all’inizio: esattamente come Ponzio Pilato. Il peggio è che viene ribadita anche dopo la richiesta di chiarimenti come se fossimo ignoranti e necessitassimo di ripetizione. Per chi ci prendono? Dalle nostre parti per dovere d’ufficio, non “scatta niente”. Figurarsi riconoscere i propri errori. Bisogna sempre fare causa per ottenere giustizia? Viva l’Italia del paraculismo istituzionale.

L’Amministratore, la Banca, le dune, il “buco”. Eccetera.

Il fatto è noto: pubblicato anche dai media nazionali. Un Amministratore condominiale della bassa bergamasca ha “trombato” anche un condominio di Cernusco. La nostra zona purtroppo non è esente da episodi simili sempre passati a basso profilo. Si dice che un ex Amministratore locale si trovi fra le brasiliane “dune” mammarie (?) di Jerichoacoara. Un altro personaggio soggiornerebbe nelle case pubbliche del nostro Comune, naturalmente con reddito “coerente” e alla faccia dei controlli. La professione è a rischio. Forse avere in mano i soldi degli altri da alla testa. Il nostro primo furbastro riesce perfino ad ottenere un fido bancario con delibera doppiamente illegittima e nulla, adottata fra le solite “varie ed eventuali” e mancante del quorum specifico. Colpa anche dei Condomini che “in fiducia” non controllano niente. La connivenza bancaria è parimenti palese ed indispensabile sia per ottenere il fido che l’extrafido! Eppure la banca ti chiama immediatamente e sistematicamente se ti “scopri” per cento euri. Il “metodo M” è diffuso per molti altri condomini. Il nostro eroe spazzola conto fido extrafido, non paga le fatture i debiti aumentano così pure gl’interessi e le “more” (non brasiliane). Bisogna ricostruire conti su conti senza avere documenti certi. Sparisce tutta la documentazione condominiale come l’impiantistica, la conformità, la contrattualistica: un danno irrecuperabile oltre quello economico di trentamila euri. Moltiplicatelo per un centinaio di condomini e il quadro è forse completo. La Guardia di Finanza riconsegna la documentazione martoriata e insufficiente. L’altra è trattenuta dal Giudice. La Banca pretende il rientro oltre a interessi e spese. Per ottenere giustizia devi fare causa, spendendo un sacco di euri. Oltre al danno anche la beffa. Anche alla Banca dovresti fare causa! Possibile? Se non fai causa non becchi manco uno dei tuoi ex euri. Se la fai, credi di beccarli? I Condomini desistono dal lottare. Le Associazioni di categoria stendono un immondo velo pietoso così come quelle delle trasparenza bancaria. Il nostro eroe è libero e indisturbato, tranquillamente a casa sua. Forse frequenta le “dune” bergamasche del nostrano fiume Adduano. Visto che è così bravo, perché non gli affidano, fin da subito, la contabilità della galera dove merita di risiedere per qualche annetto? Così vanno le cose nel nostro Bel Paese. Viva l’Italia dal paraculismo corporativo. Sbragata e senza giustizia.

 

Sergio Pozzi


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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