Il difetto sta nel manico ?
Anche se tardivamente, fa piacere apprendere che talune tesi personali su
responsabilità Amministrative d’aver bruciato in pochissimo tempo -per mancanza
di programmazione -le volumetrie del PRG con tutto quel che ne consegue in
termini di carenze di servizi e fagocitazione di sempre maggior territorio, sono
ora riconosciute da altri. Quello delle risorse territoriali non infinite e
della carenza organizzativa sembra una costante nel panorama locale. Ma pur
sempre trattasi di riconoscimento della parte meno importante della questione
territoriale. Stupisce che ci si fermi solo a quello e non si menziona il vero
problema. Forse si capisce il perché: le prossime elezioni.
Se poi alle previsioni di base (del PRG) si aggiungono ulteriore incrementi
edificatori a totale distorsione, giustificati o meno da problemi di
micro-urbanistica pur presenti sul territorio, si creano situazioni sempre più
congestionate con pesanti riflessi sull’intera macro-urbanistica locale. Il
territorio ingolfato non digerisce più niente. Per rimediarvi, come per esempio
la mobilità-viabilità, s’introducono costosissimi interventi palliativi. Ci
vorranno decine e decine di anni d’inversione di tendenza e di cure dimagranti
per tentare di rientrare nei trend di crescita naturale. Lo dovrà fare, per
forza o per amore, chiunque sarà chiamato a guidare e servire questa comunità.
Nemmeno basteranno infiniti test di Cooper per assorbire obesità e glicemia dai
picchi massimi per far rientrare il dilatato cuore di Cernusco a dimensioni
accettabili, salvo trapianto totale.
L’inasprirsi dei toni pre-elettorali o tatticismi esasperati in vista di
convenienze e intese (che non m’interessano affatto) non possono far dimenticare
che il difetto sta nel manico per colpa di un P.R.G. sbagliato, gonfiato nelle
previsioni di crescita, creato dimensionato e voluto con volumetrie incredibili.
Tutti lo sanno ma nessuno osa davvero approfondire la questione: il peccato
originale dei mali attuali. Come mai tanto silenzio? Eppure si doveva capirlo
fin da subito col repentino rifacimento del P.R.G. che il re era nudo, ma nudo
già da allora. E ora come si può confondere l’effetto con la causa?
Se, oltretutto, si fa mente locale sullo stallo delle osservazioni preventive
alla predisposizione del nuovo PGT. (periodo formalmente chiuso al giugno
scorso) qual è il quadro complessivo col quale ci misuriamo? Tralasciando le
osservazioni dei privati per legittima suspicione, quali possono essere stati i
contributi correttivi innovativi propositivi di associazioni coalizioni e gruppi
politico-partitici, sia quelli che si suppongono allineati alle segreterie
centrali sia quelli che si proclamano equidistanti e non succubi di alcuno? Qual
è il valore aggiunto ipotizzato per il futuro PGT della nostra città
gratuitamente messo a disposizione con onestà intellettuale da chiunque vi abbia
interesse? E’ possibile conoscerne le posizioni culturali idee e utopie? Non è
questo lo scopo preminente dello spirito della legge regionale che si richiama
solo quando fa comodo? Come promuovere un confronto su questi temi?
Sono pronto al mea culpa, se i contributi preventivi al nuovo PGT fossero
davvero stati preparati e protocollati. Prima delle prossime lacrime di
coccodrillo. Prima della prossima denuncia di carenza organizzativa. Prima del
prossimo delirio elettorale.
SERGIO POZZI
“Che cosa diviene una società urbana quando
la si slega dalla sua stessa struttura urbana?”
(Mazagao – La città che attraversò l’Atlantico -di L. Vidal -anno 2006)
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