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A Don Luigi: Grazie.


 

Su queste colonne, formate dai binari dei byte, mi sarei aspettato qualche commento popolare in più alla notizia del trasferimento del nostro Parroco, accaduta “come un fulmine a ciel sereno che si è abbattuta sulla nostra Comunità pastorale” come dice la Nota della Settimana di fine luglio. Se a tutto ciò si aggiunge l’altro inciso sul “profondo sconcerto, per una scelta di cui non si riesce, ancora adesso, a comprenderne le ragioni”, si rafforza la mia personale convinzione che anche gli addetti ai lavori siano andati un po’ troppo sopra le righe.  

Così come mi pare azzardata l’espressione che Don Luigi “non mancherà, alla prima occasione, di chiedere spiegazioni all’Arcivescovo” come se questi fosse all’oscuro di tutto e lui la vittima di macchinazioni ordite dai Monsignori curiali e Vicari Episcopali che si spartiscono, coi dadi, le tuniche dei Preti. Se la Chiesa fosse questa, sarebbe crollata da mille anni. Eppure, con il Cardinale, anche recentemente non sono venuti meno gl’incontri diretti. Eppure non erano mancati i segnali, forse non compresi, esternati in proposito dall’indimenticato successore di S. Ambrogio ora obbligato per malattia in quel di Gallarate, dopo l’amata Gerusalemme. Che la colpa sia di quel noto Monsignore che dimessosi, non abbandona Busto Arsizio? Suvvia, un po’ di equilibrio e ragionevolezza, pur tenendo sempre presente preziosissime reazioni solidali e umane a Don Luigi. Ma se non si conoscono le “vere e uniche ragioni”, ammesso che ci siano, meglio tacere. A che serve citare le sane ed equilibrate determinazioni del Sinodo sul servizio dei Preti? Come Comunità cristiana non si è maturi abbastanza per digerire un simile contraccolpo che deve diventare occasione per rimetterci finalmente in discussione, compresi ruoli e posizioni occupate?  

L’autentica interpretazione dei fatti è certamente una “bella lezione” che lo stesso Don Luigi ci ha dato al momento dell’annuncio ufficiale.  Vuoi vedere che la serenità di Don Luigi, che è stata sempre un punto forte del suo mandato, non è stata compresa? Vuoi vedere che il suo comportamento di collaborazione con le autorità civiche locali, altra “bella lezione” di Don Luigi, sarà apprezzata solo da ora nonostante sia stato accusato d’essere, di volta in volta, “culo e camicia” con i Sindaci di turno?

Penso sinceramente che Don Luigi debba ritenersi uomo-prete fortunato. Perché non è stato “giubilato” o che dir si voglia “promosso” per spedirlo in altre sedi più o meno importanti. Perché, come sicuramente gongolando dirà qualcuno, sarebbe stato “trombato”. Perché è rimasto tra noi tanto tempo e ben di più delle sue stesse aspettative od orizzonti temporali inizialmente legati al portare a termine alcuni lavori importanti e che forse un brianzolo tenace e provveduto come Lui poteva concretizzare: il “buco” dell’oratorio, Santa Maria e la nostra Chiesa il cui stato pietoso era noto da tanti anni e ben marcato dallo stesso Cardinal Martini. E infine perché, e qui sta il mio più profondo grazie, pur portatore di evidenti sofferenze fisiche, non ha mai mollato.

Fra tantissime cose positive, l’occasione del trasferimento è motivo forte perché anche Lui rifletta sugli errori commessi che per un Prete – mediatore fra gli uomini - si può sintetizzare nel rammarico di quante persone non è riuscito a portare sulla strada della Fede. Ma questo vale per tutti noi che ci professiamo cristiani: guardiamo sempre ai nostri meriti e non agli errori e contraddizioni poco cristiane dei nostri comportamenti coi quali facciamo “scappare” qualcuno.

Sergio Pozzi

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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