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Bandiera rossa e Preti

Caro Eugenio, mi hai fregato. E con me hai ingannato oltre 8.000 cernuschesi che ti hanno scelto. Turlupinati totalmente. Tutta colpa delle bandiere rosse tenute nascoste ancor di più delle droghe, dico, rom e…. Preti.

Questi ultimi poi, avendo ideologizzata la novella resistenza, hanno ri-benedetto il ’91 (moschetto) dei Partigiani assieme a qualche sporadica parabellum rubata ai Krukki. Armi da guerra rimasti avvolti, per più di sessant’anni, nella carta oleata. Sotterrati e nascosti fra gli anfratti e le grotte dell’oratorio di via Briantea (proprio la dove i Tedeschi avevano la loro fureria) financo dietro la povera Madonnina che forse non c’è più.

Il tutto sotto l’egida del Comitato (di liberazione) di via Bourdillon (famoso ghetto rosso) guidati dal Nick, bombarolo e micciarolo già ricercato dalla Muti e coordinati dai pizzini distribuiti dalla Kiacolo (altro nome di battaglia) ben nascosti fra le sue giovani grazie digitali. Dietro la grotta i resti di carbonella e braci che erano servite per arrostire e mangiare i bambini della zona nelle ore di preparazione all’okkupazione.

Mi si dice che scrivo “difficile”. Spero, almeno, che si comprenda il paradosso d’apertura che, unito ad una piccola dose di sarcasmo non può fare male e nessuno. A meno che rappresenti la verità e lo spauracchio degli incalliti tipo “Alla fine è successo..”.

Da questo sito, Severgnini-Connery di “Caccia a ottobre rosso” (e altri simili) è decisamente più profondo del sottoscritto. Ma io non sono un politologo. Vivo di pelle e sentimenti. Di stomaco e cuore. Posso sbagliare.

Se quella era la campagna di contrapposizione, la sconfitta era inevitabile. Se questa è la pervicace idea sul presente o immediato futuro, Eugenio può stare tranquillo per molti e molti anni da venire. Vincerà ancora.

Del resto, cominciano ad emergere le toppe di chi ha perso e che con onestà intellettuale qualcuno finalmente ne parla. Non è il mio orticello da vangare.

Qualche consiglio per battere Eugenio e la sua coalizione, oltre a clonare il suo programma:

-        Accettare la politica del confronto a tutti i livelli. Cernusco non è un’isola.

-        Lasciare spazio e aiutare a crescere la bellissima gioventù cernuschese, nessuna esclusa.

-        Sostituire la politica dell’apparire con quella dell’essere.

-         Ascoltare e stare in mezzo alla gente.

-        Abbandonare al loro destino i consigliori troppo interessati e i noti voltagabbana.

-        Oliare per bene la macchina comunale.

-        Abbandonare la partita anche se qualche mariuolo o furbetto ci lascia in mutande.

-        Mollare lo scranno se la compagnia di governo implode su se stessa un mesi si e uno no.

-        Realizzare opere pubbliche che durino nel tempo, non solo esercizi calligrafici.

-        Anteporre alle “ville di delizia” scuole o servizi primari carenti causa obesità costruttiva.

-        Custodire, migliorare, ottimizzare, razionalizzare il patrimonio delle case comunali.

-        Far crescere questa città nel trend naturale e difendere ad ogni costo il bene territorio.

-        Adottare una finanza che non si appoggi ai proventi delle costruzioni. A costo di dimagrire. 

Ne nascerà un “tesoretto” per le future generazioni e seppur poco anche per tutti noi.

PS. Su internet girano i video del D-DAY di Eugenio. E’ documento. Si possono contare le bandiere di tutti i colori, non solo quelle rosse di Ivan e Danilo che davanti a tutti, in bicicletta, hanno fatto venire l’infarto ideologico a qualche scalmanata della piazza ingessata.

 

SERGIO POZZI
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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