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Usi e mal-costumi d’una città che perde il suo “cuore antico”:
chi l’ha rubato?
 

 

Missionario uno.

Di ritorno dal Brasile è stato con noi tre mesi. Era verso la fine dello scorso anno. Quasi nessuno si è accorto di Lui. Forse per via del suo carattere schivo e riservato, fortunatamente incapace di pubblicizzarsi. Gli unici a salvarsi dall’oblio generale i suoi compagni di classe. Fa più notizia qualche (meritevole) baldo giovane che impegna qualche ritaglio delle sue ferie per “o Brazil” che non  chi vi spende una vita. La civica comunità dovrebbe recitare il de profundis. Fortunato quel paese che non ha bisogno di eroi, diceva qualcuno. Ma noi, di questi eroi alternativi ne abbiamo bisogno come il pane e l’acqua. Chi ha rubato lo spirito Missionario della Comunità Cernuschese?

Fotografo.

Incurante degli sforzi di chi ha messo a disposizione fotografie proprie, raccolto organizzato scannerizzato e catalogato l’enorme quantità d’immagini, il nostro furbastro amico si accaparra degli sforzi altrui (con quale autorizzazione?) e vende il DVD dei “100 Anni dell’Oratorio” senza pudore ne ritegno, alla faccia di “dare a Cesare quel che è di Cesare”. Il mio amico Paolo, grande procacciatore di foto, si rivolta nella tomba. Si perpetua un vizietto penoso e ridicolo, già maldestramente utilizzato anni fa da una ormai alquanto decaduta stamperia d’arte locale (ma anche da lui stesso) rea di aver carpito le foto delle “Sanatele - Altar e Altaritt” frutto di altri sforzi ed esempio ormai nebuloso della scomparsa religiosità popolare Cernuschese. Scorrettezza che anche la lenta giustizia di via Freguglia ha riconosciuto e passato in giudicato, anche se l’ex tipografo sfugge al pagamento del fio. Tornando al fotografo e da amante della fotografia mi permetto un consiglio: troppo comodo scaldare l’indice con click virtuali senza “sporcarsi le mani”. Chi ha rubato le foto dei 100 anni dell’Oratorio – patrimonio pubblico - che coincide con tanta storia di questa città ?  

Messaggio.

Per chi ha la fortuna (o sfortuna) di imbattersi nella risposta automatica del centralino municipale si metta il cuore in pace. Non pensi di trasognare all’udire calde e ammalianti sussurri di belle morene in bikini o perizoma distese su spiagge bianche ed immense. Succede solo per gli annunci amplificati nbegli  aeroporti Brasiliani. “The voice” è sempre quella da anni: dissonante, concitata, sincopata e, perdonatemi l’espressione, alquanto funebre. Ma in fondo lei, che colpa ne ha? Chi ha rubato il suadente e palpitoso messaggio del centralino del “palazzo”?

Passaporto.

Per chi ha la fortuna (o sfortuna) di imbattersi nell’addetta riccioloni-neri dell’Ufficio Anagrafe per il rinnovo/rilascio di un passaporto, raccomando vivamente di portare con se la Carta d’Identità, possibilmente rilasciata dallo stesso Ufficio. Si, perché non c’è santo che tenga davanti all’imperiosa richiesta con tentativo (il suo) di spiegare a me, povero ignorante, il busillis del caso visto che “non capivo”. Forse si, forse no, c’è una disposizione che imporrebbe l’obbligo di presentarsi con un altro documento d’identità. Se ci fosse davvero, sarebbe un’idiozia bella e (poco) buona ancorché prescritta dal solito modulo. Resta il fatto che il passaporto, ancora valido, non è ritenuto un documento d’identità. Ce ne vuole un altro (documento d’identità) per validare la persona che si presenta per il rinnovo. Chi ha rubato la mia identità?  

Missionario due.

Di ritorno dal Bangladesh è ancora con noi per poco tempo. Salvo i soliti amici, perlopiù Cassino-Pecchesi che continuano a sostenerlo, pare scemato l’entusiasmo dei Cernuschesi anche nei suoi confronti. Forse si ritengono satollati dall’ultimo ottobre missionario che più “freddo” di così si muore. Una Comunità distratta dagli avvicendamenti presbiterali? C’è ancora uno spicchio di tempo per rimediare visto che ripartirà alla fine di questo mese. Il Missionario due, conosce a fondo e concretamente i rapporti con il mondo Islamico, Induista, Tribale e Animista vivendo con loro da più di trent’anni. Anche la  cultura Cernuschese, sistema Bibliotecario compreso, ha perso un’occasione unica. Che sia per via del fatto che l‘essere un prete possa apparire troppo “di parte” anche su temi come la mondialità, i rapporti interreligiosi, quelli sociali e interculturali? Alcuni nostri ragazzi si chiedono: chi è costui con la barba quasi bianca? Chi ha rubato, per la seconda volta, lo spirito Missionario Cernuschese? 

Ernia del disco.

Sta bene ridurre la velocità e quindi i pericoli. Meno bene e comunque discutibile che per ottenere lo scopo si debbano restringere le carreggiate. A parte la mia senilità incombente, comincio ad avere forti dubbi sulla mia capacità di guida talmente difficile ed impegnativo è percorrere le strade della città: in macchina o in bicicletta che sia. E’ una gimkana infinita: rotonde e rotatorie, sopralzi, sguinci, giravolte e contro-giravolte, pinguini, paletti, catenelle, strisce e contro-strisce bianche gialle rosse e blu che sapriscono dopo breve usura. Marciapiedi a zig-zag, diagonali ed ovali, pali luce su aiuole striminzite vicino ad incroci, cambi repentini, piste ciclabili che inducono all’attraversamento ciclistico su strisce pedonali quale diritto o via di fuga ad alto rischio. Un’attenzione spasmodica col volante o manubrio che sia. Sempre con gli occhi di fuori o sbiroli per traguardare fra gli specchietti in piena trance agonistica come per un pilota di rally o cross. Per fortuna non ho (per ora) il navigatore satellitare, altrimenti ci vorrebbero altre pupille. Se hai una smart portati qualche bullone di scorta per sostituire quelli del supporto motore che si tranciano continuamente. Il progetto di certe strade assomiglio più ad una esercitazione calligrafica, complice il raster, che ad un serio layout “tutto compreso” equilibrato e praticabile. All’Istituto Besta di Milano, recentemente frequentato, i grafici dell’incremento dell’ernia al disco escono dall’abaco. Tutta colpa delle centinaia (ed inutili) cunette artificiali? Chi ha rubato le strade semplici e facili da guidare in tutta sicurezza?

Piano di Governo del Territorio.

L’annuncio è stato del 24 gennaio scorso alla Casa delle Arti, giorno dell’ultimo dibattito pubblico aperto a tutti i Cittadini. Ho già riferito come avevo vissuto l’evento. Il progetto del PGT sarebbe stato pronto nel giro di tre/quattro mesi al massimo. Qualcuno dubitava di cotanta fretta e suggeriva meno enfasi. Ne seguirono incontri più o meno bilaterali con le forze partitiche che, tutto sommato, dovrebbero rappresentare i cittadini. Ne seguirono le (solite) manfrine coi giudizi e pre-giudizi di parte. Io invece, ligio fermo ed illuso dalla promessa (ancora non mantenuta) mi sarei accontentato di semplici dati edilizi, urbanistici, anagrafici e sociali della popolazione e dello “stato di fatto” alquanto necessari al progetto del PGT. Un passaggio indispensabile per conoscere la città, di com’è e cresciuta o s-cresciuta in questi anni, viste le conclamate falsità fino ad ora pubblicate da Amministratori precedenti coi soldi pubblici. Ero e sono convinto che solo attraverso la conoscenza dei dati “veri” avremmo potuto dare un minimo di contributo (al nuovo PGT) in linea con la questione “partecipativa” ora tanto sbandierata e sollecitata. Ero convinto che, anche per rispetto ai cittadini proponenti, almeno si aprissero i vecchi e ormai polverosi folder dove sono rintanate le “osservazioni” degli allocchi, presentate anni fa. Un “The Truman Show” morto e sepolto.  Confido nella non edizione di un suo rem eque! Chi ha rubato le precedenti osservazioni al PGT? Chi ha rubato i dati dello stato di fatto?

Acqua potabile.

Acqua bene comune? Si certo…forse… A pare lo slogan, qualcuno ha idea di come sono applicati gl’interessi in caso di ritardato pagamento anche per errore o semplice dimenticanza? L’ex CAP non è esente da responsabilità e non è mai stato un fulmine di guerra a segnalare gli arretrati oltre ad aver bollettato virtualmente per anni. Cerca di rifarsi delle proprie disfunzioni interne applicando interessi degni del garante per l’usura. Caro Assessore alle partecipate, se è tua competenza perché non fai un controllo? More salatissime per acqua dolce! Chi ha rubato sugl’interessi di mora?  

Risparmio energetico.

Interessante l’argomento oggetto di un convegno in biblioteca di qualche settimana fa. Volevo innamorarmi del fotovoltaico e, speranzoso, attendevo spiegazioni tecniche ed economiche. Nota di merito la presenza (extra orario) di alcuni tecnici Comunali alla faccia degli strali di Brunetta sui pubblici dipendenti. Nota di demerito,l’assenza di “verdi”. Seguivo con fatica le illustrazioni per eccesso di terminologia tecnica anglosassone. Osservavo la facce di Tecnici e Professionisti del ramo annotati fra gli striminziti 20 partecipanti (compreso i relatori) mentre si sviluppavano gli argomenti. Alcuni torcevano il naso, altri sorridevano, altri si spazientivano forse per la limitatezza o la non precisione delle tesi. Entrato entusiasta, sono uscito deluso e confuso. Una cosa però ho capito, oltre al grave stato di dispersione termica degli edifici pubblici: il fotovoltaico è solo per chi ha soldi per “investire”. Si esce dalla crisi produttivo-economica investendo sulle rinnovabili, sostiene qualcuno. Ma chi, fra le persone normali e di questi tempi, ha 15/20 mila euri freschi da investire per quello? Chi ci sta rubando il sogno del fotovoltaico?    

Monsignore ma non troppo.

Agli albori del ministero sacerdotale è stato con noi 14 anni. Veniva da “quel ramo del lago di Como”.  Ha segnato indelebilmente la storia la vita e la coscienza di tanta gioventù, proprio a cavallo di periodi “forti” come il sessantotto. Allora imperava l’oratorio-parrocchia, polo unico e baricentrico della vita ecclesiale e sociale del Paese. Da quel ’59 della Prima Messa sono passati 50 anni. Ha percorso diversi gradini dello stato presbiterale, anche quelli alti. Qualche anno fa ha chiesto all’allora Card. Martini di poter tornare a fare il Parroco fra la gente: subito accontentato. Lui sostiene e ripete “che è stata la gente a farlo diventare un vero Prete”. Ora è tempo di quiescenza in quel di Rancio, proprio sotto il Corno di Medale, accanto al paese natio di Acquate. Li, terra di santi, le tre parrocchiette si sono unite. Ogni prete residente si alterna con gli altri, sotto la giuda di un Parroco più giovane di Lui. Interessante vero? Magenta invece lo fagocita affidandogli una “messa solenne” incistita fra le celebrazioni dei 150 anni dalla Battaglia dei franco-piemontesi contro gli austriaci di Giulaj. Chi ha rubato il ricordo Cernuschese del figlio di Pà Gustin?          

Cantieri fermi.

Si dice che in via Verdi (ex Alberi & C.) le costruzioni sono ferme e non si vende. Cartelli pubblicitari ripropongono gli alloggi del mossiniano PALACE non del tutto venduto. Le cassette postali sono piene zeppe di volantini con alloggi prestigiosi. Le case semplici non esistono più: tutte “residence”. Una “sofferenza” di vendita diffusa. Non gioisco davanti alla crisi economica, ma rifletto sull’indigestione da mattoni che questa Città riesce ancora a sopportare: un miracolo. E’ la controprova della necessità di un ripensamento dopo le sbornie ed abbuffate di calcestruzzo, madigerito sperando che non avvenga un’evacuazione intestinale violenta dolorosa e odorosa. Chi ha rubato l’anima di questa Città?

PLV e dintorni.

L’acronimo sta per “plano-volometria”. Termine tecnico-professionale utilizzato in edilizia ed urbanistica  per indicare un elaborato grafico particolare. Semplificando si può affermare che nel PLV sono schematizzati, in via preventiva, edifici e computi a dimostrativo delle densità e possibilità edificatorie di comparti edilizi suddivisi in singoli lotti.  La durata del PLV è connessa allo strumento edilizio generale di quel momento (PRG) sul quale si appoggia. La sua valenza decade una volta intervento e completato il processo edilizio vidimato col frazionamento delle aree e degli immobili. Se poi interviene un nuovo PRG, il vecchio PLV non conta più e alla nuova previsione occorre fare riferimento per eventuali ampliamenti, fermo restando il confronto sul solo singolo lotto non più per tutto il comparto. “Elementare, Watson!”. Al Comune di Cernusco per anni e anni e nonostante l’avvento di ben quattro (o forse cinque) nuovi Piani Regolatori succedutisi nel tempo, si è sempre preteso ed obbligato a “tornare indietro” e a riprendere i calcoli dall’inizio. Nel particolare la questione riguarda poche decine di metri cubi, appena il necessario per chiudere i portici di sei abitazioni. Se ci fossero stati di mezzo migliaia di metri cubi, l’imposizione pretestuosa sarebbe stata sicuramente meno rigida. Ci sarebbe dell’altro riguardo la “privacy” di certi documenti resi disponibili a terzi ma lascio perdere. Mi limito a ribadire l’abnormità dei processo edilizi e dei meccanismi atroci che si sono succeduti. Pretese originate da una totale incultura urbanistica infarcita dal falsi mito dell’autosufficienza volumetrica dei lotti che si è intesa trascinare per più di trent’anni! Rammento che tutti i Piani urbanistici veri e convenzionati (il PLV non è fra questi) hanno una durata massima che va dai 10 ai 17 anni. Una imposizione che ha prodotto spese su spese per progettuali inutili oltre a ritardi su ritardi con danni che meriterebbero d’essere incassati. Lacerazioni irrimediabili fra vicini e confinanti per cause e responsabilità altrui tramandate nella staffetta fra gli addetti ai lavori. Una vicenda assurda e pesante. Qualche funzionario, responsabile del procedimento, avrebbe meritato l’esilio nel gulag della rieducazione urbanistica e professionale. Dubito della buona fede e della sola ignoranza. Ma come si sa tutti i provvedimenti Amministrativi invitano, chi non fosse d’accordo, a ricorrere al TAR: alla faccia di altre spese e tribulazioni! Davanti alla mia cocciutaggine se n’è finalmente accorto il nuovo dirigente dei piani alti. Speriamo bene. Chi ha rubato le piccole volumetrie che ci competono di diritto da tanti anni?            

Conclusioni. 

Nella parte iniziale del libro (e del film) di successo “Il cacciatore di aquiloni”,  Babà-Padre-Pashtun cerca di far capire al figlio Amir che il peccato più grande è “rubare” qualsiasi cosa, anche quella apparentemente insignificante.  

Chi ha rubato il cuore antico di Cernusco?

SERGIO POZZI


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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