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 Chi è senza peccato…scagli il primo mattone
 

Propaganda politica e accostamenti evangelici mal si conciliano fra loro, soprattutto di questi tempi elettorali. Lo richiama anche l’inascoltato ns. Parroco il quale,  per la mia banalizzazione fra titolo e sacro testo, mi perdonerà in questa mia prima caduta alla quale ne seguiranno altre. Ma a fronte di cotante facce toste…

La mia riflessione è dettata dal “comunicato congiunto” sottoscritto dall’opposizione a proposito delle ultime concessioni mattonare. Non so se sorridere o piangere nel ripensare che, giusto un anno fa nella concomitanza fieristica sangiuseppina, si è cercato di spostare l’attenzione sulla celebrata trasparenza procedurale nell’esame dei Piani. Fui profeta nel dire che era solo fumo negli occhi e questione di lana caprina; l’essenza è ben altro.

Ritornando al titolo, mi limito a due esempi emblematici. Su Voce Amica 1 gennaio 2005, l’allora Assessore all’Urbanistica afferma che “l’attuale PRG (quello del 2000) ha una volumetria notevolmente più bassa rispetto ai PRG precedenti”.  Un’altra Voce Amica, 2 febbraio scorso, il Sindaco dichiara “ho ereditato un PRG (sempre quello del 2000) particolarmente pesante” qualificazione già di per se esaustiva. Servono commenti all’ennesima contraddittorietà di vedute su una stessa questione, e che questione, con posizioni inconciliabili degli stessi addetti ai lavori allora a braccetto? Ancora una volta si tenta di “condire via” i Cernuschesi? Non uno dei due che sostenga proprie tesi con dati e valori veri, quelli che contano davvero. Il primo denigra un PRG (fatto ovviamente da altri in tutt’altro contesto storico ben 15 anni prima del suo arrivo) che nemmeno conosce. Se lo conoscesse si sarebbe accorto che il PRG 2000 (che lui gestiva) ha una volumetria in più rispetto al precedente del 1984, di oltre 920.000 m3 (+ 23%) con incremento di aree edificabili di circa 410.000 m2. il tutto senza i PII. Numeri in grave contrasto con l’asserita crescita naturale e sviluppo armonioso della città purtroppo giustificata da valori progettuali inveritieri. Il secondo, di più aggiunge “che non c’è ancora una gru con il mio nome e cognome”. Verrebbe da chiedersi su che base urbanistica si continua a costruire e qual’ è stata l’enormità del concesso prima di lui ormai Sindaco da 4 anni! A meno che s’intenda addossare tutte le colpe ai precedenti Piani, financo al reietto vecchissimo PRG! A meno che si continui a rilasciare concessioni “in salvaguardia” su strumento di oltre 20 anni fa! A meno che si faccia finta che non siano mai esistiti sia il PRG 1998-99, sia quello ora vigente subito rifatto nel 2000! A meno che si faccia finta di non ricordare che si continua ad andare avanti a colpi di PII sempre in variante espansionistica, in aggiunta alla volumetria incredibile ritenuta quasi “normale” dell’ultimo sciaguratissimo Piano. Un PRG cui tanti e loro per primo, solo ora ne prendono vergognose distanze. Un PRG continuamente in “costruzione” figlio di politica urbanistica degenere. Nemmeno più riconosciuto dalle correnti che l’ hanno sostenuto a spada tratta e che adesso si defilano ingloriosamente avendo dimesso ogni sacrosanta polemica per rinnovate alleanze, “stracciandosi le vesti” come gl’evangelici dottori del tempio (qui cado per la seconda volta).

Non m’interessa difendere o meno l’intervento PII ex Garzanti - Constantes. Annoto che in puri termini dimensionali (non programmatori, non urbanistici, non tipologici, non sociali, non qualitativi, non riconoscitivi d’un passato importante per la città) questi non riesce a passare per “la cruna dell’ago” (qui cado per la terza volta) a fronte di altri “cammelli” ben più grossi e pasciuti che invece ce l ’hanno fatta ad infilarsi, complice la cultura allora imperante nella quale giostravano taluni attuali firmatari. Vien da pensare che se non fosse per la pregiudiziale Constantes, il PII sarebbe già stato approvato con ampio consenso.

Qui emerge la parte del “comunicato congiunto” che più m’interessa: la responsabilità politica di chi compie atti amministrativi. In democrazia vige l’alternanza, non necessariamente per meriti o demeriti. Ci sarà sempre una eredità, bella o brutta che sia da gestire, come spesso succede a chi “taglia nastri” senza averne alcun merito. La politica si fa per servizio. Nella gestione del territorio per la sua delicatezza, ho già avuto modo di dire che fa bene chi sbaglia meno, concessa l’onestà intellettuale. Tutti sanno ed è condivisibile la preoccupazione dei firmatari che nasce dalla “consapevolezza di impegnare con le proprie scelte anche per chi gli succederà… ipotecando il futuro istituzionale della prossima amministrazione in maniera indecente e come mai era successo a Cernusco”. Peccato che la mala eredità (non inguaiare i successori) trova esempi recenti come nei citati “cammelli”. Ora tutti sono folgorati sulla via di Damasco…

Sarà sempre così nella politica amministrativa territoriale locale? Basta il negativo giudizio elettorale per sentirsi perdonati ed averla fatta franca? Sarebbe ora di affermare e applicare l’altro notissimo concetto evangelico “Dare a Cesare quel che è di Cesare” (cado per la quarta quinta o sesta volta come in qualche vangelo apocrifo). Chi sbaglia davvero sui valori inestimabili come quello dell’ambiente-territorio “bene comune” deve finalmente pagare il saldo, anche ai Cesari-Cernuschesi. Per contro, chi ha fatto bene, ha compiuto solo il suo dovere. Così almeno non si giocherà più il futuro delle nuove generazioni.

SERGIO POZZI
Cernusco, 11 marzo 2007.


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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